Fabio Beltram*

(* Prolusione per l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2013/2014, in occasione del 203esimo anno dalla fondazione della Scuola. Anche sul canale youtube della Scuola)Pisa, 18 ottobre 2013

Porgo il benvenuto a tutte le autorità civili: all’onorevole Maria Chiara Carrozza, Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca, all’onorevole Massimo Bray, Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, alla Vice Presidente della Regione Toscana; al Prefetto, al Questore, al Presidente della Provincia, e al Sindaco di Pisa, al Sindaco di San Miniato, all’Assessore all’educazione, università, giovani, Europa, e pari opportunità in rappresentanza del Sindaco di Firenze. Benvenuto al Capo del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco. Il nostro bentornato al Presidente del tribunale di Pisa, al Procuratore della Repubblica, agli assessori alla Cultura e agli assessori all’Istruzione della provincia e della città di Pisa. Un benvenuto affettuoso al Presidente della comunità ebraica di Pisa e ai nostri parlamentari presenti.

Un saluto e il benvenuto alle autorità militari: il nuovo comandante provinciale dei carabinieri, il comandante della 46ma brigata aerea, il comandante provinciale della Guardia di Finanza.

Benvenuto alle autorità religiose: sua eccellenza l’arcivescovo di Pisa, e sua eccellenza il vescovo di San Miniato.

Un saluto e il benvenuto alle autorità accademiche: il Rettore dell’Università di Firenze e neo-segretario della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, i Rettori dell’Università di Pisa, di Siena e della Scuola Superiore Sant’Anna, il Direttore dell’Istituto di alti studi IMT, i colleghi rappresentanti gli altri Atenei. Ringrazio per la loro presenza il Direttore Vesentini, il Direttore Amministrativo Daniela Sevieri e la nostra prima Segretario Generale Anna Maria Gaibisso. Grazie al Presidente dell’Accademia dei Lincei che ci onora con la sua presenza. Grazie alla Presidente e ai componenti del nostro nucleo di valutazione oggi qui con noi.

Un benvenuto al nuovo Capo Dipartimento per l’Università e la Ricerca del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, al Vice Presidente dell’Associazione Amici della Scuola Normale Superiore e al consigliere Colaninno, al Presidente dell’Associazione normalisti e ai presidenti delle Fondazioni Pisa, e Palazzo Blu, ai Presidenti della Fondazione e della Banca Cassa di risparmio di San Miniato. Benvenuta al Direttore Regionale ai Beni culturali della Toscana e benvenuto al Direttore del Museo Nazionale di San Matteo.

Benvenuto ai rappresentanti del Consiglio Nazionale delle ricerche, dell’Istituto Italiano di Tecnologia, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, della Fondazione Toscana Life Sciences.

Benvenuti e grazie ai relatori del simposio: oltre a Massimo Bray, Giuliano Amato, Antonella Agnoli, Andrea Angiolini, Edoardo Barbieri, Michele Ciliberto.

Saluto gli allievi, gli ex-allievi e il personale docente e non docente della Scuola.

Un saluto infine a tutte le nostre ospiti e a tutti i nostri ospiti

Il 18 ottobre 1810 a Fontainebleau Napoleone Bonaparte firmò questo decreto e nacque la Scuola Normale Superiore di Pisa. Ecco perché il nostro Statuto fissa nel 18 ottobre l’inizio dell’anno accademico della Scuola ed ecco perché siamo qui oggi per celebrare l’apertura dell’anno accademico 2013/14.

Questo, però, è un anno speciale. Oggi non ricorre solo il 203° anniversario della fondazione, è forse un nuovo anno primo: nasce una nuova Normale che, in assoluta continuità con i principi sui quali è stata fondata e secondo i quali si è sviluppata in oltre due secoli, si aggiorna, si apre a nuove discipline e a una dimensione sempre più internazionale. Non sarà più la Scuola Normale Superiore di Pisa, perché non si deve più distinguere da quella di Parigi. Sarà la Scuola Normale Superiore un istituto superiore con caratteristiche e nome unici al mondo.

Prima di parlare di questa ambiziosa, entusiasmante prospettiva è doveroso un consuntivo anche perché ricorre oggi un altro anniversario, molto meno importante: giunge a metà il mandato dell’attuale direttore… inevitabile fare il punto.

