Il ritrovamento in Germania dei Quaderni neri di Martin Heidegger ha aperto nuovi inquietanti scenari su uno dei punti più controversi della storia della filosofia occidentale: l’assenso del grande pensatore tedesco alla “soluzione finale” nazista.  Fino a quel momento rimasti inediti, questi testi sono stati pubblicati nel 2014 in Germania e raccolgono pensieri e riflessioni annotate dal filosofo tedesco in un periodo compreso tra il 1931 e il 1941. Su questi temi la professoressa Donatella di Cesare, ordinario di Filosofia Teoretica alla Sapienza di Roma, una delle principali voci del dibattito aperto tra gli studiosi sui temi sollevati dalla pubblicazione dei Quaderni Neri, terrà una conferenza a Pisa, presso la Scuola Normale Superiore, il prossimo 1 marzo alle ore 16 in Aula Stemmi. A introdurla ci sarà Roberto Esposito, docente di Filosofia Teoretica alla Scuola Normale.

Ultima allieva di Hans-Georg Gadamer, Donatella di Cesare ha affrontato filosoficamente il tema della Shoah, indicando nella disumanizzazione dell’universo concentrazionario un nuovo indispensabile punto di avvio per la filosofia. La lettura dei Quaderni Neri ha portato la professoressa a fare i conti con la filosofia di Heidegger e con l’intera tradizione della filosofia tedesca. Risultato del suo lavoro è il libro intitolato Heidegger e gli ebrei”, pubblicato da Bollati Boringhieri nel 2014. Secondo la studiosa, l’effettiva posizione filosofica di Heidegger sugli ebrei, che emerge dai testi pubblicati recentemente, iscriverebbe il filosofo nel solco di una tradizione antisemita propria della filosofia tedesca, ad esempio di Kant, Hegel, Schopenauer, Nietzsche, nonché di buona parte della passata cultura filosofica europea.