Da alcuni anni la Scuola Normale sta promuovendo la pubblicazione dei carteggi di grandi intellettuali che ne sono stati allievi oppure autorevoli professori. Spiccano fra questi i carteggi D’Ancona, D’Ovidio, Timpanaro. Nell’ambito di questa iniziativa si affianca ora il carteggio di Russo con Croce che si snoda in un arco di tempo compreso tra il 1912 e il 1948.

Luigi Russo Benedetto Croce. Carteggio 1912 1948

a cura di Emanuele Cutinelli-Rendina, Pisa, Edizioni della Normale 2006, ISBN 88 7642 156 4, 2 voll. pp. 780, € 55,00

Già alla fine degli anni Quaranta Luigi Russo indicò il rilievo di alcuni suoi carteggi: « Fra dieci o vent’anni, si potrà stampare un interessantissimo volume di Lettere di B. Croce, di G. Gentile, di A. Omodeo a Luigi Russo, ma devono farlo gli altri: non si possono mettere le mani in quei brandelli di vita dolorosa, che grondano ancora di lacrime represse e di rinunzie; si vedrà di quali crucci e di quali angosce e incubi siamo vissuti per due decenni, per la difesa e l’indipendenza della cultura » (Luigi Russo, De vera religione, Torino, Einaudi, 1949, p. 228).

Dopo quello con Giovanni Gentile, apparso nel 1997 sempre nelle Edizioni della Normale, vede ora la luce lo scambio epistolare, assai più consistente, con Benedetto Croce. Si tratta di 455 lettere, più alcuni importanti documenti integrativi in appendice, che vanno dall’agosto 1912 al dicembre 1948. Un trentacinquennio quanto mai intenso attraverso il quale si potrà seguire il lievitare, a contatto costante con il filolosofo napoletano, della personalità intellettuale e morale di Luigi Russo: dalle ansie del giovane normalista alla ricerca di una sua strada alle prime decisive prove di storiografia letteraria e di metodologia critica; dall’impegno nella polemica culturale durante il ventennio fascista fino all’ingresso, nel secondo dopoguerra, dell’ormai autorevole direttore della Scuola Normale Superiore nella vita pubblica italiana, Croce è sempre per Russo l’interlocutore privilegiato, la figura in qualche modo paterna dalla quale sperare sostegno e consiglio.

Nella sua grande varietà tematica questo carteggio si presenta come un documento di eccezionale interesse per la vita culturale e civile dei decenni centrali del Ventesimo secolo, tra l’Italia prefascista e gli albori incerti della nuova Italia repubblicana. Per i temi strettamente letterari, si potrà segnalare il laboratorio di una delle collezioni più prestigiose di classici italiani, gli « Scrittori d’Italia » della Laterza, che alla metà degli anni Trenta Croce, pur rimanendone dietro le quinte l’ispiratore, volle affidare all’energica direzione di Russo ; la discussione protrattasi per quasi un ventennio sulla ‘poesia’ dei Promessi sposi, non senza conseguenze sugli scritti pubblici dei due corrispondenti ; le vicende di un’edizione, alla quale Croce annetteva grande importanza, delle Rime del Tasso, purtroppo mai giunta in porto. Sul piano della storia politica e civile, andrà almeno indicato il coinvolgimento partecipe di Croce nelle vicende delle varie riviste in cui Russo si investì, dal « Leonardo » alla « Nuova Italia » fino al laborioso avviamento di « Belfagor » ; le polemiche con illustri rappresentanti della cultura fascista, come Francesco Ercole e Gioacchino Volpe ; e infine, fitto e assai intenso, il carteggio degli ultimi anni, dove certo si registrano ancora molte e significative occasioni di scambio intellettuale e di amichevole collaborazione, ma pure si approfondisce il dissidio che covava latente tra i due corrispondenti, fino alla dolorosa interruzione dei rapporti dopo la scelta di Russo di candidarsi come indipendente, nell’aprile del 1948, nelle liste del partito comunista italiano. I due corrispondenti andavano in effetti maturando, ciascuno per proprio conto, diverse sensibilità nei confronti di quel che di nuovo era impetuosamente venuto fuori nella società italiana dalle rovine del fascismo. Di qui le risposte non componibili alla crisi da cui era attraversata la vita pubblica e, quindi, una rottura tanto dolorosa sul piano personale quanto, forse, storicamente necessaria.

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