Convegno della Classe di Scienze politico-sociali della Scuola Normale Superiore a Palazzo Strozzi, Sala l’Altana, lunedì 21 marzo dalle ore 9. Tra i partecipanti, Joseph LeviIzzeddin Elzir.

 

FIRENZE, 18 marzo 2022.  Con oltre 100 comunità religiose, da quelle cristiane (con le varie confessioni ortodosse e protestanti, oltreché cattoliche), a quelle ebraiche; dalle musulmane alle buddiste e induiste (le più importanti d’Italia), la città di Firenze è caratterizzata da un pluralismo religioso tra i più fecondi dei capoluoghi italiani. Ma tale diversificata presenza - che rappresenta un importante valore di ricchezza culturale e sociale – pone anche rilevanti questioni legate alla tutela dei diritti delle minoranze e alla lotta a ineguaglianze ed esclusione.

  Si discuterà di tutto questo lunedì 21 marzo dalle ore 9 nella Sala “l’Altana” di Palazzo Strozzi, in un incontro in presenza e in diretta streaming, organizzato dalla Classe di Scienze politico-sociali della Scuola Normale Superiore.

Parteciperanno moltissimi rappresentanti del territorio: da quelli della sfera religiosa fiorentina, come l’ex rabbino capo della comunità ebraica Joseph Levi, l’imam ed ex presidente dell’Unione delle comunità islamiche in Italia Izzeddin Elzir; l’islamista e politologo Oliver Roy, agli attori locali del mondo delle istituzioni (la consigliera regionale e 
Presidente V commissione Cristina Giachi, l’assessore comunale alle politiche abitative Alessandro Martini, Valentina Zucchi, Associazione MUS.E, Sara Bensi, Ordine assistenti sociali) e delle università (Hans-Jörg Trenz, Scuola Normale, Isabella Gagliardi e Silvia Guetta, Università di Firenze, Tina Magazzini, Istituto Universitario Europeo).
Modererà la discussione la giornalista Maria Cristina Carratù.

  Nel convegno, organizzato dal dottorando della Scuola Normale Beniamino Peruzzi Castellani, oltre allo stato dell’arte dell’impegno fiorentino alla promozione di pluralismo religioso, si guarderà alle prospettive future: per la prima volta
si discuterà la creazione di un coordinamento permanente tra tutti i soggetti in campo, che faciliti il dialogo, la cooperazione, e lo scambio di conoscenze, metodologie e buone prassi tra i diversi soggetti che lavorano nel campo della promozione del pluralismo religioso e dell'inclusione della diversità religiosa.