Pisa, 18 ottobre 2019. Valorizzare ulteriormente la vera ricchezza della Scuola Normale, i propri studenti. Nel discorso che ha inaugurato ufficialmente le attività didattiche e di ricerca 2019/2020, il Direttore Luigi Ambrosio, eletto lo scorso maggio e alla sua prima prolusione di inizio anno accademico, ha parlato a lungo della necessità di investire ancora di più nella formazione e nelle carriere dei normalisti e anche della necessità di dare loro nuove opportunità di carriera (più sotto il discorso integrale).

"La Normale ha per troppo tempo considerato qualsiasi percorso avvenisse al di fuori del perimetro accademico come di secondaria importanza, e ha scommesso troppo poco su una formazione più ampia dei suoi allievi e sulla creazione di occasioni più numerose di confronto con il mondo del lavoro - ha dichiarato Ambrosio -. La Scuola deve anzitutto offrire ai suoi allievi tutto il supporto possibile per concepire e avviare una carriera al di fuori del mondo dell’università e della ricerca. Investire sui nostri studenti è da sempre il punto qualificante della Scuola Normale: non dobbiamo avere paura di farlo".

La risorsa più efficace per potenziare le possibilità di contatto con il mondo del lavoro sono gli stessi studenti della Normale, molti dei quali, una volta conclusi gli studi universitari, raggiungono posizioni di grande prestigio presso realtà internazionali di primo piano nel mondo accademico, della ricerca, aziende. Il Direttore ha elencato alcuni casi di ex allievi che in questo momento hanno una occupazione prestigiosa presso Christie's, New York school of Medicine, Institute of Advanced Studies di Princeton, King's College , IIT di Genova, Oxford.

"Una rete più vasta ed efficiente di ‘normalisti al lavoro’ ha delle ricadute positive non solo sui singoli, ma anche sull’istituzione che li ha formati - ha spiegato Ambrosio -. Anche in questo, forse, la Scuola ha avuto la percezione troppo ottimistica che il suo prestigio e il suo valore fossero una realtà acquisita, e che quindi non ci fosse necessità di monitorare o documentare alcunché. Ma in questi tempi molto fluidi, per così dire, non è così".

Riguardo al dimensionamento della Normale, Ambrosio ha auspicato un allargamento delle collaborazioni scientifiche nazionali e internazionali,  più che a un potenziamento dell'organico che  snaturerebbe la natura dell'istituzione, da sempre caratterizzata da piccoli "numeri" (in questo momento 333 allievi del corso ordinario, 284 perfezionandi, 48 professori, 38 ricercatori).  "Stiamo sperimentando vincoli sempre maggiori alle nostre capacità assunzionali, che certamente non sono determinate dalla disponibilità di punti organico, ma piuttosto da vincoli di bilancio. Dobbiamo puntare su una politica molto prudente di nuove assunzioni, che usi al massimo fondi premiali, come quelli dei due Dipartimenti di Eccellenza, e finanziamenti non ministeriali".

Ambrosio ha infine salutato e ringraziato per il lavoro svolto il Vice Direttore uscente, Andrea Giardina, e ha annunciato il nuovo Vice Direttore, Mario Piazza.

 

Il discorso integrale del prof. Luigi Ambrosio.

