Come ogni anno, il 18 ottobre si inaugura l’anno accademico della Scuola Normale Superiore, il 206° dal decreto di fondazione. Oltre due secoli di storia, solo poche settimane dall’inizio del mio servizio come Direttore. E’ un vero onore essere alla guida di una Istituzione che ha sempre esercitato su di me un grande fascino e per la quale ho sempre nutrito un rispetto profondo. E’ un incarico di grandissima responsabilità, in sé certo, ma ancora di più per il ruolo che ritengo la Scuola possa e debba svolgere, sia al livello internazionale sia al servizio del Paese. L’ho detto più volte e mi piace ripeterlo anche qui: a mio modo di vedere, la Normale deve essere, non a parole ma nei fatti, un vero e proprio “Laboratorio” di idee. Dati i nostri “piccoli” numeri, con studenti, ricercatori e professori super selezionati, possiamo permetterci di sperimentare nuovi scenari scientifici e culturali. Dobbiamo farlo per contribuire a disegnare, con energia e coraggio, il futuro del paese e della formazione e della ricerca a livello internazionale.

Il principale punto di forza della Scuola è da sempre la qualità dei suoi giovani, frutto di un costante impegno nella selezione e nell’alta formazione, a partire dal corso ordinario, cardine del nostro modello formativo. Per quanto riguarda la formazione, le competenze e l’impegno dei tre presidi della Scuola,  Donatella Della Porta, Giampiero Rosati e Angelo Vistoli, garantiscono il mantenimento e, anzi, il miglioramento degli standard particolarmente elevati che sono nella tradizione della Scuola. Per quanto riguarda la ricerca, le tematiche tradizionali della Scuola saranno sicuramente integrate da una maggiore attenzione al trasferimento tecnologico, anche grazie all’azione del nuovo delegato Lorenzo Mosca. Ma l’integrazione tra formazione e ricerca di eccellenza pone il problema urgente della determinazione delle linee di sviluppo culturale e scientifico della Scuola, che devono restare alla base del reclutamento di nuovi docenti. Non si può procedere a una cooptazione solo sulla base dell’esistente. Occorre, invece, individuare anzitutto quali direzioni privilegiare, coniugando un’ottica specificamente disciplinare con una prospettiva innovativa e interdisciplinare. A tale riguardo, è particolarmente urgente l’immissione nella Scuola, soprattutto nella Classe di Scienze Umane, di nuovi docenti già affermati, che possano disporre di un orizzonte temporale sufficientemente lungo da permettere loro di radicarsi e di avviare iniziative e progetti di ampio respiro e di medio-lungo termine. Le procedure di reclutamento devono coniugare flessibilità e rigore, anche attraverso una maggiore assunzione di responsabilità diretta da parte della comunità della Scuola. 
Lo stesso vale anche nei riguardi del personale tecnico-amministrativo della Scuola, la cui eccellenza e attaccamento all’istituzione sono da sempre un altro nostro punto di forza. In questo, come in molti altri contesti, la Scuola dedicherà una nuova e costante attenzione all’equilibrio di genere.

La proposta e l’implementazione di modelli innovativi nel solco della tradizione è sempre stata la missione centrale della Scuola. Penso per esempio ai nostri Corsi di Perfezionamento. La Normale, per prima in Italia, sperimentò percorsi formativi post lauream nel 1927, quelli che oltre 50 anni dopo divennero i dottorati di ricerca dell’università italiana. Oppure penso ai corsi di orientamento della Normale. Nel 1967 a Erice, in Sicilia, vennero organizzate lezioni universitarie per studenti di licei e istituti secondari, selezionati in base al merito scolastico. Era il tentativo di mostrare i migliori scenari di studio ai ragazzi più promettenti che si accingevano a intraprendere l’Università. L’iniziativa fu poi, negli anni, ripresa dagli altri atenei. Con una differenza, però: la finalità dei corsi di orientamento universitari è, legittimamente, quella dell’autopromozione; la finalità dei corsi di orientamento della Scuola è sempre stata, fin dagli inizi, quella di porsi al servizio al Paese, presentando non se stessa ma i migliori percorsi di studio che l’Italia offre.

