Delio Cantimori, di cui ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario della scomparsa (era nato in provincia di Ravenna nel 1904, morì a Firenze nel 1966) è stato uno dei più importanti storici italiani. Ma è soprattutto famoso per il suo tormentato rapporto con la politica: mazziniano in gioventù, poi fascista convinto, si iscrive durante la guerra al partito comunista, per poi consegnare la tessera verso la metà degli anni Cinquanta.

La sua intensa riflessione sui nessi tra politica e cultura, che ha accompagnato tutto il suo percorso, delineò gli elementi di una nuova critica storiografica libera dai condizionamenti della politica, ma funzionale allo sviluppo della vita civile della società.

La singolare vicenda e il rilievo intellettuale del personaggio l’hanno reso oggetto di furibonde polemiche che hanno avuto anche larga risonanza mediatica. Alla Scuola Normale, dove Cantimori è stato allievo e poi docente, contribuendo alla formazione di una generazione di studiosi di eccezionale qualità (tra gli altri, Adriano Prosperi), sono depositate la sua biblioteca e buona parte del suo archivio. Sulla base di questi documenti la mostra, che si inaugura venerdì 2 dicembre al Palazzo del Capitano (orario 10-13, 15-18, ingresso libero), intende rendere omaggio ad una delle personalità intellettuali più intriganti del Novecento, avviandone una conoscenza, ad un tempo, serena e fondata. Il giorno dell’apertura, alle ore 11, nella Sala Stemmi della Normale, la soprintendente Diana Toccafondi con il vicedirettore della Normale Claudio Ciociola e il prof. Daniele Menozzi, storico contemporaneo, tracceranno un profilo di Cantimori e illustreranno i contenuti dell’esposizione a lui dedicata.

 

Pisa, 30 novembre 2016