Non è trascorso ancora un mese dall’insediamento alla guida della Scuola Normale (è in carica dallo scorso 23 settembre), ma il nuovo Direttore si è da tempo fatto una idea su quale ruolo debba avere l’istituzione fondata da Napoleone 206 anni fa a Pisa. Oggi, nel discorso di inaugurazione dell’anno accademico, di fronte all ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, Vincenzo Barone ha annunciato il programma del futuro. Video

«Vorrei che l’inclusività e la nostra ambizione di fare sistema si estendessero anche alla terza città toscana sede di Università, Siena. Sono convinto che, così come è avvenuto da oltre due secoli a Pisa e così come andremo a fare a Firenze, anche a Siena la Normale possa essere presente con discipline specifiche. Vorrei che si parlasse in futuro non di Pisa, Firenze, Siena, ma di un “polo” toscano dell’eccellenza”. Per la sua storia e il suo prestigio consolidato la Scuola Normale non può non candidarsi ad un ruolo di guida, lavorando assieme a chiunque condivida questo progetto affinché studenti con grandi potenzialità e professori di prestigio internazionale e voglia di costruire, possano vedere in questo “polo” toscano la meta ideale delle proprie ambizioni. Ma poi: come si fa a non investire in ambiti come la storia dell’arte o la civiltà del Rinascimento? Quale altra accademia del mondo potrebbe competere con noi in questi settori?»

Dalla Toscana all’Europa. Così come dovrebbe esserci un network di “eccellenze” toscane per attrarre i migliori studenti, ricercatori, docenti e sviluppare nuove competenze, così a livello internazionale, la Normale lavorerà una rete di Scuola Superiori, quali ad esempio le École normale supérieure di Parigi, Lione e Cachan, o gli University College di Utrecht e Leiden. «L’Europa e il mondo devono continuare ad essere l’orizzonte quotidiano del lavoro di una Scuola come la nostra. Accanto al rapporto con istituzioni internazionali di eccellenza, sarà importante una maggiore apertura interculturale, capace di produrre interazioni, collaborazioni e modelli di dialogo con contesti geografici, linguistici e religiosi di matrice diversa dalla nostra, in particolare verso il bacino del Mediterraneo e il Medio Oriente».

Cinquecento studenti, 40 professori, 50 ricercatori, i piccoli numeri della Scuola Normale continuano ad essere di assoluto valore. «Mi adopererò affinché ci sia un maggiore impegno della Scuola nel farsi conoscere per la sua attitudine sperimentale non solo nella ricerca e nella formazione ma anche nella promozione di cultura presso comunità diverse da quelle della ricerca e dell’Università», ha affermato Barone.

Pisa, 18 ottobre 2016