Pisa, 9 aprile 2019. “Ha segnato in maniera decisiva la storia della critica leopardiana degli ultimi cinquant’anni. I suoi studi costituiscono un riferimento obbligato per chiunque voglia leggere e interpretare il poeta dei Canti e delle Operette morali. Ha raggiunto risultati che sono ormai diventati, nell’insieme dei loro contributi, un punto di riferimento classico e imprescindibile”.  Con queste parole nel 2014 veniva conferito a Luigi Blasucci, il più importante studioso vivente di Giacomo Leopardi, il Premio letterario “La Ginestra”.

Mercoledì 17 aprile alle ore 14 nella Sala Azzurra del Palazzo della Carovana il critico letterario 95enne torna nella “sua” Scuola Normale, di cui è professore emerito ed è stato allievo del corso ordinario dal 1942 al 1946, per una lezione speciale, alla quale tutti gli interessati sono invitati ad assistere, dal titolo” Sulla terzina dantesca, una lezione liceale“.

Blasucci parlerà quindi di Dante, ovvero dell’autore a cui dedicò la sua prima importante pubblicazione nel 1969, edita da Ricciardi (Studi su Dante e Ariosto), prima di affermarsi come uno dei più autorevoli e studiati critici leopardiani (Dall’ormai classico Leopardi e i segnali dell’infinito, Bologna 1985, ai Titoli dei Canti e altri studi leopardiani, Napoli 1985; dai Tempi dei Canti: nuovi studi leopardiani , Torino 1996, fino al recente La svolta dell’idillio e altre pagine leopardiane, Bologna 2017).

Blasucci da allievo della Scuola Normale ha studiato sotto la guida di Luigi Russo, prima, e poi con Mario Fubini. Dal 1983 al 1996 è stato titolare della cattedra di Letteratura italiana, divenendo professore emerito dal 1999. Interverrà alla Scuola Normale su invito del prof. Stefano Carrai, ordinario di Letteratura italiana.

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