A Palazzo Barberini, presentazione del volume H. Tetius, Aedes Barberinae ad Quirinalem descriptae, delle Edizioni della Normale, a cura di Lucia Faedo e Thomas Frangenberg. Partecipano Ingo Herklotz, Salvatore Settis e Lucia Tongiorgi.

Palazzo Barberini al Quirinale ieri ed oggi. Ieri nelle parole datate 1642 dell’erudito perugino Girolamo Tezi e nelle immagini che, all’interno del testo, accompagnano la descrizione in forma epistolare. Oggi nelle riflessioni al centro dell’incontro che si è tenuto proprio a Palazzo Barberini a Roma lunedì 5 novembre alle 17 in occasione della presentazione del volume H. Tetius, Aedes Barberinae ad Quirinalem descriptae. Descrizione di Palazzo Barberini al Quirinale, Edizioni della Normale, a cura di Lucia Faedo e Thomas Frangenberg.

La presentazione del testo in cui viene descritto il Palazzo, con particolare attenzione alla vita che vi si svolgeva e al patrimonio artistico e umano che raccoglieva ai tempi di Tezi, si è tenuta negli spazi della Galleria Nazionale d’Arte Antica, che ha promosso l’incontro insieme alla casa editrice della Scuola Normale Superiore di Pisa, le Edizioni della Normale.

Hanno introdotto la presentazione Anna Lo Bianco ed Angela Negro della stessa Galleria, seguite da gli interventi di Ingo Herklotz, professore di Storia dell’arte medievale e moderna della Philipps-Universität Marburg e precedentemente a lungo collaboratore scientifico della Biblioteca Hertziana di Roma, di Salvatore Settis, direttore della Scuola Normale Superiore e professore ordinario di Storia dell’arte e dell’archeologia classica, oltre che presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali e di Lucia Tongiorgi, prorettore vicario dell’università di Pisa e professore ordinario di Istituzioni di Storia dell’Arte Moderna al dipartimento di Storia della Arti dell’ateneo pisano. Al termine della presentazione hanno preso la parola i curatori del volume, Lucia Faedo e Thomas Frangenberg (nella foto).

Il confronto fra l’edificio vero e proprio che oggi ospita la Galleria di Arte antica e “l’edificio di parole” del testo che Tezi ha costruito “con l’ingegno” e per “alleviare la nostalgia di un amico” è stato il punto di partenza per raccontare ed indagare anche i rapporti che legavano lo scrittore al papato e portare la discussione su un campo interdisciplinare che ha compreso storia, storia della società della Roma seicentesca e storia dell’arte. Uno spazio importante dell’incontro è stato poi dedicato a ripercorrere le vicende che hanno finalmente portato, esattamente un anno fa, a far sì che le sale del Palazzo potessero venire restituite alla città.