Ancora una volta partiamo da qui: da quel 18 ottobre 1810, a Fontainebleau, quando Napoleone Bonaparte firmò questo decreto e fondò la Scuola Normale Superiore di Pisa. Abbiamo scelto questa data per fissare l’inizio dell’anno accademico della Normale, ecco perché siamo qui oggi.

205 anni dalla fondazione, dunque, e -anniversario certo molto meno importante- quinto anno dell’attuale direzione. Cinque anni nei quali, in assoluta continuità con i principi sui quali è stata fondata e secondo i quali si è sviluppata in oltre due secoli, la Scuola si è aggiornata, si è aperta a nuove discipline e a una dimensione sempre più internazionale.

Sì. La Normale si è rinnovata e si deve rinnovare, restare al passo con i tempi. Anzi, deve anticipare i cambiamenti. Dobbiamo proporre ai nostri giovani –ragazze e ragazzi di talento selezionati nel nostro paese e sempre più anche all’estero – le direzioni dove potranno meglio realizzare il loro potenziale e al tempo stesso contribuire allo sviluppo culturale ed economico della società.

E in questi anni siamo cambiati. Lo dico con soddisfazione, con orgoglio:

è cambiata la struttura del corpo docente con il ricorso a tutti gli strumenti disponibili per offrire una proposta didattica articolata, aggiornata e flessibile,

è stato finalmente valorizzato il patrimonio rappresentato dai nostri ricercatori, in particolare i più giovani,

abbiamo cambiato la struttura dei centri di supporto alla ricerca e potenziato la nostra capacità di autofinanziamento,

abbiamo ridefinito il perimetro scientifico della Scuola uscendo dai confini della Normale napoleonica,

abbiamo trasformato i nostri corsi di perfezionamento in una vera Ph.D. School,

abbiamo aperto una nuova articolazione della Normale a Firenze e cambiato il nostro stesso nome per rivendicare l’unicità della Scuola Normale Superiore –senza il bisogno di specificazioni geografiche, abbiamo infine aperto ancora più la Scuola ai rapporti con il territorio e con il mondo della cultura e delle imprese.

Un elenco questo solo parziale, ma che mostra l’intensità del lavoro di questi anni, un lavoro che è stato reso possibile dalla larga condivisione di questo progetto nella nostra comunità… Un dato simbolico di questo cambiamento: in questi cinque anni il corpo docente non solo non è invecchiato (al contrario del direttore pro tempore, ahimè), ma l’età media del personale docente è calata di ben 5 anni. E possiamo aspettarci un calo ulteriore come risultato dei concorsi attualmente in corso… e sono tanti per la nostra piccola comunità, ben nove posti tra prima e seconda fascia! La Normale deve includere tutto lo spettro di esperienze e quindi di età: dai giovani allievi del corso ordinario fino ai nostri professori emeriti che ancora contribuiscono alla vita scientifica della nostra istituzione. Sono tutte componenti essenziali e credo che abbiamo ristabilito un punto di equilibrio.

Cambiamento e rinnovamento, dicevo, anche vincendo alcune resistenze –sì, perfino in Normale…-, e proprio per verificare la validità delle scelte fatte, una parte importante di questo discorso è dedicata alla verifica dell’impatto di questi cambiamenti, all’analisi degli indicatori che ci dicono se siamo sulla strada giusta.

Per la sua importanza e visibilità internazionale partiamo dall’Academic Ranking of World Universities elaborato dalla Jiao Tong University di Shanghai. Ricordo che in questa classifica gli indicatori sono cumulativi e vengono pesati per tener conto della taglia dell’ateneo valutato nel solo parametro PCP (per capita performance). Guardando a questo parametro possiamo confrontare l’“intensità di qualità” degli atenei. Evitiamo così di confrontare, per fare un esempio che mi pare chiarificatore, un indicatore come il numero totale delle pubblicazioni di un ateneo con 2000 professori con quello della Scuola che di professori ne ha una quarantina. È chiaro che in questo esempio (non fictum, peraltro) i docenti dell’ateneo più piccolo devono produrre ognuno 50 volte più pubblicazioni dei colleghi dell’ateneo grande solo perché le due università siano valutate a pari merito.

