La Commissione europea ha presentato la proposta di istituire l’European Istitute of Technology (EIT), un nuovo polo d’eccellenza nell’ambito delle tecnologie. Lo scopo dell’Istituto dovrebbe essere quello di rendere l’Europa un’area maggiormente competitiva attraverso il rafforzamento del ‘triangolo della conoscenza’: ricerca-istruzione e trasferimento tecnologico.

Questi tre settori sono stati individuati come quelli chiave per una piena realizzazione della società della conoscenza, attraverso l’attrazione di una massa critica di risorse e una partnership tra mondo accademico e mondo imprenditoriale. EIT cercherà di attrarre i migliori studenti, ricercatori e professionisti a livello internazionale e capitali privati, offrendo così un’interazione che permetterà di rafforzare il legame tra ricerca e istruzione, incentivare i processi di trasferimento tecnologico dalla ricerca applicata verso sbocchi commerciali, intensificando lo scambio di conoscenza tra pubblico e privato.

Attraverso tale strategia, la Commissione mira a rendere l’Europa un’area più competitiva rispetto agli Stati Uniti e verso i Paesi che si stanno affermando come attori delle nuove tecnologie a livello internazionale quali India, Cina e Giappone.

La struttura organizzativa

La struttura dell’EIT dovrebbe essere a due livelli:

  • un comitato direttivo, composto da esperti proveniente dal mondo della scienza e dell’imprenditoria che dovranno decidere della strategia e del budget di EIT, valutare e selezionare le comunità di conoscenza,
  • comunità di conoscenza (knowledge communities) composte da risorse provenienti da università, centri di ricerca ed imprese che operano nei tre settori chiave e che lavorerebbero nelle aree strategiche inter-disciplinari.

EIT assumerebbe la forma giuridica di un istituzione indipendente dagli Stati Membri con una sua personalità giuridica.

Le aree strategiche di EIT sarebbero le nanotecnologie e le tecnologie della comunicazione e dell’informazione.

La Commissione prevede per EIT un budget da 1-2 bilioni di euro provenienti dall’Unioen Europea dagli Stati Membri e dal settore industriale.

La consultazione

La proposta di un Istituto europeo di Tecnologia non è stata esente da critiche provenienti da esponenti del mondo accademico ed imprenditoriale in occasione della consultazione avvenuta lo scorso novembre.

Tra le principali obiezioni che sono mosse alla creazione di EIT vi è il timore di duplicare una istituzione come l’ERC (l’European Research Council ).

Secondo alcuni rispetto all’ERC, che costituisce un fondo per i progetti di ricerca di base, l’EIT dovrebbe perseguire di obiettivi di breve e medio periodo, al contrario dell’ERC, assumere perciò non la forma di un’agenzia ma di un ‘operatore della conoscenza’: EIT dovrebbe occuparsi del trasferimento tecnologico e delle ricadute a livello commerciale e lasciare la ricerca di base e le strategie di lungo periodo all’ERC .

Inoltre, dal punto di vista finanziario, EIT attrarrebbe risorse finanziarie che altrimenti potrebbero essere destinate all’ERC.

La comunità accademica (il gruppo Coimbra, EUA, Leru), nei loro interventi non sembrano convinti della funzione di EIT, precisando che l’ERC dovrebbe restare prioritario, e che i modelli proposti per EIT ostacolerebbero la concorrenza, non genererebbero effetti di breve e medio termine e non vi sarebbero dei vantaggi a favore della sostenibilità

La proposta della creazione dell’EIT da parte della Commissione è frutto della consultazione del Novembre 2005, promossa dalla stessa Commissione, che richiedeva dei pareri sulla creazione dell’Istituto europeo di tecnologia.

La Commissione europea presenterà ufficialmente la proposta entro la fine del 2006. Nel caso di valutazione positiva nel 2008 verrà istituito l’EIT per iniziare le attività all’inizio del 2009.

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