Studente normalista negli anni della seconda guerra mondiale con Giorgio Pasquali, ha ricoperto la cattedra di letteratura latina prima a Pisa e poi a Firenze e per trent’anni tenuto l’insegnamento di filologia latina alla Normale di Pisa. Ha indagato il mondo antico ma anche raccontato la contemporaneità in numerosi aforismi.

 
PISA, 10 aprile 2024. È scomparso ieri 9 aprile a Firenze, dove risiedeva, all'età di 99 anni, il latinista Antonio La Penna, tra i maggiori filologi classici del secondo Novecento. Nato a Bisaccia in provincia di Avellino il 9 gennaio 1925, socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Premio Feltrinelli dei Lincei per la storia e critica della letteratura, si era formato alla Scuola Normale tra il 1941 e il 1945 sotto la guida, tra gli altri, di Giorgio Pasquali. Dopo una prima esperienza di insegnamento liceale, aveva ricoperto la cattedra di letteratura latina a Pisa e poi a Firenze, tenendo contemporaneamente l’incarico di insegnamento di filologia latina alla Normale di Pisa tra il 1963 e il 1993. La docenza in Normale ha segnato un’epoca alla Scuola e contribuito alla formazione di numerose generazioni di allievi.

 Al centro delle ricerche di Antonio La Penna sono le ideologie di autori quali Properzio, Ovidio, OrazioSallustio, e la storia sociale e politica della “rivoluzione” romana, ovvero del passaggio dalla repubblica all’impero. Tutte opere che parlano del passato, ma grazie alle quali si può comprendere il presente: Aspetti del pensiero storico latino (1978); Fra teatro, poesia e politica romana (1979); Epos e civiltà nel mondo antico (1986); La cultura letteraria a Roma (1986); Tersite censurato (1991); Dialogo di Orazio e Voltaire (1995); Eros dai cento volti (2000); Prima lezione di letteratura latina (2003); L'impossibile giustificazione della storia (2005); La letteratura latina del primo periodo augusteo (2013); Ovidio. Relativismo dei valori e innovazione delle forme (2018); La favola antica. Esopo e la sapienza degli schiavi (2021).

Uno sguardo esplicito alla società contemporanea si trova in numerosi scritti, come Sulla scuola (1999) o in Aforismi e autoschediasmi. Riflessioni sparse su cultura e politica degli ultimi cinquant'anni (1958-2004). La Penna è stato anche un importante traduttore di opere latine.

 

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