Venerdì 24 maggio, dalle 16.30 nella Sala Azzurra, Violante, giurista e politico, presidente della Camera dei deputati dal 1996 al 2001, affronterà in una conferenza pubblica i temi al centro del suo ultimo saggio, Politica e menzogna, edito da Einaudi. Il confronto con uno degli argomenti classici della politologia, quello della politica come arte di conquistare un consenso, diventa l’occasione per una riflessione più ampia sulla comunicazione odierna, sull’emergere di un nuovo linguaggio legato alla spettacolarizzazione dei contenuti, al sapiente uso dei media tradizionali e dei nuovi media, sul rapporto cittadino/Stato.

L’assunto del libro di Violante – e la riflessione che condividerà nella conferenza in Normale – è che dalla politica, come dalla seduzione o dalla pubblicità, non ci si aspetta ormai la verità, ma solo qualcosa in grado di soddisfare le nostre attese. Ci attendiamo il verosimile e non più il vero. Da qui una serie di tecniche, di espedienti, messi in campo dai politici per accattivarsi l’uditorio, ovvero i cittadini/elettori, che poco hanno a che fare con l’enunciazione della verità. Ma anche i cittadini/elettori possono non essere esenti da colpe. Spesso infatti “tollerano” la menzogna sperando che a sua volta i politici siano tolleranti su certi temi di interesse personale: ad esempio, l’evasione fiscale.

La società diventa così complice, secondo Violante, della cattiva politica. Da qui la necessità da parte dei cittadini di sconfiggere la menzogna e i suoi corollari, di chiedere la verità ai politici, anche e soprattutto ai propri, di esigere un migliore controllo, di chiedere conto delle scelte adottate. Perché solo con la continua ricerca della verità un Paese può considerarsi pienamente democratico.

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