Questi tre anni sono stati intensi. La Scuola è cambiata. L’ha fatto utilizzando tutti gli spazi per l’innovazione offerti dalla legge di riforma universitaria del 2010.

In primo luogo abbiamo ridefinito la struttura del corpo docente. Abbiamo contratto il numero dei professori di ruolo, valorizzato i nostri ricercatori e attivato convenzioni con atenei italiani che oggi arricchiscono la Scuola del contributo di docenti incardinati in altri Atenei: abbiamo così potenziato l’offerta didattica e rafforzato la vitalità scientifica della Normale. Abbiamo inoltre avviato procedure di selezione a livello internazionale come primo passo per individuare nuovi docenti di ruolo. Lo dissi anche lo scorso 18 ottobre, ma desidero confermare che tutte queste scelte sono state effettuate grazie all’apporto determinante di esperti esterni.

Sta puntualmente avvenendo dunque quanto enunciato nell’ottobre 2010 dopo la mia elezione: aumentare l’offerta didattica e gli stimoli culturali per i nostri allievi senza espandere l’organico della Scuola.

In questi anni, per i piccoli numeri della Scuola, molto è stato fatto per ringiovanire il corpo docente: nel triennio hanno preso servizio 10 ricercatori a tempo indeterminato (gli ultimi con la vecchia normativa) e 16 a tempo determinato secondo la nuova normativa. Di questi, ben 12 grazie a posizioni coperte da progetti di ricerca europei e nazionali. Ancora una volta dò a tutti loro il benvenuto e confermo che tutti loro, così come un numero crescente dei nostri ricercatori di ruolo più senior, sono parte attiva dell’offerta didattica 2013/14. Non sono ancora soddisfatto della nostra capacità di valorizzare, di dare spazio ai nostri ricercatori, almeno non in tutti i settori: mi pongo come obiettivo quello di stimolare tutta la comunità della Scuola a fare di più da questo punto di vista!

I presupposti ci sono: in questi anni abbiamo meglio definito i doveri didattici dei nostri docenti e ricercatori alla luce delle caratteristiche peculiari della Scuola. Abbiamo così oggi gli strumenti per utilizzare al meglio le nostre risorse umane: in passato la Scuola ha commesso degli errori, dobbiamo ora correggerli. E a questo riguardo le nostre regole interne danno grandi responsabilità ai Presidi: li esorto a svolgere appieno il loro importante ruolo rassicurandoli sul costante, energico supporto della direzione e li ringrazio a nome di tutta la comunità della Scuola!

Un altro sviluppo importante: abbiamo ripensato il nostro corso di perfezionamento. Ai nuovi perfezionandi la Scuola rilascerà il titolo globalmente intelligibile di Philosophiae Doctor a seguito di un percorso chiaro, formalizzato in modo da assicurarne l’allineamento con le migliori esperienze internazionali. Non vogliamo rinnegare le nostre tradizioni e un modello formativo che ha avuto indubbi successi, ma sempre più dobbiamo porci in una prospettiva internazionale, sempre più dobbiamo accogliere allievi e preparare allievi in questa prospettiva. Guardando ai numeri di quest’anno ci sono elementi positivi, registriamo per esempio che le domande dall’estero arrivano fino al 70% del totale nel caso dei corsi di perfezionamento in Chimica e Biofisica Molecolare. Ma non siamo ancora soddisfatti dell’attrattività della Scuola in particolare in termini della qualità dei candidati stranieri. Ne abbiamo anche parlato recentemente all’interno dell’Associazione Amici della Scuola Normale: potremo contare sull’aiuto dell’associazione. Mi fa piacere salutare e ringraziare per la sua disponibilità il nuovo Presidente, Sabino Cassese e tutto il direttivo dell’Associazione, e inviare il nostro abbraccio al Presidente onorario dell’associazione, Carlo Azeglio Ciampi.

Durante lo scorso anno accademico abbiamo riorganizzato il sistema dei Centri di supporto alla ricerca. Per tutti abbiamo adottato un’organizzazione agile con una precisa definizione delle responsabilità di indirizzo scientifico da una parte, e di gestione dall’altra.