Guardando quindi al ranking PCP troviamo ancora una volta la Normale nel gruppetto di testa, anche nel 2015 la Scuola è il sesto ateneo a livello mondiale! Mi cito da un discorso inaugurale di qualche anno fa: “Non credo ciecamente a questa o in generale a nessuna classifica, ma mi conforta vedere quali sono le istituzioni che costituiscono il manipolo di testa di cui facciamo parte”.

Se guardiamo ai componenti di questo gruppo mi sento di dire che questa è la compagnia che vogliamo!

In questa classifica, dunque, la Normale è il sesto ateneo al mondo, di gran lunga il primo ateneo italiano, ma mi fa piacere menzionare che scorrendo la classifica dell’ARWU troviamo che il secondo ateneo italiano nel ranking PCP è l’università di Pisa, nostro partner dalla fondazione. Ne sono felice, questo rappresenta una risorsa straordinaria per i nostri allievi. E su questo punto tornerò.

Menziono un ultimo indicatore del ranking ARWU, questo è relativo alle sole “scienze” (intese come fisica, matematica, chimica: ovvero la quasi totalità della nostra Classe di Scienze matematiche e naturali). Questo parametro misura la qualità delle pubblicazioni scientifiche, si chiama TOP: mi fa piacere dirvi che ancora una volta la Normale è il primo ateneo al mondo. Il lavoro di questi anni per accrescere la nostra capacità di svolgere ricerca al più alto livello sta dando i suoi frutti e trova riconoscimento anche in questa classifica!

È recentissima poi la pubblicazione del World University ranking del Times Higher education. Anche quest’anno siamo il primo ateneo italiano in questa classifica. Ne sono lieto, naturalmente. Anche qui, scorrendo la classifica, guardiamo al secondo ateneo italiano: è la Scuola Superiore Sant’Anna, istituto a noi vicinissimo per struttura e storia. Anche di questo sono molto felice.

La Normale, dunque, ma non solo, tutto il sistema universitario pisano esce davvero a testa alta da queste classifiche. Lo dico a tutti i colleghi degli atenei pisani: questo ci incoraggi a fare di più sistema.

È bene guardare a queste classifiche, non solo perché rappresentano uno strumento essenziale per rafforzare l’attrattività della Scuola a livello internazionale (e noi ne abbiamo prova diretta nei nostri concorsi di ammissione), ma perché è giusto che, con umiltà, la Normale si faccia misurare, confrontare: solo dopo aver analizzato la Normale di oggi possiamo rivendicare con orgoglio i successi del nostro modello formativo, i nostri Nobel, i nostri allievi che hanno avuto un impatto così straordinario nella vita culturale, sociale e politica in Italia e nel mondo.

Ancora in tema di valutazione: è in corso un nuovo ciclo di VQR, la Valutazione della qualità della ricerca da parte dell’ANVUR. Aspettiamo serenamente anche questa valutazione, ma, alla presenza del Capo dello Stato, desidero sottolineare l’importanza di questo lavoro: solo un feedback forte e coerente, basato su una valutazione seria, oggettiva e condivisa potrà far migliorare il sistema universitario. Inutile produrre altri regolamenti, altre leggi e leggine che avrebbero il solo effetto di rendere ancor più farraginoso il funzionamento del sistema universitario: gli atenei che reclutano al ribasso e solo al loro interno, gli atenei non virtuosi dal punto di vista finanziario devono ricevere un segnale forte e chiaro nel momento della ripartizione delle risorse. Non deve essere conveniente reclutare docenti mediocri.

Presupposto per un’azione corretta è una valutazione efficace e coerente nel tempo. L’ANVUR, con il sostegno della comunità accademica, può certamente affinare le metodologie della VQR, e una particolare attenzione credo vada riservata all’ambito delle scienze umane: devono essere evitati approcci troppo schematici basati sul trasferimento meccanico di metodi e indicatori che funzionano in altri campi del sapere. Attenzione però, e voglio essere davvero esplicito: vanno respinti i tentativi di resistenza a una qualunque valutazione che spesso si nascondono dietro alate dichiarazioni. C’è ancora troppa auto-referenzialità, troppo corporativismo, in gruppi che esistono solo nel proprio proverbiale orticello e svaniscono al di fuori dalla propria rivista stampata e letta in casa.

