Torino, Palazzo Bricherasio, 8 febbraio – 7 maggio 2006.

Il Papiro di Artemidoro, l’eccezionale reperto di epoca tolemaica, riemerge dopo 2000 anni di oblio.

Il pubblico lo potrà ora conoscere grazie alla Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo – che lo ha recentemente acquistato e fatto accuratamente restaurare e che ha promosso, in collaborazione con la Fondazione Museo delle Antichità Egizie la straordinaria mostra nelle sale di Palazzo Bricherasio.Sarà così possibile ammirare non solo un’ampia porzione di un testo perduto del geografo Artemidoro di Efeso, finora noto essenzialmente come fonte di Strabone, ma anche tre diversi strati di immagini: la più antica carta geografica di età classica ad oggi nota, un repertorio di animali reali e fantastici, e infine un taccuino con disegni di figura, probabilmente provenienti da botteghe di artisti.

Il papiro fu scritto verso la metà del I secolo a.C. (cioè pochi decenni dopo la morte di Artemidoro), e tutte le fasi della sua vita si svolgono da quel momento fino alla fine del I secolo d.C. Più tardi, il papiro fu ridotto a materiale da macero, e con altri documenti (una ventina di lettere, in parte collegate all’amministrazione romana dell’Egitto) entrò a far parte del cartonnage di una mummia.

La mostra, curata dal Professor Claudio Gallazzi e dal Professor Salvatore Settis, si ripromette di illustrare
il Papiro di Artemidoro nei suoi vari aspetti, ricreando intorno ad esso un contesto di saperi, di volti e di culture che ne spieghi l’origine e al tempo stesso ne mostri il vivo interesse nell’orizzonte culturale a noi contemporaneo.

Centro generatore dell’esibizione sarà ovviamente lo stesso Papiro, accompagnato da accuratissimi disegni che ne favoriranno la lettura consentendo anche l’integrazione di alcune parti mancanti, ma ricostruibili grazie all’impronta che l’inchiostro ha lasciato quando il papiro era arrotolato. Tutto il resto ruoterà intorno al Papiro e ne consentirà una conoscenza ricca e stimolante, snodandosi lungo un percorso sequenziale attentamente progettato.

Una prima parte della mostra offrirà in sintesi un’idea di come nascessero gli antichi rotuli di papiro, di come i papiri venissero utilizzati per la scrittura e per la lettura, e di come materiali papiracei potessero esser trasformati in cartonnage.

Il ricco contesto storico che è lo sfondo della vita del Papiro verrà quindi evocato da una serie di “volti dall’Egitto greco-romano” prima e, subito dopo, da una serie di “volti dalla Betica” (la porzione di territorio spagnolo rappresentata sulla carta geografica).

Verrà quindi illustrata mediante pochi, significativi esempi la storia della cartografia antica e dei suoi riflessi in manoscritti medievali, tentativi di “carte del mondo” e di ricostruzioni della cartografia di Tolomeo; questa parte sarà arricchita da antichi strumenti di misurazione e rilevazione cartografica.

Il repertorio animalistico che occupa la faccia posteriore del papiro verrà illustrato in mostra da una serie di preziose rappresentazioni di animali in mosaico, in scultura e su stoffe, argenti e ceramiche, mentre la serie di disegni di figura da statue verrà commentata da ritratti e statue di divinità, qualche pittura e altri oggetti.

La bottega dell’artista antico verrà mostrata attraverso una serie di rare rappresentazioni, a partire dalla famosa coppa del “Pittore della Fonderia” di Berlino (c. 480 a.C.), nonché dagli strumenti di pittori e scultori e da alcuni dei celebri calchi di Baia, i più antichi calchi in gesso conservati da sculture classiche.

Le ultime due sezioni offriranno, con esempi scelti sulla base della qualità e rappresentatività, uno sguardo dall’alto all’illustrazione libraria nell’antichità e raccoglieranno una scelta dei più rappresentativi frammenti di sketchbooks di età classica conservati, mostrando anche la sopravvivenza di questa pratica artistica fino alla “rinascita dell’antichità” del sec. XV. Risulteranno così ancor più chiare, alla fine del percorso, l’assoluta unicità del Papiro di Artemidoro e le ragioni della sua straordinaria importanza. Saranno esposti in mostra reperti di una trentina di musei; ma prevalente sarà l’apporto delle collezioni del Museo Egizio di Torino, dimostrando anche per tal via la sua ricchezza, importanza e varietà.

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