La Scuola Normale Superiore ha aderito ufficialmente alla “giornata di mobilitazione globale per il clima”, in programma venerdì 27 settembre 2019. Lo ha stabilito il Senato Accademico, uno degli organi di governo della Scuola, che si è riunito lo scorso 18 settembre. La richiesta di sostegno è arrivata dall’associazione Fridays For Future Pisa con una lettera che pubblichiamo integralmente.

 

Magnifica Rettrice, Magnifici Rettori,

Egregi Presidenti e Direttori,

Grazie alla mobilitazione iniziata da Greta Thunberg nell’agosto 2018 e portata avanti in questi mesi da milioni di giovani in tutto il mondo, sta crescendo nell’opinione pubblica la consapevolezza della gravità dell’emergenza climatica in atto e delle sue conseguenze.

Purtroppo, a questa presa di consapevolezza e alle continue mobilitazioni, non sono seguite azioni concrete per contrastare il riscaldamento globale.

Secondo il report degli scienziati dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), pubblicato l’8 ottobre 2018, per centrare l’obiettivo di limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5-2 °C come richiesto dall’accordo sul clima di Parigi, entro il 2030 il mondo dovrebbe ridurre le emissioni di carbonio almeno del 49 per cento rispetto ai livelli del 2017 e azzerarle entro il 2050.

Senza importanti riduzioni delle emissioni di gas serra, potremmo arrivare a più di 3 gradi di riscaldamento entro la fine del secolo.

Tuttavia, e nonostante la gravità della situazione sia costantemente denunciata dalla pressoché totalità della comunità scientifica internazionale, il clima resta ancora una nota a margine delle agende politiche, e la classe dirigente si è dimostrata fino ad ora incapace di attuare un reale cambiamento. Non più tardi di fine giugno, ad esempio, al Consiglio europeo è fallito l'accordo sull'obiettivo di un'Europa a zero emissioni nette entro il 2050, e la data per la transizione a un'economia "climaticamente neutrale" è stata cancellata dal testo delle conclusioni del vertice.

L’estate appena trascorsa ha evidenziato in modo ancora più drammatico le conseguenze di un eccessivo riscaldamento della Terra, con il susseguirsi degli incendi in Alaska e Siberia, che accelereranno ancora di più lo scioglimento dei ghiacci e del permafrost, con il conseguente rilascio nell’atmosfera di tonnellate di anidride carbonica.

Ma non stiamo parlando di scenari da futuro remoto. L’emergenza climatica è già qui, l’abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni. Dai fenomeni estremi che devastano le nostre coste, fino alla siccità e alle temperature a 50 gradi in India e in Africa.

Interi territori saranno presto incapaci di sostenere e nutrire le persone che li abitano, che saranno costrette ad emigrare. La Banca Mondiale parla di 150 milioni di migranti climatici nei prossimi decenni.

In questo contesto, il principio di giustizia climatica, uno dei punti fondanti del nostro movimento, e che richiama alle proprie responsabilità i paesi che fino ad ora hanno inquinato di più, non è un mero ideale, ma è un principio di tutela anche della nostra civiltà.

Un rapporto presentato il 25 giugno 2019 al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite mette infatti in guardia su un futuro "apartheid climatico", in cui i poveri globali subiranno le peggiori conseguenze della disgregazione climatica, mentre i ricchi potranno acquistare una relativa sicurezza. "I diritti umani potrebbero non sopravvivere al prossimo sconvolgimento", conclude il rapporto.

Per questi motivi, seppure puntualmente disatteso dall’agenda politica nazionale e internazionale, l’impegno per il taglio alle emissioni di gas serra deve restare prioritario ed urgente, ed è proprio per richiamare la classe dirigente alle proprie responsabilità che di nuovo scenderemo in piazza per il clima il prossimo 27 settembre, per la terza mobilitazione globale per il futuro.

Come abbiamo fatto in occasione della mobilitazione dello scorso 24 maggio, chiediamo il sostegno delle Università, luoghi di ricerca e di formazione della conoscenza, da cui proviene la comunità scientifica che da decenni, inascoltata, mette in guardia sugli effetti per gli ecosistemi e quindi per la nostra vita del riscaldamento globale.

In particolare siamo a chiedervi come concreta forma di sostegno alla giornata di mobilitazione del 27 settembre:

- la diffusione a studenti, docenti e personale della comunicazione della manifestazione che si svolgerà il 27 settembre a partire dalle 9.00, con concentramento in Piazza Guerrazzi;

- la sospensione dell’attività didattica dalle 9.00 alle 13.00 per consentire a studenti, docenti e personale di intervenire alla manifestazione.

Nel ringraziarvi, vi porgiamo i nostri più cordiali saluti

Fridays For Future Pisa

fridaysforfuturepisa@gmail.com