I ricercatori hanno analizzato oltre 17.000 nuove criptovalute (token) create tra ottobre e dicembre 2024 su Uniswap, una delle principali piattaforme di finanza decentralizzata.
PISA, 2 aprile 2025. Uno studio condotto dalla Scuola Normale Superiore e dall’Università di Bologna getta nuova luce sul funzionamento – e sulle insidie – dei mercati di finanza decentralizzata. Un ambito in piena espansione, dove gli scambi di criptovalute avvengono direttamente tra utenti, senza l’intermediazione di banche o istituzioni finanziarie tradizionali.
Lo studio (A Sea of Coins: The Proliferation of Cryptocurrencies in UniswapV2) è stato realizzato da Manuel Naviglio, postdoc alla Scuola Normale Superiore, Francesco Tarantelli, postdoc all’Università di Bologna, e Fabrizio Lillo, professore alla Scuola Normale e all’Università di Bologna ha avuto un ampio approfondimento sul Sole 24 Ore (Vittorio Carlini, 26 marzo 2025). I ricercatori hanno analizzato oltre 17.000 nuove criptovalute (token) create tra ottobre e dicembre 2024 su Uniswap, una delle principali piattaforme di finanza decentralizzata. Queste piattaforme si basano su codici informatici che regolano ogni singolo scambio e determinano le condizioni economiche di base.
A uno sguardo superficiale, il comportamento di questi token può apparire lineare: un’impennata iniziale del prezzo seguita da un crollo. Questa dinamica, per chi osserva dall’esterno, può indurre a credere che vi siano opportunità di guadagni rapidi e facili. Tuttavia, le dinamiche che governano queste fasi iniziali sono ben più articolate e richiedono competenze avanzate in ambito matematico e computazionale per essere comprese e decifrate.
Cuore dell’indagine è stato l’analisi approfondita degli smart contract, i programmi che governano la vita dei token. In numerosissimi casi, questi contratti nascondono clausole invisibili all’occhio inesperto che impediscono agli investitori di rivendere ciò che hanno acquistato, rendendo il token privo di valore. Si tratta dei cosiddetti honeypot, “vasi di miele” che promettono guadagni e celano trappole.
I rischi, tuttavia, non si esauriscono qui. In altri casi, i creatori dei token inscenano un interesse fittizio, gonfiando artificialmente il prezzo per poi ritirare l’intera liquidità, lasciando gli acquirenti senza possibilità di incassare il profitto: è il fenomeno noto come rug pull. In scenari ancora più sofisticati, intervengono algoritmi di trading ad alta frequenza che, agendo all’interno della mempool – una sorta di sala d’attesa delle transazioni – intercettano e anticipano le operazioni degli utenti, traendone profitto: è la tecnica del sandwich.
I dati emersi sono inequivocabili: il 90% dei token scambiabili e oltre due terzi degli honeypot analizzati sono stati vittime di almeno una forma di manipolazione. "Tali manipolazioni, è bene sottolineare, non sono in alcun modo legate alla gestione della piattaforma da parte di Uniswap - concludono i ricercatori-. Questo studio non solo evidenzia i rischi strutturali di questo ecosistema, ma sottolinea l’urgenza di dotarsi di strumenti analitici all’avanguardia e di un quadro regolatorio trasparente, a tutela degli utenti e della credibilità dei mercati decentralizzati”.