Nelle Città invisibili il Marco Polo di Italo Calvino descrive cinquantacinque città, ognuna con un nome di donna. Che significato hanno questi nomi?

In un volume appena pubblicato dalle edizioni Nerosubianco, gli autori Gian Paolo Giudicetti e Marinella Lizza Venuti, a partire dall’analisi onomastica, commentano nei particolari i cinquantacinque testi. L’investigazione sistematica dei nomi delle città e l’analisi di ognuno dei singoli brani presentano una serie di input innovativi e mirano a coprire un vuoto nella critica calviniana.

Giudicetti e Lizza Venuti hanno individuato numerosi collegamenti con diverse opere di Calvino e con tanti altri testi della tradizione che l’autore delle Città invisibili può aver preso in considerazione.

Marinella Lizza Venuti (1978) ha conseguito la laurea in Lettere e il dottorato di ricerca in Studi italianistici presso l’Università di Pisa e il diploma di licenza in Lettere presso la Scuola Normale Superiore. Insegna italiano, latino, storia e geografia nei licei. Si occupa di letterature comparate, didattica, informatica umanistica. Ha pubblicato saggi su Calvino, su riprese del mito classico in autori del Novecento (Savinio, Alvaro), su problemi di didattica della scrittura e di storia contemporanea.

Gian Paolo Giudicetti (1975) ha studiato a Zurigo e si è addottorato a Louvain-la-Neuve con una tesi sulla narrativa di Borgese. Ha pubblicato un manuale per l’apprendimento delle lingue romanze (con altri autori, I sette setacci, Shaker, 2002), un libro d’interviste a scrittori svizzeri (Scrittori svizzeri oggi, Salvioni, 2004), La narrativa di Giuseppe Antonio Borgese (Cesati, 2005), una monografia sui discorsi dei personaggi nell’Orlando Furioso (Mandricardo e la melanconia, Peter Lang, 2010). Ha curato un numero speciale di Les Lettres romanes (2008) sull’opera ariostesca e, per Nerosubianco, Il sole non è tramontato (2009), una raccolta di novelle di Borgese.