a cura di Roberto Canziani e Gianfranco Capitta

Edizioni GARZANTI

«Svela il baratro sotto le chiacchiere quotidiane e ci costringe a entrare nelle chiuse stanze dell’oppressione.»

(dalla motivazione del Premio Nobel per la Letteratura 2005).

La recente monografia – Harold Pinter. Scena e potere (Garzanti, Milano, 2005) – dedicata all’autore del Compleanno e di Vecchi tempi, firmata da Roberto Canziani e Gianfranco Capitta, ripercorre l’intera carriera dl drammaturgo, ma si sofferma – soprattutto nelle 12 interviste esclusive nella seconda parte del volume – proprio sulla produzione e sulle prese di posizione pubbliche di Pinter in questi anni.

Nel 2005 il Premio Nobel per la Letteratura ha consacrato Harold Pinter (Londra, 1930) come il maggior autore teatrale contemporaneo. I suoi lavori, dal Calapranzi al Compleanno, dal Ritorno a casa a Tradimenti, sono i più rappresentati nel mondo. Eppure una fama di impenetrabilità e inquietudine accompagna lo scrittore inglese. Dicono che il piacere di leggere le sue commedie derivi proprio dal fatto che «non si capisce mai fino in fondo di cosa parlano».

Forse la pensa così anche l’autore: «Non chiedetemi di riassumere una mia commedia. Non saprei descrivere i miei personaggi. Posso soltanto dire: questo è successo, questo dicono, questo fanno».

C’è tuttavia un maniera per raccontare il teatro di Pinter: seguire le piste della sua vita, rintracciare i temi che ricorrono nelle sue opere, ascoltarlo mentre parla di sé e delle sue idee. Questo libro ne traccia un ritratto completo, come uomo di teatro e come cittadino che continua a esporsi nella difesa dei diritti umani. Contro ogni forma di oppressione e prevaricazione. Che è, in fondo, ciò di cui parlano le sue commedie.

Roberto Canziani, giornalista, scrive per il quotidiano di Trieste «Il Piccolo». Ha pubblicato diversi libri, tra cui Comunicare spettacolo (Franco Angeli, 2005). Insegna al DAMS dell’Università di Udine, ma più spesso viaggia e affida al web e all’editoria i suoi incontri di teatro.

Gianfranco Capitta, giornalista, vive e lavora a Roma. Dal 1976 scrive di teatro, e di altro, su «il manifesto». Ne ha scritto anche per periodici italiani e internazionali e ne parla volentieri la sera, su Radiotre. Ha pubblicato saggi e cerca saggezza, oltre che emozioni, a teatro.

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