La nostra Biblioteca è indubbiamente un centro vitale per la Scuola. Novità importante qui, la presenza strutturale del Ministero dei beni e delle attività culturali attraverso la Direzione Generale per le biblioteche, gli istituti culturali e il diritto d’autore: questo stretto raccordo con il ministero è prova del nostro desiderio di offrire una partnership qualificata al sistema nazionale in sintonia con le linee, e, anzi, di offrire la collaborazione alla formazione delle linee di indirizzo del ministero stesso. I nostri complimenti al Presidente della Biblioteca della Scuola Normale – anzi, per effetto della fusione, presto Presidente del sistema bibliotecario della Scuola- Claudio Ciociola

Anche nel caso del nostro Centro archivistico vi è ora la presenza del Ministero dei beni culturali, attraverso la Direzione Generale per gli archivi. Vogliamo dare attraverso questa partecipazione diretta alla governance del centro, ancora maggiore concretezza all’accordo di collaborazione tra la Scuola e il Mibac firmato quest’anno. I nostri complimenti al Presidente del Centro Archivistico Daniele Menozzi.

Per effetto del ruolo di Commissario della Domus Mazziniana ricoperto dal suo Direttore, la Scuola ha oggi accresciute responsabilità in importanti gangli della cultura del nostro paese. Onorevole Ministro Bray, Ti rinnoviamo la nostra offerta di “fare sistema” e di rilanciare ancor più il ruolo della Domus Mazziniana sostenendone la vita e lo sviluppo. Già ora l’Archivio della Scuola sostiene e vivifica il patrimonio documentale della Domus: vorremmo poter fare di più!

Abbiamo infine tracciato la via perché le nostre Edizioni diventino una vera University Press e un attrattore nei confronti di altri soggetti istituzionali, i nostri complimenti al confermato Presidente delle Edizioni della Normale, Michele Ciliberto.

Anche l’amministrazione si è ristrutturata, semplificata e desidero oggi ringraziare per il suo lavoro, per la creatività e l’equilibrio, il nostro Segretario Generale Aldo Tommasin e attraverso lui, naturalmente, ringrazio tutto il nostro personale tecnico e amministrativo.

Molte le novità introdotte in questi tre anni dunque: è nostro dovere continuare a verificare se il modello di sviluppo che abbiamo scelto è effettivamente valido e analizzare gli indicatori del grado di successo della nostra istituzione. In questi discorsi inaugurali ho sempre citato l’Academic Ranking of World Universities (con la premessa che –sono mie parole: “Non credo ciecamente a questa o in generale a nessuna classifica, ma mi conforta vedere quali sono le istituzioni che costituiscono il manipolo di testa che questa particolare classifica seleziona”). Nel 2011 la Scuola Normale era tra i primi dieci, nel 2012 tra i primi cinque atenei al mondo, nella classifica 2013 redatta dall’università Jiao Tong di Shanghai abbiamo consolidato la nostra posizione tra i primi 5 atenei al mondo e al primo posto in Europa (naturalmente parlo della versione normalizzata per taglia, nell’ARWU è chiamata per-capita performance e fornisce l’intensità di produttività). Probabilmente non tutti gli indicatori utilizzati sono condivisibili, sicuramente (e, peraltro, dichiaratamente) questi indicatori non raccolgono la qualità che la nostra comunità esprime nelle scienze umane, ma lo ripeto anche quest’anno guardando al gruppetto dei 5 migliori atenei al mondo, oltre alla Normale troviamo Caltech, Harvard, Princeton, MIT: questa è la compagnia che vogliamo.

Analizzando i dati elaborati dalla Jiao Tong University, quest’anno mi fa piacere nominarne uno che quantifica un altro progresso nella performance della Scuola. L’ARWU fornisce classifiche relative anche a singole aree disciplinari. Per noi è interessante guardare a quella relativa alle Scienze Naturali (qui intese come Chimica, Fisica e Matematica) che comprende la quasi totalità della nostra Classe di Scienze. Per ognuno degli indicatori utilizzati viene identificato l’ateneo al mondo che ottiene il risultato migliore e a questo sono parametrati tutti gli altri. Vi mostro quindi i top performer 2013: in queste aree disciplinari la Normale esprime la migliore “qualità” delle pubblicazioni a livello mondiale. Di nuovo “Non credo ciecamente a questa o in generale a nessuna classifica”, ma come non compiacerci di questo risultato?

