Roma, Colosseo 19 febbraio 2006 – 20 agosto 2006

“Musa pensosa. L’immagine dell’intellettuale nell’antichità”

Le nove fanciulle, figlie di Zeus e Mnemosyne: al loro ruolo ispiratore e alla loro forza simbolica è dedicata la mostra “Musa pensosa. L’immagine dell’intellettuale nell’antichità”.

Nelle mostre organizzate al Colosseo la Soprintendenza archeologica di Roma ha avviato l’esplorazione dei grandi temi della civiltà antica secondo progetti che coniugano l’imprescindibile rigore scientifico con le più moderne strategie della comunicazione anche per non “addetti ai lavori.” Il tema scelto quest’anno è la cultura nel mondo classico: partendo dalle sue origini simboliche incarnate dalle Muse, che presiedono al pensiero e alle arti in tutte le loro forme, per approdare alla figura dell’intellettuale nella società antica, indagata anche attraverso la sua iconografia, come segno della rappresentazione di valori condivisi e segnale di trasformazioni. Alle statue di queste ispiratrici divine sono associati capolavori d’arte (vasi attici, rilievi in marmo e bronzo, affreschi e mosaici) e della scienza che illustrano scene di poesia, musica e teatro, l’educazione del cittadino, l’estro creativo come l’impegno culturale e quindi politico da Omero ai lirici, dai tragediografi ai filosofi, agli oratori greci e romani, riconoscibili e ancora vivi e presenti attraverso splendidi ritratti. Mentre una particolare attenzione è riservata ai luoghi del sapere e alla sua trasmissione. Numerosi saggi, affidati ai maggiori specialisti e corredati di un ricco ed efficace apparato fotografico, danno conto di questi modelli e della loro ricezione non solo in ambito romano, ma fin nella cultura e nell’arte della società europea moderna e contemporanea.

In un allestimento molto moderno che si snoda lungo l’ambulacro del Colosseo, in un continuo gioco di luce naturale e artificiale, ombre e squarci di cielo, ci si immerge in un’atmosfera suggestiva, quasi sospesa nello spazio e nel tempo e si segue il duplice percorso tematico che indaga sulla rappresentazione e sull’iconografia legata alle Muse e agli intellettuali, ai luoghi in cui svolgevano la loro azione e al loro ruolo.

Statue, busti, fregi, vasi, pitture, come segni della creatività ispirata dalle Muse e dal loro evolvere in contesti ed epoche diverse, del loro farsi vive e tangibili grazie all’opera di artisti e pensatori. Questi ultimi erano e sono uomini eccezionali sempre alla ricerca di un fragile equilibrio tra astrazione e realtà, dimensione collettiva e ricerca individuale.

La statua di Polimnia, musa silenziosa che apre la mostra, con la sua espressione assorta e distante; il volto di Cicerone, i gesti nervosi dei filosofi epicurei o la pacatezza dei politici greci, gli affreschi delle domus pompeiane o i vasi dipinti sono tutte testimonianze diverse di un’unica affascinante idea: l’eterna magia del creare, che in sé racchiude la poesia, il pensiero, la profondità e la follia dell’animo umano.