La Stagione dei Concerti della Normale prosegue mercoledì 2 novembre alle ore 21 al Teatro Verdi di Pisa con un originale programma dedicato a “Marcel Proust. La piccola frase, il tenero pianto”, da un’idea del Maestro Carlo de Incontrera. La mezzosoprano Christina Daletska, il pianista Walter Prossnitz, con la voce recitante di Nicoletta Maragno, si accompagneranno con Proust in questo viaggio tra Chopin, Gluck, Schumann, Mozart, Gounod, Faurè, Debussy e Hahn.

«Qualsiasi storia letteraria della fine del XIX secolo che non parlasse della musica sarebbe una storia vana; una storia peggio che incompleta: inesatta; peggio che inesatta: incomprensibile” (Paul Valéry). Tanto più incomprensibile se parliamo di Marcel Proust. Nella sua vita e nella sua opera la musica occupa un posto di assoluta centralità. E non è solo sfondo sentimentale degli amori di Swann per Odette o del Narratore per Albertine. È fonte ispiratrice, modello strutturale per l’intera narrazione.
“Lungo il suo fluire” – dirà Luigi Magnani – “la narrazione proustiana, non diversamente da una melodia, tenderà a sollevarsi sul puro divenire, a spogliarsi degli elementi secondari, a lasciar intravedere l’alveo in cui scorre, la struttura ideale ed armonica che le soggiace, gli elementi della sintesi che gradualmente si renderà manifesta nel tempo e sul tempo”. L’esperienza musicale è vissuta con un ardore romantico estremo, intessuto di palpiti ineffabili, messaggi misteriosi e aneliti d’infinito. Evoca le ombre dell’anima, quelle ombre che iniziano nel punto dove il finito e tutte le arti che hanno per oggetto il finito si fermano. È l’esperienza totale, mistica, l’eco dilacerante dell’esistenza, evocatrice di volti, luoghi, gesti, parole lontane nella memoria. Nella luce velata e nel silenzio del suo studio foderato di sughero, il suono ha vibrazioni indicibili, colori iridescenti, volute di cristallo, flessuosità d’arabesco “dal lungo collo sinuoso e smisurato”, riflusso violaceo d’onda “che incanta e bemollizza la luna”… sono le pagine di Debussy, Saint-Saëns, Gounod, Fauré, Franck, Reynaldo Hahn; ma anche Mozart, Gluck, l’ultimo Beethoven, Chopin, Schumann, Wagner… voci d’un tempo ritrovato». (Gregorio Moppi, note di sala al concerto del 2 novembre al Teatro Verdi di Pisa, per la stagione concertistica della Scuola Normale).