A questo proposito, il prossimo anno organizzeremo il centesimo corso di orientamento. E’ un traguardo importante, che abbiamo deciso di festeggiare a Pisa. Per la prima volta un corso di orientamento universitario della Normale, “il centesimo”, sarà realizzato nella città che ospita questa Scuola da oltre due secoli. E’ nostra ferma intenzione, però, riprendere con forza la tradizione “itinerante” dei nostri corsi di orientamento.

Come alcuni sanno, sono 5 i corsi che organizziamo ogni estate, ciascuno dei quali raduna un centinaio di studenti al penultimo anno della scuola superiore. Nel 2017, oltre che a Pisa saremo anche a Roma, nella prestigiosa cornice dell’Accademia dei Lincei. E abbiamo intenzione di tornare quanto prima al Palazzone di Cortona, tradizionale “casa” di questa iniziativa. Continueremo ad essere presenti anche a San Miniato, divenuta negli ultimi anni, l’unica sede dei corsi. Ma l’intenzione, è, col tempo, di tornare nuovamente anche al Sud e Nord Italia, in tutte quelle realtà che si dimostreranno sensibili come noi al tema della valorizzazione del talento.

Festeggiare il traguardo dei cento corsi di orientamento proprio a Pisa è un modo per ribadire il ruolo strategico che questa città riveste per la Normale. Prima di tutto per la presenza della Scuola Superiore Sant’Anna. Nessuna città in Italia può vantare, a pochi metri di distanza una dall’altra, due scuole di eccellenza con percorsi di laurea e di dottorato, vita collegiale, prospettiva internazionale. E’ la storia ad aver unito Normale e Sant’Anna:  il collegio Medico Giuridico, da cui nel 1987 nacque la Scuola Sant’Anna, fu parte per alcuni anni della Normale. Questa dimensione di unità e complementarietà deve essere ritrovata, ben al di là delle pratiche già in essere, come il coordinamento di aspetti e strumenti amministrativi o le occasionali collaborazioni a progetti di ricerca comuni. La Scuola Normale si farà agente ispiratore e facilitatore di questa unitarietà, per offrire all’Italia e al mondo un grande polo di “eccellenza”, con percorsi formativi e di ricerca complementari, che risulterebbe assolutamente unico e altamente competitivo. Già nelle prossime settimane contiamo di annunciare i primi risultati del percorso intrapreso insieme.

Strategica per noi è, come sempre, l’Università di Pisa. Una volta superato il concorso di ammissione, gli allievi Normalisti intraprendono un duplice percorso, uno alla Scuola Normale e uno, parallelo, all’Università di Pisa. Per questo è assolutamente cruciale che il livello formativo e scientifico dell’Università di Pisa continui ad essere elevato. In questa prospettiva abbiamo di recente inaugurato, in collaborazione con l’Università di Pisa, due nuove lauree magistrali, una in Neuroscience e l’altra in Materials and Nanotecnology. Questi programmi, interamente in inglese, saranno attivati a partire da questo anno accademico 2016-17 e avranno carattere fortemente innovativo e interdisciplinare. E’ in questa direzione che dobbiamo proseguire in futuro, offrendo opportunità formative innovative, di altissimo profilo e attente ai profili in uscita: sono certo che su questo troveremo nel nuovo Rettore dell’Università di Pisa la stessa disponibilità all’interlocuzione e alla collaborazione che ha caratterizzato l’azione del Rettore uscente.

Noi tutti, Normale, Sant’Anna, Università, sappiamo che una parte importante della nostra attrattività è dovuta alla città in cui ci troviamo. Diamo atto a questa amministrazione comunale di avere fatto molto per migliorare i servizi in città, incluso quello che si chiama “decoro” urbano: ne abbiamo un bell’esempio nella nuova lastricatura della Piazza dei Cavalieri. Colgo questa occasione per annunciare che stiamo lavorando per portare proprio in Piazza dei Cavalieri alcuni eventi legati anche alla stagione concertistica della Normale.