Sentirei di essere reticente se questo mio discorso inaugurale non esordisse dalla crisi istituzionale senza precedenti che abbiamo vissuto nei mesi scorsi, e che ha portato alla mia Direzione. La Scuola, intesa sia come istituzione che come comunità, ha vissuto mesi molto difficili, nei quali tutti noi ci siamo interrogati e abbiamo discusso a lungo su cosa fosse meglio fare, mentre eravamo sottoposti a forti pressioni, anche da parte dei media. Come sappiamo bene, le crisi aiutano a crescere, e questo vale per gli individui come per le comunità e le istituzioni. Siamo stati messi a dura prova e ne siamo emersi con alcune ferite, ma anche con alcune convinzioni rinnovate: l’importanza cruciale della condivisione, un compito cui ognuno di noi è chiamato direttamente; la forza della nostra comunità; le grandi potenzialità della Scuola, che potranno però esprimersi al meglio solo se saremo in grado di affrontare e risolvere insieme alcune criticità. Meno di una settimana fa abbiamo celebrato, proprio in questa sala, un personaggio fondamentale per gli ultimi decenni della Normale, il fisico Luigi Radicati. Radicati ha insegnato in Normale per oltre trent’anni, ed è stato preside, vicedirettore e infine direttore della Scuola. Negli anni in cui Radicati lavorava in Normale, la Scuola era governata da personalità di livello assoluto: oltre a Radicati, Paola Barocchi, Gilberto Bernardini, Edoardo Vesentini, Gianfranco Contini, Ennio De Giorgi, Giuseppe Nenci… Non solo grandissimi specialisti nei rispettivi campi, ma anche, e vorrei dire soprattutto, figure di spessore. La loro corrispondenza, di cui il nostro Archivio tiene scrupolosa traccia, ci descrive una cura paziente e amorevole per la Scuola,  uno standard morale e intellettuale elevatissimo, un grande senso di responsabilità verso la nostra comunità umana e scientifica. Mi pare che gli ultimi mesi richiamino ognuno di noi, dal Direttore agli allievi appena ammessi, a questi valori, e a questi doveri. Dovremo prima di tutto sforzarci di essere all’altezza: della statura di chi ci ha preceduto, del compito che ci è affidato, della comunità di cui facciamo parte.

Mi consentirete anche qualche breve annotazione personale. Pur avendo da tempo un ruolo pubblico all'interno della mia comunità scientifica di riferimento, non ero del tutto preparato al ruolo pubblico che inevitabilmente si accompagna a quello di Direttore. In realtà, almeno questo aspetto si è rivelato molto più facile del previsto, e di questo devo anzitutto ringraziare tutte le autorità presenti per il sostegno che ho ricevuto in occasione dei vari incontri che ho avuto in questi primi 5 mesi di mandato. A questo livello istituzionale vorrei ringraziare in particolare, e scusatemi se non ricordo tutti:

- Il Presidente Rossi e la Vice-Presidente Barni, per l'importante iniziativa in corso relativa all'immobile in Via Roma e per il supporto a tante iniziative di ricerca;

- Il Presidente Amato, per l'impegno speso per l'Associazione Amici;

- La Fondazione Pisa e l'avv. Claudio Pugelli, in particolare ma non solo per il supporto dato alla nostra stagione concertistica;

- Il dott. Riccardo Vitti e la Fondazione Livorno, per un finanziamento legato al nome del Presidente Ciampi, illustre nostro ex-allievo;

- Il Prefetto di Pisa Giuseppe Castaldo, per la pronta collaborazione verso la ricerca di una soluzione dei problemi della Domus Galileana;

- Il Sindaco Michele Conti di Pisa, per la collaborazione sugli eventi che hanno e avranno luogo qui in Piazza dei Cavalieri e per il sostegno all'iniziativa, nata quest'anno, Pisa accoglie il Talento.

Nell'ambito di quello che mi piace chiamare l'ecosistema pisano della ricerca, c'è un altro punto che mi preme molto sottolineare, il rinforzato spirito di collaborazione tra Scuola Normale, Università di Pisa e Scuola Superiore Sant'Anna, nell'ottica di un rapporto che va letto come simbiotico e certo non come competitivo: mi limito a citare, oltre all'iniziativa Pisa accoglie il Talento, nata da una felice intuizione della rettrice Sabina Nuti, nuove convenzioni stipulate in questi ultimi mesi, grazie all'impegno dei rispettivi prorettori alla didattica, che arricchiranno le nostre offerte formative e che agevoleranno ulteriormente la mobilità in Italia e all'estero dei nostri allievi.

Vorrei qui menzionare, sempre nell’ambito pisano, una nuova recente convenzione con vari laboratori di CNR, S. Anna e Università, che ha coinvolto anche la Scuola IMT di Lucca, su Big Data e Intelligenza Artificiale per la nascita di un Laboratorio congiunto a vocazione internazionale sulle tematiche della Data Science, e una convenzione quadro con l’Unione Industriale Pisana, per avvicinare il mondo delle imprese alla Scuola Normale con attività formative e di trasferimento tecnologico. In questo ambito, resta sempre operativo lo sportello “JoTTO” che condividiamo con la Scuola Sant'Anna, la Scuola IMT di Lucca e la Scuola IUSS Pavia, che tra le altre attività ogni anno organizza  giornate di incontro tra gli allievi delle rispettive istituzioni e le aziende italiane.