L’altro indicatore che vorrei esaminare è il numero delle domande di ammissione alla Scuola: questo numero, specie se rapportato alle poche decine di posti messi a concorso, è sempre altissimo -siamo arrivati a duemila domande- e ci permette di continuare a coprire i posti disponibili attraverso una selezione severa.

In questa selezione è la vera forza della Scuola Normale, la prima chiave del nostro modello formativo: una comunità formata di allievi di talento e straordinaria motivazione.

L’aumento che vedete negli ultimi anni è frutto soprattutto della crescita delle domande di ammissione al corso di PhD il cui numero è oramai della stessa taglia di quello relativo al corso ordinario. Il nostro PhD nato solo due anni fa ha già recuperato, in termini di attrattività, il ritardo di duecento anni che lo separa dalla nascita del corso ordinario … ne sono particolarmente felice perché questo successo nasce da un progetto molto preciso di revisione del nostro corso di perfezionamento (ricordiamolo, questo è il primo corso post laurea istituito in Italia: è nato infatti nel 1927). Ai nuovi perfezionati la Scuola rilascia il titolo globalmente intelligibile di Philosophiae Doctor a seguito di un percorso chiaro, formalizzato in modo da assicurarne l’allineamento con le migliori esperienze internazionali. E sempre più internazionale è l’ambiente nei nostri corsi post laurea (e quindi della Scuola). Questa immagine visualizza gli stati degli atenei di provenienza dei nuovi allievi che inizieranno i corsi dal prossimo primo Novembre.

Un indicatore sull’attrattività internazionale della Scuola è la percentuale di candidati stranieri ai nostri PhD nelle tre articolazioni della Scuola: numeri buoni, forse ottimi. Credo tuttavia che non debbano sfuggirci le disomogeneità tra le strutture accademiche, queste ci devono stimolare ad affinare e meglio spiegare la nostra proposta didattica.

È in corso su questo una riflessione approfondita, in particolare nell’ambito delle Scienze Umane -ma aggiustamenti sono necessari in tutte le articolazioni della Scuola. Vi assicuro che si vedrà un diverso disegno della nostra offerta già nel prossimo bando.

Su questi temi è importante la discussione nelle e tra le nostre strutture accademiche: questo mi dà l’occasione per augurare assieme a voi buon lavoro ai nostri tre neo-eletti Presidi della Classe di Scienze Umane, Gianpiero Rosati, della Classe di Scienze Matematiche e Naturali, Vincenzo Barone, dell’Istituto di Scienze Umane e Sociali, Donatella Della Porta. Oltre a loro -che siedono qui alla mia destra- l’augurio di buon lavoro unito a un mio personale ringraziamento va al Vice Direttore della Scuola, Andrea Giardina.

Guardando al lavoro fatto in questi ultimi anni, vi chiedo di unirvi a me nel ringraziare ancora il Vice Direttore Giardina e la nostra Segretario Generale Ilaria Adamo, e con loro i tre presidi il cui incarico termina a fine mese: i professori Luigi Ambrosio, Michele Ciliberto e Mario Citroni.

Restando nel campo della formazione avanzata vi annuncio un’importante innovazione per la Normale, la nascita di un programma post dottorale nella sede fiorentina sul quale abbiamo forti ambizioni. Ritengo che questo sarà uno dei frutti più interessanti della fusione con il SUM. Ne parleremo più diffusamente nella cerimonia del primo dicembre nella quale assieme al Sindaco di Firenze Nardella inaugureremo la residenza studentesca fiorentina della Normale. Siete tutti invitati.

Ma ora parliamo del nostro corso ordinario. È confermata la sua dimensione nazionale: basta guardare alla provenienza degli allievi che hanno ricevuto il diploma nella cerimonia dello scorso dicembre 2014. La Normale è nata con e per il corso ordinario, ma anche qui –in attesa dell’avvio delle procedure di accreditamento ANVUR- sono necessari aggiornamenti e aggiustamenti: il nuovo regolamento didattico verrà varato in questo mese di ottobre. Il dialogo costante e la collaborazione con l’Università di Pisa –lo ricordavo poco fa- sono il presupposto per il successo del nostro corso ordinario. Sono molto lieto della sperimentazione di percorsi magistrali speciali che stiamo congiuntamente avviando nei campi delle nanoscienze e delle neuroscienze che potranno anche favorire una maggiore internazionalizzazione del corso ordinario: saluto nuovamente il Rettore Augello che ringrazio per la sua presenza.