Con questa e con iniziative analoghe vogliamo dare il nostro contributo: Piazza dei Cavalieri non può essere scenario solo di vandalismi e sporcizia, come purtroppo sta avvenendo da qualche tempo. Il Comune di Pisa e le forze dell’ordine faranno la loro parte ma anche noi la nostra, attraverso eventi culturali. Speriamo che la bellezza possa avere la meglio sul degrado.

La Normale è a Pisa e da qualche anno anche a Firenze, a Palazzo Strozzi. Inaugureremo l’anno accademico del nostro Istituto di Scienze Umane e Sociali il 28 Novembre, e in quella sede potrò delineare programmi e progetti che vanno nella stessa direzione: quella cioè di unire le competenze per aumentare il nostro grado di attrazione. Vorrei che l’inclusività e la nostra ambizione di fare sistema si estendessero anche alla terza città toscana sede di Università, Siena. Sono convinto che, così come è avvenuto da oltre due secoli a Pisa e così come andremo a fare a Firenze, anche a Siena la Normale possa essere presente con discipline specifiche. Vorrei che si parlasse in futuro non di Pisa, Firenze, Siena, ma di un “polo” toscano dell’eccellenza. Per la sua storia e il suo prestigio consolidato la Scuola Normale non può non candidarsi ad un ruolo di guida, lavorando assieme a chiunque condivida questo progetto affinché studenti con grandi potenzialità e professori di prestigio internazionale e voglia di costruire, possano vedere in questo “polo” toscano la meta ideale delle proprie ambizioni. Ma poi: come si fa a non investire in ambiti come la storia dell’arte o la civiltà del Rinascimento? quale altra accademia del mondo potrebbe competere con noi in questi settori?

Un punto particolarmente rilevante e strettamente legato all’attrattività della nostra istituzione è qualcosa di cui si parla troppo poco, ed è l’eccellenza anche sul piano etico e comportamentale: la Scuola, proprio in virtù della pratica del metodo scientifico nelle diverse discipline e dell’alta responsabilità formativa che assume, deve essere il luogo nel quale le decisioni vengono prese sulla base di discussioni collegiali anche accese, sulla base di analisi, argomenti e confronto. Un luogo che rifiuta, con ogni mezzo, forme di malcostume tipiche dei luoghi piccoli e chiusi (e, aimè, spesso indice di mediocrità), come sono le maldicenze, le voci anonime e di corridoio.

Strettamente legato al tema etico è, a mio avviso, quello della valutazione e, in particolare, della valutazione dell’eccellenza, che ha bisogno di metriche a sé. Non si può certo continuare ad agire per estensione: estendendo acriticamente alla valutazione delle eccellenze o di singoli, metodi statistici adatti a valutare i valori medi e le strutture. La Scuola si propone di contribuire a questo difficile compito elaborando un proprio documento sulla valutazione delle istituzioni di eccellenza e di accompagnarlo a un bilancio sociale, entrambi da presentare pubblicamente. Deve consolidarsi l’abitudine alla valutazione, non come elemento di discrimine o divisione, ma come metodo di analisi critica dei punti di forza e di debolezza e cardine della crescita complessiva e armonica della Scuola. L’introduzione, accanto alla valutazione ex-ante, di una rigorosa valutazione ex-post affidata a referenti esterni di alto profilo rappresenterà un segnale importante di differenziazione rispetto al panorama nazionale e di adeguamento alle migliori pratiche internazionali. Per la realizzazione di questo ambizioso progetto possiamo contare sull’esperienza e le capacità del Prorettore Fulvio Ricci.

Spero che la Normale del futuro sia sempre più aperta alle collaborazioni, sempre più disposta a fare sistema con altre realtà per svolgere al meglio il suo servizio al Paese e per mantenere il proprio ruolo entro le diverse comunità scientifiche internazionali.  Mi adopererò anche affinché ci sia un maggiore impegno della Scuola  nel farsi conoscere  per la sua attitudine sperimentale non solo nella ricerca e nella formazione ma anche nella promozione di cultura presso comunità diverse da quelle della ricerca e dell’Università.

