Ex allievo della Scuola Normale, è stato premiato per il saggio «Torquato Tasso e il "De fuga saeculi" di Sant'Ambrogio. Una nuova fonte (e altro) per il "Monte Oliveto"», ex equo con un lavoro del prof. Yuji Murase dell’Università di Tokyo.

Pisa, 24 novembre 2020.

Massimo Colella, ex allievo della Scuola Normale, si è aggiudicato l’edizione 2020 del «Premio Tasso» per un suo saggio sul poeta sorrentino.

Organizzato dal Centro di Studi Tassiani della città di Bergamo, il Premio Tasso è giunto quest'anno alla sua sessantesima edizione.

La cerimonia di assegnazione si è svolta venerdì 20 novembre, in modalità online. Colella è stato premiato per il saggio «Torquato Tasso e il "De fuga saeculi" di Sant'Ambrogio. Una nuova fonte (e altro) per il "Monte Oliveto"», che analizza l’ultima fase della produzione tassiana, ed è co-vincitore con il giapponese Yuji Murase, professore di Lingua e letteratura italiana all'università di Kyoto, che aveva presentato un lavoro sull’uso del discorso diretto nella Gerusalemme liberata.

Nato a Ischia nel 1989, Colella ha svolto il Corso ordinario alla Normale di Pisa in Discipline filologiche e linguistiche moderne, conseguendo il Diploma di Licenza della Normale e la laurea in Lingua e letteratura italiana presso l'Università di Pisa. Ha svolto il dottorato in co-tutela alle Università di Paris-Sorbonne / Firenze / Bonn. Attualmente è assegnista di ricerca presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". È autore di varie pubblicazioni relative ad aspetti e momenti della storia letteraria italiana dalle origini ad oggi.

Nel saggio vincitore ex equo, Colella ha individuato una nuova, importante fonte del Monte Oliveto, poemetto di argomento sacro dell'ultima fase della produzione letteraria tassiana: il De fuga saeculi di Sant'Ambrogio.

Colella ha spiegato la propria ricerca sul Monte Oliveto durante la premiazione web del premio Tasso, alla quale sono intervenuti Yuji Murase, il presidente del Centro, Luca Bani, la direttrice della Biblioteca Mai, sede dell'istituzione, Maria Elisabetta Manca, il professor Uberto Motta, dell'Università di Friburgo (Svizzera), che ha tenuto la prolusione.

L’intervento di Massimo Colella a questo LINK.

 

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