Quest’anno è poi stato diffuso un altro esercizio di valutazione focalizzato sul sistema della ricerca italiana: la VQR 2004-2010. L’obiettivo di questa operazione è molto diverso da quello dell’ARWU: molto più centrato sull’individuazione della qualità media espressa dagli atenei che sull’individuazione delle eccellenze. Su questo punto desidero essere chiaro e vorrei spendere alcune parole sul meccanismo di funzionamento della VQR. A ogni professore e ricercatore è stato richiesto l’invio di un certo numero di cosiddetti “prodotti” per la valutazione (tipicamente tre per l’intero periodo) che sono stati valutati in una di queste categorie. A ogni categoria corrisponde un punteggio numerico dal quale può essere ricavato un punteggio medio per ogni singolo docente o per un gruppo di docenti. Sono così stati confrontati e classificati gruppi operanti in settori scientificamente omogenei in diversi atenei. Oltre alle classifiche derivanti da questo voto medio, l’ANVUR ha poi fornito la classifica risultante dalla percentuale di prodotti eccellenti presentati.

ANVUR ha fornito entrambe le classifiche, ma l’accento è stato posto sulla sola classifica secondo il voto medio. Lo dico subito: capisco le motivazioni di questa scelta e personalmente ritengo la VQR preziosa per il sistema universitario. Spero che l’università, nella sua autonomia, possa e sappia utilizzare al meglio questo lavoro.

Per la Scuola è particolarmente istruttivo confrontare la propria posizione nelle graduatorie sul voto medio con quella nelle graduatorie sulla percentuale di lavori eccellenti. Nelle aree in cui è presente, la Normale esprime fino al triplo della percentuale di “prodotti” eccellenti della media nazionale nelle stesse aree collocandosi solidamente in testa, ma in qualche caso scivola nelle graduatorie elaborate sul voto medio: ho parlato degli errori commessi nei decenni passati alla Scuola nella gestione delle nostre risorse umane. Questo è il risultato. Come ricordavo abbiamo in questi ultimi anni messo finalmente in campo strumenti correttivi: sta alla nostra comunità applicarli con serietà e coerenza.

I dati della VQR sono preziosi perché il sistema universitario possa, nella sua autonomia residua, migliorarsi. Certo non è aiutato in questo dal fatto che le valutazioni individuali non saranno rese note, neppure ai rettori. Questi ultimi hanno oggi forti responsabilità di indirizzo e di scelta: perché non dare loro le informazioni necessarie per agire in modo mirato? La comunità scientifica, o almeno la parte sana della comunità scientifica, è abituata a essere valutata. Noi sappiamo, per esempio, quali progetti sono stati presentati e quali finanziati o respinti. Sono in questo momento in rete le votazioni assegnate a ogni singolo progetto presentato al bando Futuro in Ricerca 2013: intendo che sappiamo il “voto”, la valutazione relativa per ogni singolo proponente e il nome del proponente stesso. Non solo, anche per quanto riguarda la didattica le valutazioni dei singoli corsi elaborate dal nostro Nucleo di Valutazione sono rese note in un rapporto che è pubblico. Perché le valutazioni dei “prodotti” ANVUR sono invece segrete?

Parlando sempre di valutazione nel nostro Paese, a un anno esatto di distanza confermo la mia preoccupazione sul fronte delle valutazioni più importanti, quelle che riguardano il reclutamento del personale. Parlo dell’abilitazione nazionale. Avevo sollevato dubbi sui criteri di selezione in particolare per le scienze umane, aggiungo la mia perplessità per l’annacquamento di questi criteri in itinere. Dopo un anno mi limito a lamentare che il primo ciclo dell’abilitazione nazionale non è ancora stato completato: vi ricordate la scadenza inizialmente prevista? Era il novembre 2012, al momento è il 30 novembre 2013: un anno di ritardo! Il sistema universitario è ormai fermo da anni e questo proprio mentre un numero rilevante di docenti esce dai ruoli. È in corso una selezione innaturale sugli atenei italiani. Fondi in diminuzione, risorse umane in diminuzione e verifiche sulla performance senza che gli atenei abbiano reali strumenti per correggersi e migliorarsi. Conosco il pensiero del nostro Ministro e spero avrà gli strumenti per rendere possibile la selezione nel senso darwiniano.

