La Scuola inaugura l’anno accademico 2007/2008 con un Simposio organizzato da Lamberto Maffei, docente di Neurobiologia, dedicato all’Ambiente, il cervello e l’arte. L’intervento di Alessandro Sale, ricercatore dello stesso laboratorio.

di Alessandro Sale

Una vita ricca di stimoli può essere d’aiuto nella cura di malattie gravi del sistema nervoso centrale, come il morbo di Alzheimer. L’esposizione ad un ambiente in cui vi sia la possibilità di fare esercizio fisico, di giocare, di esplorare oggetti nuovi (una modalità di allevamento nota come arricchimento ambientale) previene l’insorgenza dei deficit cognitivi ed anatomici in un modello di neurodegenerazione di tipo Alzheimer, il topo AD11, come riportato in un recente studio condotto presso il Laboratorio di Neurobiologia della Scuola Normale Superiore di Pisa in collaborazione con l’Università di Firenze, la SISSA e l’EBRI.


Nello studio, pubblicato sulla rivista Journal of Alzheimer’s Desease, l’esposizione ad un ambiente arricchito avveniva a partire dai due mesi di età, ovvero prima che si manifestino nel topo AD11 i classici deficit di memoria tipici della malattia. Dati ancora più recenti di uno studio attualmente in corso mostrano che gli effetti benefici della vita in un ambiente arricchito si osservano anche quando l’arricchimento ambientale inizia tardivamente, dopo che i deficit cognitivi ed anatomici sono ormai già evidenti. Non solo prevenzione, quindi, ma anche cura.


La strategia del recupero attraverso l’arricchimento ambientale è stata impiegata con successo dai ricercatori della Scuola Normale anche per la cura di un’altra patologia del sistema nervoso centrale, molto diffusa nell’uomo e ritenuta incurabile in età adulta, l’ambliopia. L’ambliopia, chiamata anche malattia “dell’occhio pigro”, è causata da uno sbilanciamento in età giovanile dell’attività dei due occhi e comporta una perdita permanente di acuità visiva, la capacità di distinguere i dettagli spaziali fini degli oggetti presenti nel campo visivo. L’esposizione di roditori adulti ambliopi ad un ambiente arricchito aumenta la plasticità del cervello, cioè la capacità dei circuiti cerebrali di rispondere all’esperienza, in modo tale che è possibile promuovere un completo recupero delle capacità visive compromesse da un difettoso sviluppo.


Era già noto che una vita attiva e ricca di stimoli è di beneficio non soltanto per il tono muscolare e la vita di relazione ma anche per le funzioni cerebrali. Dagli studi del Laboratorio di Neurobiologia della Scuola Normale Superiore emerge però un dato nuovo, che l’arricchimento ambientale permette di agire su molecole essenziali per la plasticità in maniera fisiologica e naturale, dimostrandosi quindi di potenziale interesse clinico per la possibile applicazione futura nel campo delle patologie neurologiche umane.