Possiamo, anzi, anche qui, dobbiamo sperimentare, aggiornarci, ma senza perdere di vista la nostra stella polare: selezionare giovani di talento e fornire loro le condizioni per svilupparlo al massimo livello, annullando ogni differenza di censo (la Normale è e deve restare completamente gratuita). La seconda chiave del nostro modello formativo è la ricerca scientifica. La ricerca come educazione al problem solving. È per questo che la Normale investe con straordinaria intensità:

nella Biblioteca (una delle più grandi a scaffale aperto in Europa), nei laboratori e centri di ricerca, in un programma di seed funding interno che prevede fondi riservati ai giovani, e, da quest’anno, in un sistema di incentivazione ad hoc.

Sottolineo che i nostri progetti interni di ricerca sono selezionati su base competitiva attraverso referaggi di esperti esterni alla Scuola. Ringrazio il Professor Fulvio Ricci, Prorettore alla valutazione e ricerca per il suo lavoro serio e generoso a favore della Normale: sono felice che potremo continuare a contare su di lui anche in questo nuovo anno accademico.

Questo sforzo non ha solo favorito la creazione di un ambiente ideale per la formazione dei nostri allievi, ma ha anche determinato le condizioni per un’accresciuta competitività della Normale che si è tradotta in una maggiore capacità di autofinanziamento, in particolare a livello europeo. Un esempio: in questo momento alla Scuola sono attivi dieci progetti finanziati dallo European Research Council. Se scalassimo il grado di attrattività che la Scuola ha mostrato nelle chiamate di ERC sull’intero sistema universitario italiano (di cui la Normale, lo ricordo, è una frazione di percento), tutti i fondi di ERC arriverebbero nel nostro paese!

La Scuola è in effetti per molti versi anche un istituto di ricerca e sono molto fiero dell’imponente rete di collaborazioni scientifiche attive. Desidero ricordare oggi solo la forte integrazione con alcuni enti pubblici e privati che ha portato nelle strutture della Normale gruppi di ricercatori afferenti a quegli enti e che collaborano in modo molto efficace e trasparente con strumentazione e competenze. Ne menziono con piacere alcuni che in molti casi finanziano anche nostri percorsi dottorali: il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Istituto Italiano di Tecnologia, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, il CNRS francese, la Scuola Superiore Sant’Anna, l’Università di Pisa, il Dipartimento Ricerca e sviluppo di UNICREDIT, la Fondazione Gabriele Monasterio, la Fondazione pisana per la Scienza.

Tornando al nostro corso ordinario, è anche istruttivo vedere dove sono ora i diplomati del 2014. In gran parte proseguono i loro studi a livello dottorale con alcune eccezioni per l’immediato inserimento nel mondo del lavoro. I nostri allievi sono stati allenati a pensare su scala globale e in quella fase della loro vita questa “diaspora” è benefica. Molto meno benefica, invece, l’incapacità del nostro paese di intercettare lo straordinario patrimonio di competenze, intelligenza e capacità di innovazione dei normalisti che troppo spesso, dopo la formazione dottorale ed eventualmente post dottorale (alla Scuola o in altri atenei poco importa), esprimono le loro capacità all’estero. Qui scontiamo gli effetti del reclutamento poco virtuoso nelle università -di cui ho già parlato- e di un sistema produttivo in Italia che non sempre pare capace di apprezzare il valore di una preparazione di alto livello, di capirne l’importanza per l’innovazione e lo sviluppo.

Anche su quest’ultimo fronte, la nostra disponibilità c’è, molto oltre quanto sia generalmente percepito. Lo scorso maggio il Presidente della Regione Toscana ha inaugurato alla Scuola il Centro Regionale di Competenza sulle Nanotecnologie, un punto di riferimento per la diffusione di queste metodologie d’avanguardia aperto a tutte le imprese del territorio e non solo. La Scuola vanta poi consolidate partnership con importanti realtà del mondo finanziario che nascono dal nostro corso dottorale in Matematica per la Finanza, ma siamo pronti a fare di più.