A livello internazionale, la vocazione della Scuola ad essere parte importante di una comunità accademica mondiale si esprimerà anche nella proposta di un network di Scuole Superiori, quali ad esempio le ENS di Parigi, Lione e Cachan, o gli University College di Utrecht e Leiden. L’Europa e il mondo devono continuare ad essere l’orizzonte quotidiano del lavoro di una Scuola capace di attrarre un numero sempre maggiore di studenti, ricercatori e professori stranieri. Accanto al rapporto con istituzioni internazionali di eccellenza, sarà importante una maggiore apertura interculturale, capace di produrre interazioni, collaborazioni e modelli di dialogo con contesti geografici, linguistici e religiosi di matrice diversa dalla nostra (in particolare verso il bacino del Mediterraneo e il Medio Oriente).

Quello della formazione e della ricerca da un lato e delle attività culturali dall’altro sono aspetti che si integrano. Il progetto di outreach della Scuola, coordinato dal professor Ferrara, è ormai una realtà consolidata che riesce ad attrarre centinaia di visitatori ogni anno nel nostro percorso di immersioni virtuali nella scienza; lo stesso vale per gli appuntamenti “Percorsi nella storia” della Biblioteca della Scuola o per le conferenze “Vi racconto la scoperta che mi ha cambiato la vita”. Il progetto di formazione degli insegnanti “Accademia dei Lincei e Normale per la Scuola” riesce ad attrarre un numero sempre maggiore di professori delle scuole di primo e di secondo grado, tanto che, dal prossimo anno, aumenteranno le discipline incluse nel nostro ventaglio di offerta di aggiornamento professionale. Il progetto museale nella Torre del Conte Ugolino dovrà trovare una più congrua struttura per consentirne una fruizione adeguata.

Anche queste sono occasioni in cui, in linea con quella vocazione di cui ho già detto a proposito dei corsi di orientamento, la Normale non parla di sé, ma dà il suo contributo per far crescere la ricerca in Italia e farne conoscere la storia: in sintesi, per fare anche della ricerca più specializzata, un fatto culturale. Nel prossimo futuro le funzioni di outreach e di comunicazione saranno riunite in un’unica struttura, così da integrarne e renderne ancor più efficaci i risultati. Auguro buon lavoro alla nuova delegata alla Comunicazione, Ilaria Pavan, certo che il suo entusiasmo e la sua creatività saranno il perfetto complemento alle sue competenze di altissimo profilo.

La Biblioteca della Scuola Normale ha di recente aperto una nuova sede nel Palazzo della Canonica. Al suo Presidente, il professor Claudio Ciociola, dobbiamo l’intuizione delle potenzialità come spazio museale della Torre Ugolino nel Palazzo dell’Orologio; sono certo che la Scuola potrà contare su molte altre sue future intuizioni, anche nel ruolo di Vice Direttore che il Prof. Ciociola ha appena assunto.

Proprio in una delle sedi della Biblioteca, il Palazzo del Capitano, dedichiamo quest’oggi una sala al Presidente Carlo Azeglio Ciampi. E’ la sala che ospita le onorificenze che Ciampi ha donato alla Scuola qualche mese fa, prima di venire a mancare. Si tratta di circa 170 tra croci al merito e medaglie d’onore, provenienti da 40 paesi, ricevute da Ciampi durante il suo settennato presidenziale. E’ il valore simbolico di questa donazione che ci onora. E la lettera di Ciampi datata 23 giugno 2016, che abbiamo voluto esporre in originale corredandola di un ingrandimento, esprime nel modo più cristallino ciò che la Normale deve essere anche in futuro, la sua vocazione scientifica e civile:

“Il rigore è il sigillo della Casa; il merito, l’unica discriminante. Chi vi accede, oggi come ieri, deve esserne consapevole: non sono risparmiati sacrifici; non sono date scorciatoie. Questa “Scuola dell’Uomo” è stata e resta la prima missione della Normale. Un primato perseguito con inalterato impegno nel succedersi delle generazioni”.

Firmato Carlo Azeglio Ciampi. Con queste parole che mi onoro di prendere a prestito da un grande normalista e da un grande uomo, dichiaro aperto l’Anno Accademico 2016-2017.

Vincenzo Barone
Direttore Scuola Normale Superiore

18/10/2016