Di Luigi Ambrosio*

Alessio Figalli è un matematico e, in particolare, un problem solver, di eccezionale talento. In lui vedo coesistere, tutte al massimo livello, le doti che ritengo fondamentali per avere successo nel mondo della ricerca: velocità e profondità nell’assimilazione dei lavori dei matematici che ci hanno preceduto, inventiva, capacità più propriamente “tecniche”, le giuste dosi di gusto e ambizione nella scelta dei propri temi di ricerca. A queste doti vorrei aggiungere la sua personalità, al tempo stesso carismatica e di grande equilibrio, che lo rende un collega benvoluto e stimato da tutto il nostro ambiente e un ambito collaboratore nelle ricerche.

Ho avuto e ho la fortuna di lavorare in un’istituzione nella quale l’interazione con allievi e studenti è spesso fonte di grandi soddisfazioni. Il mio primo incontro con Alessio risale alla fine del secondo anno dei suoi studi in Normale, quando volle chiedermi delle letture per approfondire le sue conoscenze nell’ambito della Teoria Geometrica della Misura, tema al quale era dedicata la sua tesi triennale, sotto la supervisione di Giovanni Alberti. Sin dal secondo incontro, che avvenne a distanza di pochissimi giorni, dalle domande che mi pose sui testi che aveva letto mi resi subito conto di avere di fronte un talento eccezionale, che meritava di seguire un percorso particolare. Nacque così il nostro rapporto, che diventò molto velocemente ben di più di quello tradizionale docente/allievo.

C’è un elemento di enorme gratificazione nel veder “crescere” i propri allievi e nel seguire la loro carriera, a volte fulminea come nel caso di Alessio. Personalmente trovo questa gratificazione quasi pari a quella che può derivare dalla dimostrazione o dalla scoperta di un nuovo e importante risultato. La medaglia Fields di Alessio va anche a premiare, indirettamente, le forti tradizioni della matematica italiana e in particolare pisana nel campo del Calcolo delle Variazioni e delle Equazioni alle Derivate Parziali, grazie alla preziosa eredità di matematici del recente passato, e in questi campi vorrei ricordare in particolare Leonida Tonelli, Guido Stampacchia e il grande Ennio De Giorgi, tutti docenti presso la Scuola. Parte fondamentale del successo del nostro percorso formativo è l’alto livello della formazione garantita, in parallelo alla nostra, dal Dipartimento di Matematica dell’Università di Pisa. A questo si aggiungono tutte le attività, in particolare il circuito delle Olimpiadi di Matematica, che attraggono verso Pisa e verso la Scuola Normale tanti promettenti talenti”.

*Luigi Ambrosio è professore ordinario di Analisi matematica alla Scuola Normale.