E prima di concludere questo discorso desidero attirare la vostra attenzione su quanto la Normale fa per il territorio e per il Paese attraverso un programma intenso di attività e azioni dirette al pubblico e alle istituzioni. Menziono con piacere:

il nostro programma di diffusione della cultura scientifica, il VIS (Virtual Immersions in Science) e ringrazio il Professor Andrea Ferrara e il Dott. Marcos Valdes,

l’intensa collaborazione con le Scuole medie e superiori per la sperimentazione didattica e l’aggiornamento degli insegnanti con un programma in cui gli insegnanti stessi sono protagonisti di sperimentazione e sviluppo di progetti e kit didattici,

il ciclo degli Incontri in Normale (sia a Pisa, sia a Firenze): incontri aperti al pubblico con personalità di prestigio del mondo della cultura e delle professioni,

la stagione concertistica della città di Pisa promossa dalla Scuola grazie al sostegno della Fondazione Pisa, dell’Associazione Amici della Scuola Normale Superiore e con la collaborazione della Fondazione Teatro.

A proposito di Associazione Amici della Scuola Normale, mi fa piacere comunicarvi che è stato eletto il suo nuovo presidente nella persona del Professor Giuliano Amato che ringrazio per la sua disponibilità e per l’energia con cui ha avviato la sua attività!

i nostri stessi palazzi sono oggi divenuti uno strumento di questa azione

Qui a Palazzo della Carovana: un palazzo sempre più aperto alla città, anche alle iniziative di altri enti e istituzioni grazie anche alla straordinaria professionalità e disponibilità del nostro servizio comunicazione e relazioni esterne cui dobbiamo anche l’organizzazione di questa giornata (grazie alla responsabile Elisa Guidi, ma voglio menzionare Andrea Pantani, Andrea Freccioni, Daniele Leccese). Qui nel palazzo, dicevo, grazie all’accordo con il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, abbiamo una mostra di opere di arte curata da Stefano Pezzato che oltre a testimoniare visivamente che la Scuola vive nell’oggi, fa da base per incontri con artisti di assoluto valore. Spero abbiate apprezzato il restyling di questo Palazzo, ringrazio l’Associazione Amici della Scuola Normale e la Fondazione Pisa per il sostegno e il nostro servizio edilizia (la responsabile Benedetta Biondi e Ricardo Scalsini, Massimo Salvetti) e il servizio manutenzione e gestione del patrimonio (come avremmo fatto senza Graziella Malloggi?) per l’eccellente lavoro svolto.

A Palazzo Strozzi, la nostra sede fiorentina, in collaborazione con la Fondazione Palazzo Strozzi, offriamo sponda scientifica alle iniziative espositive, penso ad esempio a questa primavera e agli eventi collegati alla straordinaria mostra Potere e Pathos;

Nel Palazzo dell’Orologio, con il sostegno della Fondazione Pisa, apriamo a breve –in occasione del 750° anniversario della nascita di Dante- un museo dantesco nella cornice della celeberrima “torre della fame”. Ringrazio il Professor Claudio Ciociola per aver concepito l’iniziativa e per lo straordinario lavoro di modernizzazione del nostro sistema bibliotecario che sta guidando con intelligenza e tenacia, sfruttando in modo ottimale anche i nuovi spazi del palazzo della Canonica messo a disposizione dalla Regione Toscana e che la Scuola sta restaurando.

Poco fa menzionavo il nostro lavoro assieme agli insegnanti delle scuole, e in questo ambito vi ricordo i nostri corsi di orientamento universitario. Questo è un servizio che la Scuola offre ai giovani di talento che si avviano a frequentare l’ultimo anno delle Scuole superiori per aiutarli nelle loro scelte. Lo sa anche il Presidente Mattarella che ha partecipato a un corso poco più di un anno fa, il 10 settembre 2014, con una lezione intitolata: “Le leggi elettorali. Finalità ed effetti”.

Spero ne conservi un buon ricordo Signor Presidente.

