Il Direttore Generale dell’Anvur alla Scuola Normale a Pisa lunedì scorso per delineare punti di forza e temi su cui porre l’attenzione riguardo alle 6 Scuole superiori Normale, Sant’Anna, Iuss di Pavia, Sissa di Trieste, IMT di Lucca e GSSI dell’Aquila.

(Con una video intervista a Daniele Livon alla fine del testo)

PISA, 9 novembre 2022. Si è svolto lunedì 6 novembre nella sede di Pisa della Scuola Normale Superiore un incontro con Daniele Livon, Direttore generale dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca) sul tema della valutazione e del ruolo delle Scuole a ordinamento speciale nel sistema universitario", promosso dal Direttore Luigi Ambrosio, dal Vice Direttore Alessandro Schiesaro e dal Segretario Generale Enrico Periti.

 Le 6 scuole a ordinamento speciale riconosciute in Italia (Scuola Normale, Scuola Sant’Anna di Pisa, Scuola IMT di Lucca, Sissa di Trieste, Gran Sasso Science Institute dell’Aquila) rappresentano una tipologia di istituti universitari con caratteristiche specifiche, legate soprattutto alle dimensioni (i numeri sono molto più contenuti in termini di allievi, professori, personale amministrativo rispetto alle università generiche), e agli standard qualitativi mediamente alti.

 Nel 2020 proprio l’Anvur ha proceduto all’accreditamento di tutte le 6 Scuole a ordinamento speciale: una commissione di esperti aveva valutato i requisiti strutturali, relativi alla qualità degli studenti, al livello della docenza, i servizi offerti, alla qualità della didattica. Per mantenere tale accreditamento, che diventerà periodico in base al DM 439/2013, con cadenza quinquennale, Livon ha spiegato che le Scuole dovranno rispettare determinati standard: l’attrattività, l’efficacia della formazione e della ricerca, la qualità della docenza, attrazione di premi di ricerca di eccellenza.

 Livon ha anche espresso concetti di fondo su cui tutte le Scuole dovrebbero investire per migliorare il loro posizionamento: attuare strategie a medio termine con un collegamento tra gli obiettivi istituzionali e organizzativi e il monitoraggio periodico dei risultati; una conoscenza approfondita del contesto, che preveda cultura del dato, conoscenza, ma soprattutto gestione delle norme; la qualità della comunicazione (con una specifica visione e una delineata identità); la condivisone di informazioni (che preveda integrazione organizzativa e crescita dei collaboratori); la digitalizzazione (che significa informatizzazione dei processi, non solo delle persone e il prevalere della standardizzazione in opposizione all’inefficienza); leadership riconosciute (basate sulle competenze e guidate dal vertice, sempre collaborative); attenzione agli stakeholders (informazione, ascolto e confronto, valutazione).