La Scuola Normale torna a fare ricerca archeologica sul campo, con un gruppo di allievi e ricercatori coordinato dalla prof.ssa Anna Magnetto e dalla prof.ssa Maria Cecilia Parra. Il sito di Entella presenta una profonda stratificazione culturale, con popolazioni che si sono avvicendata nei secoli.

Pisa, 7 settembre 2020

Per tre settimane, dal 7 al 26 settembre 2020, il laboratorio Saet (Storia, archeologia, epigrafia e tradizione dell’antico) della Scuola Normale Superiore di Pisa condurrà una campagna di scavo nel sito archeologico di Rocca d’Entella (Comune di Contessa Entellina, Pa), che si trova sulla sommità di un’ altura da cui è possibile osservare la Valle del Belice, nella Sicilia Occidentale. A dirigere i lavori saranno la prof.ssa Anna Magnetto della Scuola Normale e la prof.ssa Maria Cecilia Parra dell’Università di Pisa, In collaborazione con il Parco Archeologico di Segesta, diretto dalla Dott.ssa Rossella Giglio, responsabile anche del sito di Entella.

Nelle prossime settimane l’area archeologica vedrà quindi la presenza di studenti e ricercatori, impegnati in diverse attività, dallo scavo alla catalogazione dei reperti. L’obiettivo della campagna è continuare l’esplorazione dell’area in cui sorgeva la città di Entella e ottenere ulteriori informazioni su questa città, che ebbe un ruolo di rilievo nella Sicilia elima insieme a Erice e Segesta.

Il rapporto tra la Scuola Normale e il sito di Rocca d’Entella ha una lunga storia. Dopo la scoperta, negli anni ’70, di un dossier epigrafico che riguardava l’antica polis, furono infatti promosse le prime campagne di scavo, grazie all’interessamento della Scuola Normale, con l’allora professore di Storia greca Giuseppe Nenci. A partire dal 1985 è stato possibile istituire una convenzione tra la Normale e la Soprintendenza di Palermo per svolgere delle ricerche più mirate, che hanno portato alla luce i resti della città antica, attestata in più fonti antiche. Della antica città di Entella parlano infatti Diodoro Siculo, Cicerone, Plinio, testimoni di diversi momenti storici vissuti dalla polis. Grazie agli scavi compiuti a partire dalla metà degli anni ’80, è stato possibile rinvenire testimonianze archeologiche delle diverse fasi di vita del sito, dalla preistoria all’età romana imperiale e dall’età islamica alla definitiva deportazione degli abitanti nel 1246, ad opera di Federico II.

La complessità delle strutture architettoniche ritrovate, così come la varietà dei reperti raccolti, testimoniano la profonda stratificazione culturale che è avvenuta ad Entella, dove nel corso dei secoli si sono avvicendate popolazioni anche profondamente diverse. È ora possibile osservare parte del materiale rinvenuto nell’Antiquarium ‘G. Nenci’ di Contessa Entellina.

Il sito di Entella appare dunque di particolare interesse per gli studiosi di archeologia e di storia antica; così come è anche un ottimo banco di prova per gli studenti universitari, che affrontano le loro prime campagne di scavo. Grazie a questo progetto, si riconferma così la sostanziale integrazione tra didattica e attività di ricerca che è il cuore di ogni insegnamento alla Scuola Normale. L’attività sul campo permette infatti agli studenti di toccare con mano quella che era la realtà di un insediamento  dell’entroterra siciliano e di farsi un’idea precisa della natura di una polis antica, con la sua specifica fisionomia urbanisticagli edifici caratterizzanti rinchiusi dalla cerchia delle mura, e i suoi rapporti con il territorio circostante. Durante la loro permanenza in Sicilia, gli studenti saranno guidati anche nella visita di siti vicini di interesse storico-archeologico, storicamente legati all’antica Entella, quali ad esempio Segesta e Selinunte.