Di Mario Ventrelli

Innanzitutto la luce: il suo taglio espressionista accarezza plasticamente le morbide curve delle statue nella Gipsoteca di Arte Antica. Poi i suoni: la musica di un flauto e una viola, come un vento lontano che si diffonde tra i gessi del museo.Infine la materia: quella degli attori che, fasciati di nero, emergono lentamente dal buio, come allucinazioni. L’effetto coinvolge sinesteticamente lo spettatore, lo prende per mano portandolo indietro nel tempo di quasi 2500 anni. Sembrano appunti di scena tratti da un taccuino di Orson Welles, ed invece quella che stiamo descrivendo è la sapiente regia attraverso la quale rivive il dramma dell’Elettra di Sofocle, messa in scena dalla prima compagnia teatrale della storia della Scuola Normale.

Elettra è la figlia di Agamennone, re di Micene, ucciso dall’adultera Clitennestra. L’assassinio del padre segna la vita della fanciulla e scava un abisso di incomunicabilità tra lei e la madre. Il suo desiderio di vendetta si realizza con il ritorno in patria del fratello Oreste. Insieme i due uccidono Clitennestra e il suo amante Egisto.

Attraverso la guida di Letizia Giuliani, nella regia dell’Elettra, nulla è stato lasciato al caso: dalla traduzione alla recitazione, dall’ideazione e realizzazione dei costumi di scena, alla composizione ed esecuzione delle musiche, all’allestimento scenico. Le parole si rincorrono tra i gessi di Efebo di Krìtios, dell’Apollo del Belvedere, di Hermes di Olimpia, di Penelope, di Afodite, del Laocoonte dei Musei Vaticani, riecheggiando tra le navate della suggestiva Gipsoteca di Arte Antica di Pisa.

Tra gli interpreti di spicco di questa messa in scena, una menzione particolare la merita Laura Pinato nei panni di Elettra. Sofocle incentra tutto il dramma su questo personaggio e sulla sua spietata determinazione nel voler compiere il matricidio (suggestive e affascinanti risultano essere le tante interpretazioni freudiane del rapporto tra Elettra e il padre). Laura Pinato ha saputo rendere alla perfezione quel sentimento di odio implacabile che raramente il mondo antico ha saputo rappresentare così forte, così crudele. Una cenno alla raffinatezza dei costumi di Chiara Ballestrazzi e Letizia Giuliani, alle musiche composte da Ugo Bindini ed eseguite da Giorgio Ferronato al flauto e da Ludovico Pontiggia alla viola, che bene hanno saputo tessere, nel gioco dei pieni e dei vuoti, quella trama di sensazioni forti che sottende a tutta la tragedia.

Come recita la brochure dell’opera “Organizzare uno spettacolo teatrale è un’impresa ardua sotto molti aspetti, e questi mesi di lavoro hanno anche mostrato la vitalità della Scuola Normale e delle sue strutture, che hanno prestato ciascuna il proprio sostegno generoso alle varie fasi di realizzazione del progetto: a loro va il nostro più sentito ringraziamento”. Alla luce dell’ottima messa in scena, non ci resta che sperare in ulteriori repliche.

Gipsoteca di Arte Antica

10, 11 e 12 giugno, Gipsoteca di Arte Antica, Piazza S. Paolo all’Orto Pisa.

Elettra: Laura Pinato, Oreste: Francesco Cannizzaro, Alessandro Giardini. Giovanni Lovisetto, Pedagogo:Edoardo Galfré, Francesco Morosi, Crisotemi: Maria Martini, Marta Mussi, Arianna Piazzalunga, Clitennestra: Chiara Ballestrazzi, Martina Bottacchiari, Egisto: Guido Maria Lido, Pilade: Andrea Bianchi, Coro: Filippo Bosco, Margherita Fantoli, Giorgio Ferronato,  Corifeo, Simone Salvatore, Chiara Ballestrazzi, Andrea Bianchi, Martina Bottacchiari, Francesco Cannizzaro, Edoardo Galfré, Alessandro Giardini, Guido Maria Lido, Giovanni Lovisetto, Maria Martini, Francesco Morosi, Marta Mussi, Arianna Piazzalunga. Traduzione: Edoardo Benati, Leon Battista Borsano, Stefano Fanucchi, Giovanni Mandolino, Lea Niccolai, Ilaria Ottria, Leyla Ozbek.