Il tema al centro di un workshop di due giorni (16-17 gennaio) alla Scuola Normale con studiosi dall’Italia e dall’estero.


PISA, 13 gennaio 2021. Al fenomeno del reimpiego nella cultura greca e romana di opere del passato usate per scopi diversi da quello per cui erano nate la Scuola Normale Superiore dedica un workshop di due giorni, con studiosi dall’Italia e dall’estero. «The shock of the old/new? Itinerant “Greek” Sculptures in Roman Times» (16-17 gennaio, Palazzo della carovana, Pisa) è il titolo dell’iniziativa, organizzata insieme alle Università di Copenaghen e Leida, per comprendere meglio le dinamiche, le analogie e le differenze delle pratiche di reimpiego in Grecia e a Roma nel corso dei secoli.

«Il restaging (o recycling) nella cultura greca e romana – spiega il professor Gianfranco Adornato, organizzatore del workshop – crea talora profonde trasformazioni (ora materiali, ora geografiche, ora contestuali, ora cronologiche) che finiscono per modificare la prima vita del manufatto e il suo significato, arricchendolo di nuove, differenti sfumature semantiche. A questo tema saranno dedicate le tre sessioni del workshop».

L'iniziativa ha ricevuto fondi Europei nell’ambito del programma Marie Curie.

Tra gli studiosi che interverranno, Miguel John Versluys (Università di Leida), Eric Moormann (Radboud Universiteit), Hans R. Goette (Deutsches Archäologisches Institut Zentrale), Beatrice Cacciotti (Università di Roma Tor Vergata), Eva Falaschi (Scuola Normale Superiore), Riccardo Di Cesare (Università di Foggia), Pavlina Karanastasi (Università di Creta), Francesca D´Andrea (Scuola Normale Superiore), Marco Galli (Sapienza Università, Roma), Marina Caso (Parco Archeologico di Ercolano), Gabriella Cirucci (Università di Copenaghen), Suzan Van De Velde (Università di Leida), Jane Fejfer (Università di Copenaghen), Marina Sabatini (Università di Macerata).