L’artista Marco Bagnoli (tra l’altro con trascorsi da “normalista”), ha esposto una sua opera, Spazio x Tempo con fonte, nel Palazzo della Carovana della Scuola Normale. L’occasione è stata la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 17 ottobre 2015, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico. L’opera ha la forma/metafora di Fonte (1994), sorgente d’ispirazione e luogo di trasmissione della conoscenza. Consiste in un quadrato centrale vuoto, a partire dal quale una progressione crescente di poligoni regolari è iscritta in un disco concavo in legno dipinto di bianco e illuminato da un cerchio di luce.

Marco Bagnoli, dopo gli studi in Chimica all’Università di Pisa, dagli anni Settanta si è dedicato all’attività artistica elaborando un’originale speculazione sulle relazioni fra arte, religione e scienza (ARS), alla ricerca di una sintesi possibile fra l’esplorazione estetica, la tensione spirituale e il rigore cognitivo.

Il lavoro dell’artista assume il carattere della rivelazione, di un inaspettato “abbandonarsi al vuoto”. Come ha dichiarato Bagnoli, “l’opera d’arte è sempre un miracolo, perché essa avviene nel mondo e per il mondo, ed essa si fa nonostante ciò che esiste nel mondo… L’opera d’arte avviene nel vuoto, e in questo avvenire compie, per eccesso, l’offerta di sé, essa è allora agape, raccoglie in sé il mondo nel vuoto del suo rappresentarsi, si riempie del mondo”.*

Secondo Bagnoli “il centro accerchia la visione… L’occhio, che per l’osservatore fisico è un limite invalicabile, un non visibile, un punto cieco della rappresentazione, per l’artista è lo strumento di partenza, da cui si irradia la visione”.*

Al fulcro plastico e visivo è associata, su un intenso campo rosso, una banda rettangolare di colore rame, che richiama la forma emblematica associata dall’artista al concetto di soglia, di apertura e per estensione di comprensione e illuminazione. Dalla metà degli anni Settanta, Bagnoli ha impiegato questo segno in una riflessione costante sul rapporto SPAZIO X TEMPO, la cui formula contiene la derivazione IO X TE che sintetizza la relazione fra l’artista e il mondo, l’aspirazione e dispersione della creazione nei confronti dell’esistente.

“Oltre la semplice luce – afferma ancora Bagnoli – sta di fronte solo lo sguardo cieco dell’artista, che è il suo particolare modo di essere nella creazione, analogo al ritrarsi dello spirito (e una capacità di abbandonarsi al vuoto) che lo distingue da tutti gli altri creatori conformi al mondo che ‘avanza’, e che lo obbliga a restare (assolutamente libero)”.**

L’intera installazione, SPAZIO X TEMPO con Fonte, realizzata dall’artista nello spazio antistante allo scalone al primo piano del Palazzo della Carovana, a cura del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, coinvolge l’ambiente attraverso nuove combinazioni di linguaggi artistici, quali la pittura e la scultura, e tramite inedite sperimentazioni di materiali e forme, intese a indagare l’immagine sensibile oltre il sapere cognitivo, come un’intuizione creativa che si manifesta e paradossalmente rimane indimostrabile.

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Le citazioni dell’artista sono tratte da:

*Marco Bagnoli, catalogo della mostra personale tenuta al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (7 ottobre 1995 – 15 gennaio 1996), pubblicato a Pescara nel 1995

**Marco Bagnoli, intervento al seminario Ars Aevi, Sarajevo, 26 novembre 2001

 

Marco Bagnoli è nato Firenze e lavora a Montelupo. Ha esposto per la prima volta a Milano nel 1975 e tenuto mostre in numerosi musei, fra i quali De Appel Arts Centre di Amsterdam, Centre d’Art Contemporain di Ginevra, Castello di Rivoli, Centro Luigi Pecci di Prato, Magasin Centre di Grenoble, IVAM di Valencia, Museo Ars Aevi di Sarajevo, Museo di Belle Arti di Praga, Museo MADRE di Napoli.

Ha partecipato inoltre alle maggiori rassegne artistiche internazionali, fra le quali la X Biennale de Paris nel 1976, la Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1982, 1993, 1997 e Documenta a Kassel nel 1982, 1992.