Si chiama Centro Studi Omnia l’agenzia pisana che trasforma soggetti svantaggiati sul mercato del lavoro in imprenditori. Una rivoluzione copernicana, ideata da un ex normalista, Arnaldo Atzeni.

di Andrea Pantani

“Lavoriamo per comprendere i bisogni reali del mercato e per creare attività in grado di soddisfare a pieno questi bisogni”. Cinquant’anni, ex allievo della Normale di Pisa, Arnaldo Atzeni e lo staff Omnia di Migliarino utilizzano appositi fondi europei per svolgere formazione professionale a 360 gradi destinata a soggetti “svantaggiati” e non. Extracomunitari, diversamente abili, persone senza titoli di studio; ma anche lavoratori che decidono di riqualificarsi o di indirizzarsi verso altre professionalità. Obbiettivo: creare professionisti in grado di mandare avanti imprese autonome e competitive.

E’ accaduto con “Italia chiama Russia”, con una ventina di donne romene, ucraine e russe selezionate per diventare professioniste nella consulenza alle aziende che lavorano con l’est Europa.

Si è ripetuto con “Tra gli Ulivi”, progetto che ha trasformato una decina di braccianti magrebini in una cooperativa agricola molto richiesta nella nostra zona.

“Facciamo formazione a tutto tondo – spiega Atzeni – a soggetti svantaggiati e non svantaggiati, formazione imprenditoriale, ma anche professionale. Non solo. Offriamo consulenza a chi ha una idea imprenditoriale e vorrebbe applicarla. Esistono gli strumenti per finanziare progetti di impresa e noi siamo in grado di sostenere progetti reali e sostenibili”.

Atzeni ha trasformato la preparazione umanistica in una carta vincente da spendere nel campo della creazione d’impresa, della formazione e della consulenza avanzata. “Come mi ritrovai in Normale? A vent’anni le scelte si fanno sulla base della passione e io ero innamorato delle materie umanistiche, in particolare di storia e filosofia, e sapevo che la Normale mi avrebbe garantito il meglio in quanto a qualità degli studi. In seguito ho preso una strada diversa dalla carriera accademica, spinto dalla passione politica”.

Non ancora terminati gli studi in Normale, Atzeni infatti fa già parte della segreteria del sottosegretario Antonio Baslini al Ministero degli Esteri. L’esperienza a Roma si protrae per qualche tempo, poi il ritorno in Toscana; prima presso il gruppo liberale in Consiglio Regionale; poi – ritornato al “privato” – come dirigente regionale dell’Associazione piccole e medie imprese. “Mi sono presto appassionato dei processi di creazione e sviluppo delle imprese; e quando 6 anni fa ho realizzato che la dimensione del dipendente mi andava stretta, ho creato una mia attività ed oggi sono un libero professionista”.

Da Kant all’impresa il passo non è poi così lungo, a sentire il direttore Omnia. “Ad averne di filosofi nelle aziende. Il vero limite delle imprese è di avere quadri dirigenti specializzati in singoli settori: in realtà l’azienda è un sistema, e come tale deve essere vista. Rapporti interpersonali, bisogni relazionali, visione d’insieme, capacità di elaborare strategie sono tutti fattori decisivi, quanto l’essere esperti di linee produttive o di marketing. In questo caso un umanista a mio parere ha qualcosa in più rispetto al “tecnico”; e sono convinto che un giovane normalista che non si limiti a guardare all’insegnamento e alla pubblica amministrazione come possibile sbocco, ma che scelga la strada della carriera all’interno di solide aziende, possa avere una marcia in più”.

Ma come funziona il mestiere di creatore d’impresa? “Prendiamo Italia chiama Russia – spiega Atzeni – lo scopo nostro e di Esprit (società di emanazione della Regione che gestisce i fondi pubblici per il sostegno dell’autoimpiego dei soggetti deboli) era di creare attività di impresa da parte di donne extracomunitarie. Api, Associazione piccola industria, ci ha sottoposto il problema delle imprese toscane che lavorano nell’est Europa e che non hanno servizi di assistenza per muoversi su quei mercati. Dal canto nostro abbiamo verificato che gran parte della immigrazione dall’est europeo ha buoni titoli di studio; sono ragazze intraprendenti con ottime capacità relazionali. Da qui l’idea di selezionarne un gruppo e di favorire la creazione di piccole attività di consulenza dal paese d’origine al tessuto imprenditoriale locale. Sono così nate 4 aziende individuali, piccole società di consulenza costituite da 2 ragazze rumene, da una ucraina e da una russa, che si stanno muovendo molto bene”.

“Sulla falsa riga di questo percorso nasce “Tra gli ulivi” – presuegue Atzeni – un progetto che rispondeva a una logica precisa: risolvere il problema dell’invecchiamento dell’imprenditoria agricola locale, che sta già portando a un progressivo abbandono di determinate attività, e arginare il fenomeno del lavoro nero per la raccolta dei prodotti agricoli. Da queste due esigenze, correlandoci con i anche con i comuni, è nata una cooperativa di ragazzi nordafricani, Agrim, molto richiesta sul territorio locale per effettuare lavori nel settore agricolo”.

Oltre che direttore di Omnia, Atzeni è anche direttore per le attività formative di Td Group Spa (importante impresa operante in campo tecnologico; infine è direttore dell’agenzia formativa Api Tirreno Sviluppo che ha una forte legame con il tessuto imprenditoriale toscano.