Riguardo gli indicatori di successo della Scuola, desidero mostrarvi l’evoluzione del numero delle domande di ammissione alla Scuola: questo numero è altissimo e ci permette di continuare a coprire i posti disponibili attraverso una selezione severa (un vincitore del corso ordinario ogni 20 richiedenti circa… di strada ne abbiamo percorsa: nel 1810 la Scuola neonata ricevette 40 domande di ammissione). Se guardiamo alla provenienza degli allievi del corso ordinario che hanno ricevuto il diploma nella cerimonia dello scorso dicembre si conferma la dimensione davvero nazionale del corso ordinario della Scuola. È anche istruttivo vedere dove sono ora andati questi ragazzi e ragazze, che in gran parte proseguono i loro studi a livello dottorale, con alcune eccezioni per l’immediato inserimento di alcuni nel mondo del lavoro: una multinazionale farmaceutica, case editrici… I nostri allievi sono stati allenati a pensare sulla scala globale che vedete anche dalla rete di scambi che la scuola mette a loro disposizione. Tornando ai neo diplomati, indubbiamente in quella fase della loro vita questa “diaspora” è benefica. Molto meno benefica, invece, l’incapacità del nostro paese di intercettare lo straordinario patrimonio di competenze, intelligenza e capacità di innovazione dei normalisti che troppo spesso, dopo la formazione dottorale ed eventualmente post dottorale (alla Scuola o in altri atenei poco importa), esprimono le loro capacità all’estero.

Oltre alle domande di ammissione alla Scuola, menziono il numero delle domande di frequenza del nostro corso di orientamento. Anche questo è un indicatore significativo e siamo arrivati a tremila domande! Lo ricordo, questo è un servizio che la Scuola offre ai giovani di talento che si avviano a frequentare l’ultimo anno delle Scuole superiori per aiutarli nelle loro scelte. Abbiamo trovato un nuovo partner: un corso si è tenuto quest’anno a Roma all’Accademia Nazionale dei Lincei, in collaborazione con l’accademia stessa. Un’esperienza positiva che spero ripeteremo.

Oltre al corso di Roma è proseguito il lavoro in collaborazione con la Fondazione Santa Chiara, a San Miniato, il nostro polo dell’orientamento e anche la Regione Toscana, all’interno delle sue attività sull’orientamento universitario, ha confermato quest’anno la scelta della Fondazione Santa Chiara quale centro organizzatore di altri tre corsi ispirati al nostro modello. Ne siamo felici e plaudiamo alla scelta della Regione e in particolare della Vice Presidente Stella Targetti.

Mentre parliamo di orientamento universitario, menziono un’altra collaborazione tra la Normale e l’accademia dei Lincei per l’aggiornamento dei docenti. Per la Scuola è un po’ un ritorno alle origini che credo possa essere di grande utilità per amplificare l’impatto della comunità della normale sulla formazione dei più giovani.

Un ultimo indicatore, questo relativo alla nostra capacità progettuale e di ricerca.

Desidero ricordare gli stretti rapporti di collaborazione, di integrazione in qualche caso, con altri enti, in particolare di ricerca, che rafforzano la Scuola, e sono al tempo stesso testimonianza della sua attrattività. In primo luogo il Consiglio Nazionale delle Ricerche che ha la sede di un suo Istituto presso la Scuola e presso la cui area di ricerca di Pisa la Scuola ha un laboratorio. Menziono poi l’Istituto Nazionale di Astrofisica con il suo gruppo di ricercatori distaccati presso di noi, l’Istituto Italiano di Tecnologia che ha una sua sede presso San Silvestro, il CNRS francese che ha stabilito qui il Laboratorio Fibonacci, la Scuola Superiore Sant’Anna che ha stabilito il centro nanoPlant presso il NEST: presto lo inaugureremo insieme al Rettore Pierdomenico Perata. La settimana scorsa abbiamo presentato un’importante iniziativa con il Museo Nazionale di San Matteo…

