Il 3 febbraio 2016, a dieci giorni dalla sparizione, sono state rinvenute alla periferia del Cairo le spoglie di Giulio Regeni, cittadino italiano e dottorando dell’Università di Cambridge. Il giovane studioso si trovava nella capitale egiziana per condurre una ricerca sulle organizzazioni sindacali indipendenti nell’Egitto post-Mubarak, nell’ambito di una visita di studio presso l’American University.

Secondo fonti ufficiali, Regeni è stato sottoposto a pratiche di tortura per più giorni, circostanza che mal si adatta alle diverse ipotesi avanzate nel corso degli ultimi mesi dalle autorità del Cairo per spiegarne la morte: l’incidente stradale, l’episodio di criminalità, la vendetta privata, il complotto terroristico.

Sottolineare da un lato che le motivazioni dell’omicidio di Regeni ancora oggi risultano oscure, dall’altro la sua dedizione a una ricerca su temi politicamente sensibili, assume un peso rilevante se si guarda al quadro complessivo in cui si è consumata la tragica vicenda del giovane ricercatore: il governo di Al Sisi sembra perseguire infatti una spregiudicata politica repressiva verso ogni forma di dissenso e lesiva delle basilari libertà individuali e dei diritti umani, dunque anche della libertà di ricerca e sapere.

La Scuola Normale Superiore è un’istituzione in cui i valori di merito ed eccellenza sono vitalmente legati ai principi del pluralismo e della libertà di espressione e di insegnamento. Per questo motivo è importante che gli organi istituzionali della Scuola, raccogliendo il sentire condiviso degli allievi, dei ricercatori, dei docenti tutti, si facciano portavoce di un’istanza di giustizia e verità sul destino di Giulio Regeni, in nome della condanna di ogni oscurantismo e tentativo violento di ostacolare il libero perseguimento del sapere.

Pertanto, in accordo con la mozione del 12 Febbraio della Conferenza dei Rettori delle Università italiane, stante la risoluzione del Parlamento Europeo del 10 Marzo, il Collegio Accademico sollecita il Direttore e il Consiglio Direttivo  della Scuola Normale Superiore a farsi promotori presso il Governo italiano affinché esso persista con fermezza nel sostenere il proseguimento delle indagini da parte delle autorità italiane e nel richiedere la piena e trasparente collaborazione delle autorità egiziane fino al raggiungimento della certezza della verità.