Forlì, Musei San Domenico, 14 gennaio-24 giugno 2007

“Aby Warburg quando, all’inizio del Novecento, vide per la prima volta il Pergolato e la Visita di Silvestro Lega, rimase colpito dalle affinità “[…]non con il misticismo nazareno o altre cose del genere ma direttamente con le predelle del Quattrocento toscano”.

Aby Warburg (e dopo di lui Ugo Ojetti, Emilio Cecchi, RobertoLonghi) avevano capito l’essenziale. Alle radici della stagione artistica macchiaiola c’è la memoria dell’antico: un antico che in Toscana voleva dire le chiare partiture cromatiche di Piero della Francesca, l’essenzialità compositiva di Masaccio, il nitore prospettico del Beato Angelico e di Paolo Uccello”.

(Antonio Paolucci)

Silvestro Lega è stato, con Giovanni Fattori e Telemaco Signorini, l’indiscutibile protagonista di

quella fondamentale esperienza della pittura italiana dell’Ottocento che ha riunito, sotto l’etichetta prima

dispregiativa e poi divenuta molto popolare di Macchiaioli, artisti di varia provenienza che trovarono a

Firenze e nella campagna toscana l’ambiente più adatto per sperimentare un modo rivoluzionario di

rappresentare la realtà.

Rispetto a Fattori e a Signorini, entrambi toscani, ma anche agli altri Macchiaioli, il romagnolo Legasi è distinto per un temperamento particolare e soprattutto per un’intransigente fedeltà agli ideali artistici e

politici che hanno contraddistinto il gruppo sin dalle origini.

Durante tutto l’arco della sua vita non ha mai ceduto ad alcun compromesso, anche a prezzo di

drammatiche difficoltà economiche e di una progressiva emarginazione. Queste scelte difficili e dolorose,

che dimostrano una forte tensione morale, si devono ricollegare anche agli anni della sua formazione e a una

terra d’origine, la Romagna, che nella lunga stagione del Risorgimento sì è contraddistinta per l’impegno

patriottico e il coinvolgimento nell’azione politica promossa da Mazzini.

Un personaggio come don Giovanni Verità, di cui Lega ci ha lasciato uno straordinario ritratto, è

stato un po’ il simbolo di questa intensa ed eroica fase del nostro Risorgimento. Il religioso che nel 1849

aveva salvato Garibaldi, divenne infatti una figura di riferimento per il giovane Silvestro in quella Romagna

di confine, Modigliana, che fu un particolare luogo di transito e di incontro “tra patrioti dell’Arno e quelli

delle altre province degli Stati papalini”, come ha osservato il grande interprete dei Macchiaioli e amicissimo

di Lega, Diego Martelli.

Proprio a partire dalle opere del primo periodo, presenti a Modigliana, la mostra, curata da Fernando

Mazzocca e Giuliano Matteucci, intende sottolineare, anche con opportuni confronti, quanto quello spirito

risorgimentale sia rimasto nell’opera di Lega e come l’artista anche nella sua successiva attività, tutta svolta

tra Firenze e la campagna toscana, in luoghi incontaminati come Piagentina e il Gabbro, abbia conservato

intatto lo spirito delle origini.

La mostra (costituita da novanta opere, delle quali sessanta di Lega) intende offrire una panoramica

ben selezionata ed esaustiva della produzione di Silvestro Lega, sottolineando come all’impegno dei temi

affrontati corrispondano sempre una intensità e una novità della ricerca pittorica, rimaste uniche ed

ineguagliabili nel panorama non solo della esperienza dei Macchiaioli, ma dell’intero Ottocento italiano.

I capolavori e le opere meno viste, o inedite, che saranno presentate dimostreranno lo spirito inquieto

dell’artista, la sua continua tensione nella ricerca che lo porterà ad esiti tra loro molto diversi nelle successive

fasi nella quale si è articolata la sua lunga carriera.

Dai dipinti giovanili, ancora contraddistinti da una cultura compresa tra Romanticismo e Purismo,

alla maturità, dove appare straordinaria la sua capacità di confrontarsi anche nei soggetti più quotidiani con

la grande tradizione del Rinascimento toscano, in particolare Ghirlandaio e Piero della Francesca, alla fase

finale dove, con una svolta sorprendente, elabora un tipo di linguaggio molto vicino negli esiti a quello degli

Impressionisti francesi, egli dimostra, ogni volta, l’originalità delle sue scelte artistiche ed esistenziali.

(Fernando Mazzocca, curatore della mostra)

info

orario: da martedì a venerdì 9,30 – 19,00; sabato, domenica, giorni festivi e il 9, 23 e 30 aprile 9,30 – 20,00. La biglietteria chiude un’ora prima.

Il biglietto della mostra consente la visita alla Pinacoteca Civica

biglietti: intero € 9 ; Ridotto € 6

catalogo: 35 euro in libreria, 29 euro in mostra

editore: SILVANA EDITORIALE

email: fondazione@fondazionecariforli.it

web: www.mostrasilvestrolega.it