Lo dicevo anche l’anno scorso “la Scuola rappresenta, dal punto di vista quantitativo, una frazione di percento del sistema Universitario e una frazione ancora più piccola del sistema della ricerca italiano sia misurata in termini di unità di personale, sia in termini di trasferimenti dello stato”. Siamo orgogliosi dell’effetto moltiplicatore che riusciamo a dare a questo piccolo investimento. È recentissima la notizia dell’Advanced Grant concesso dallo European Research Council ad Amos Bertolacci: mi congratulo con lui e registro con soddisfazione che in questo momento alla Scuola opera il 10% degli advanced grant approvati nel nostro paese dallo European Research Council da quando è stato fondato. Un risultato straordinario: se tutto il nostro paese avesse questo grado di successo, credo che l’intero budget di ERC sarebbe erogato in Italia!

Questo della qualità della ricerca è un indicatore particolarmente sensibile per noi: la ricerca è componente fondamentale del metodo formativo della Normale. L’anno scorso dicevo –mi cito: “Un metodo che la Normale ha applicato con misurabile successo, negli ambiti di sua storica competenza, le Norme, appunto, le Scienze e le Lettere. Ma questo perimetro d’azione potrebbe presto cambiare.”

Oggi annunciamo che questo cambiamento è deciso, che il nostro “perimetro d’azione” si amplierà significativamente nei prossimi anni. È diventata realtà la fusione della Scuola con l’Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze ed è nata così la Scuola Normale Superiore di cui ho parlato all’inizio di questo discorso.

Assieme ai colleghi dell’Istituto SUM di Firenze abbiamo elaborato un progetto per la creazione di una nuova struttura, un terzo braccio operativo della Scuola Normale Superiore che permetta di esportare il modello formativo della Normale al di fuori dal perimetro napoleonico delle Scienze e delle Lettere. Una struttura per la formazione dottorale e post-dottorale (non avremo un corso ordinario a Firenze) che, unendo le forze con l’attuale SUM, attraverso un processo di fusione offra nuove opportunità per la formazione superiore ai giovani di talento in settori quali le scienze sociali e politiche, le scienze economiche, il diritto. Intendiamo attivare stabili rapporti con altri atenei -in particolare stranieri- per costruire un polo di formazione forte e ben visibile, un centro di formazione con spiccate caratteristiche di interdisciplinarità e internazionalizzazione. Lo diciamo esplicitamente: vogliamo fare sistema e siamo certi che questa nuova iniziativa rafforzerà l’intera rete della formazione superiore del nostro paese, non solo a Firenze e Pisa. La presenza oggi dell’assessore Giachi e del Rettore Tesi, del Sindaco Filippeschi e del Rettore Augello ci rassicura: il nostro progetto è stato capito ed è condiviso.

È un progetto ambizioso, assolutamente innovativo nel sistema italiano e sono molto orgoglioso che i colleghi alla Scuola e al SUM ne abbiamo capito l’importanza. È questa una dimostrazione che non tutti i professori sono ottusi baroni interessati solo a difendere il proprio territorio come recita la vulgata corrente!

La messa a regime della nuova Normale è l’obiettivo centrale della seconda parte del mio mandato. Produrremo il nuovo piano di sviluppo, avvieremo nuovi percorsi formativi, rafforzeremo senza duplicazioni le attività di formazione e ricerca a Firenze e Pisa, anche grazie alle specifiche risorse concesse dal ministero. Questo processo sarà impegnativo, ma entusiasmante: qui si vedrà la visione della comunità e in particolare dei docenti della Scuola, della nuova Scuola, qui si vedrà la nostra capacità di immaginare il futuro, di elaborare proposte vincenti per i nostri giovani, di accogliere i suggerimenti degli esperti che ci assisteranno in questa fase fondativa.

Inizia dunque oggi l’anno accademico 2013/2014, anno della fondazione della “nuova” Scuola Normale Superiore. Auguro buon lavoro a tutti noi, al Vice Direttore Andrea Giardina, ai tre Presidi Ambrosio, Ciliberto e Citroni, ai colleghi, agli allievi, al personale T/A.