Pisa. 08/02/12. “L’Opera da tre soldi” (Die Dreigroschenoper), il  dramma di Bertolt Brecht con musica di Kurt Weill, in programma al Teatro Verdi di Pisa, sabato sabato 11 febbraio dalle 20.30, per I concerti della Normale, per un progetto LTL Opera Studio. Nathalie Marin dirigerà l’orchestra mentre David Haughton è alla regia. Un testo teatrale brechtiano forte, dai contenuti diretti, dal linguaggio crudo e dall’ambientazione degradata, nel quale la denuncia sociale prende il sopravvento e che richiede forti personalità attoriali, incontra i giovani cantanti dell’Operastudio, cantanti lirici come furono i solisti della prima versione di questa storia, quella Beggar’s Opera (“Opera del mendicante”) di John Gay, musicata da Johann Christoph Pepusch nel 1728 come satira sociopolitica e parodia del melodramma italiano. Divenuta poi, due secoli esatti dopo, nel testo di Brecht e nella versione musicale di Weill (nella foto), pièce per attori cantanti, ebbe in Italia una fortunatissima versione teatrale affidata al genio di Strehler che ne firmò l’adattamento in lingua italiana sia nei testi recitati che nel cantato.

Il testo scelto dai teatri coproduttori per questa edizione è proprio quel testo che Strehler rese celebre. Die Dreigroschenoper (“L’Opera da tre soldi”), chiamata così da Brecht pensando provocatoriamente al costo del biglietto di entrata, ebbe interpreti come Lotte Lenya (la signora Weill), Marlene Dietrich e, in tempi moderni, Milly prima e Milva poi. Riproporla in italiano e di nuovo con cantanti lirici, come nella versione settecentesca, può sembrare azzardato e irrispettoso della vocalità prevista da Weill, ma è un interessante esperimento d’incontro tra due forme d’arte, probabilmente antitetiche, ma ugualmente potenti.

Vedere i giovani cantanti lirici affrontare questo testo letterario così importante, confrontarsi con esso fino in fondo nella realtà che presenta e nel messaggio esplicito che vuol lasciare, è una sfida accattivante che mette a confronto due generazioni, due stili, due mondi appartenenti entrambi a un’umanità privilegiata e “colta”. La sapiente mano di David Haughton alla regia, la graditissima e rara presenza di un direttore d’orchestra donna, la francese Nathalie Marin, aggiungono un pizzico di internazionalità e un grande apporto di novità, saggezza e creatività. Un inno al teatro impegnato, agli ideali brechtiani per nulla tramontati, alla gioventù degli interpreti, selezionatissimi quest’anno tra i più promettenti nel panorama lirico, sono le caratteristiche di questa produzione che presentiamo, felici, al pubblico.