Da quest’anno i corsi (per la partecipazione ai quali siamo arrivati a tremila domande) hanno tutti luogo a San Miniato, in collaborazione con la Fondazione Santa Chiara. Stiamo davvero facendo sistema a San Miniato, ringrazio nuovamente, anche per la loro presenza oggi, il Sindaco di San Miniato e i Presidenti della Fondazione e della Banca Cassa di Risparmio di San Miniato: hanno condiviso questo progetto e sostengono la nostra scelta. Anche la Regione Toscana ha confermato la scelta della Fondazione Santa Chiara quale organizzatore di tre corsi di orientamento ispirati al nostro modello. Ne siamo felici e plaudiamo alla scelta della Regione: rinnovo il saluto alla Vice Presidente della Regione Toscana e le confermo la nostra disponibilità a una più stretta collaborazione.

Una Scuola aperta, dunque, pronta a fare la sua parte e ad accettare nuove sfide. Vi do con piacere una notizia molto bella, un risultato che nasce proprio da una collaborazione tra Normale, MIBACT e Fondazione Pisa, sotto la sapiente regia del nostro Prefetto. Usciamo in questi giorni dal commissariamento della Domus Galilaeana, una preziosa istituzione cittadina che ora, appoggiandosi alla macchina organizzativa della Normale, potrà potenziare la sua attività in un quadro istituzionale rinnovato. Per questo il mio grazie al Prefetto Visconti, alla Direttrice Generale Rummo, e il ringraziamento ai dirigenti e funzionari della Scuola che hanno reso tutto questo possibile.

Come forse sapete, il Direttore della Normale è ancora commissario della Domus Mazziniana: anche qui abbiamo l’ambizione di ritornare al più presto alla vita istituzionale ordinaria. Intanto però vi confermo che la Domus e il Memoriale Mazzini sono nuovamente visitabili per le scolaresche grazie alla messa a norma della sede e al sostegno della Fondazione Pisa. Ma presto apriremo il Memoriale Mazzini a tutti grazie alla disponibilità dei volontari dell’associazione “Amici dei Musei e dei Monumenti Pisani”: è con noi la Presidente Orvietani e le rinnovo il mio grazie. C’è ancora del lavoro da fare per rendere disponibile il patrimonio librario e archivistico della Domus, ma conto sull’aiuto del MIBACT, della Regione, del nostro Prefetto.

Ho voluto menzionare la Domus Galilaeana e la Domus Mazziniana perché esempi di come la Normale possa essere una risorsa per la vita culturale e istituzionale del nostro Paese, in primo luogo attraverso i normalisti, certo, ma non solo.

Anche per il nostro tradizionale simposio, coordinato dalla collega Donatella Della Porta, abbiamo scelto un tema sensibile e di grande attualità: “Globalization and citizens’ rights”. Abbiamo ritenuto che la Scuola non potesse restare silenziosa mentre l’insicurezza sociale ed esistenziale produce pericolose pulsioni xenofobe, mentre i migranti sono privati di ogni diritto. Illustri ospiti interverranno nel pomeriggio, ora chiedo alla Professoressa Della Porta di presentarci il tema del simposio a cui siete tutti invitati.

Ringrazio la Professoressa Della Porta per il suo intervento e per l’organizzazione del simposio e vi rinnovo l’invito a partecipare.

Signor Presidente, chiudo la mia relazione lunga, e me ne scuso, ma appassionata. Spero di aver mostrato che la Normale è una risorsa, in primo luogo per i giovani di talento che in essa si formano, ma, come spero sia emerso anche in questa relazione, anche per la crescita culturale, economica e sociale del nostro paese. Spero vivamente che questa risorsa sia utilizzata appieno dal nostro Paese: noi siamo disponibili e ci offriamo anzi come laboratorio per l’innovazione e la creazione di nuove prassi.

Si chiude questo discorso inaugurale, ringrazio ancora una volta il Presidente Mattarella per aver voluto dare, con la Sua presenza, un significato del tutto speciale a questa cerimonia e tutti voi per l’attenzione:

dichiaro aperto l’anno accademico 2015/16, 205° anno accademico dalla fondazione.

 

Fabio Beltram, Direttore Scuola Normale Superiore
Pisa, 17 ottobre 2015