Da ormai qualche anno, inoltre, la Normale fa parte di un ecosistema ancora più ampio. Anzitutto, opera a Firenze, dove ha un polo accademico, il Dipartimento di Scienze politico-sociali, sempre più vivace, internazionale e integrato. Vorrei ringraziare il Rettore di Firenze Luigi Dei per la collaborazione in corso, sia nell'ambito del corso di laurea magistrale in Scienze Politiche, sia per la ricerca, supportata anche dal Comune di Firenze, di nuovi spazi per il nostro polo fiorentino.

Infine, la Normale è da quasi due anni componente della Federazione delle scuole di eccellenza, con Sant’Anna e IUSS di Pavia. Spero di poter parlare a nome di tutti i rettori se dico che un importante processo di riflessione sulla Federazione è in atto, che valorizzi al massimo l'esperienza in corso, senza però dare nulla per acquisito. In questo importante processo ci avvarremo dell'esperienza e della competenza del nuovo Presidente del CDA, Salvatore Rossi, dell'Avv. Giuseppe Toscano, che qui saluto e ringrazio pubblicamente per la disponibilità dimostrata, e del dott. Fabio Benasso. A tutti loro i miei auguri più sinceri di buon lavoro.

Ad inizio di ogni Anno Accademico è tradizione che il Rettore illustri sommariamente l'attività svolta e le linee programmatiche dell'ateneo, tradizione che noi abbiamo voluto incorporare nello Statuto. (Art. 34, comma 4).

Prima di far questo, pur con i limiti che derivano dall’inizio recente del mio incarico, consentitemi una riflessione. Ho avuto modo in questi mesi, prima e dopo l'inizio del mandato, di ragionare su come io debba interpretare il ruolo di Direttore: c'è ovviamente l'aspetto della gestione corrente, certo impegnativa, che è fuori discussione, e che si cerca di svolgere al meglio. Riguardo alla progettualità, io penso che, al di là di linee di indirizzo e prospettive generali, il Direttore della Scuola debba, tenendo naturalmente conto di vincoli globali di budget, personale e spazi, agevolare e indirizzare quella che è la naturale progettualità del corpo docente, che consiste di molte figure apicali nel loro settore di riferimento.  Che sia così lo si vede anche dalle notevoli performance nei bandi PRIN e ERC: solo per citare l’ultimo bando del MIUR riguardante i Progetti di Rilevante Interesse Nazionale, ben 12 sono stati i professori della Scuola Normale i cui progetti sono stati finanziati, e che dunque si trovano a guidare importanti gruppi di ricerca interuniversitari; ancora in ambito nazionale, sono stati premiati i progetti di due Dipartimenti di eccellenza, su due presentati; ricordo infine in ambito europeo i 10 progetti ERC che professori e ricercatori della Scuola si sono aggiudicati da quando è stato istituito questo importante riconoscimento alla ricerca di eccellenza europea.

Una prima linea di indirizzo, nell'uso di alcune risorse di budget, è intesa a dare maggiore autonomia alle tre Classi Accademiche: la loro governance, per cui ringrazio qui i tre Presidi, garantisce linee di sviluppo scientifico di sicuro valore. Sempre a proposito di autonomia, ribadisco che al Segretario Generale compete l’importante funzione gestionale-amministrativa della Scuola, mentre al Direttore e agli altri organi spetta l’indirizzo politico. Questi due compiti, ugualmente cruciali per la vita dell'istituzione, devono essere svolti con completa condivisione, ma in piena indipendenza. Nei primi mesi di mandato, con il dott. Tommasin, abbiamo con un certo successo, credo, cercato rigorosamente di attenerci a questi principi, e lo ringrazio molto per questo.

Vorrei ora evidenziare alcuni importanti processi in corso, implicitamente già presenti nel mio programma di mandato.

Al primo posto vorrei mettere la nuova configurazione dell'Istituto Ciampi a Firenze, che si avvia ad essere, alla luce della revisione di Statuto recentemente approvata nel CDA federato, l'unico centro di ricerca interclasse della Scuola, sia per temi di ricerca che per gestione, e non più una classe accademica. In quest’ambito, abbiamo anche previsto un ripensamento di centri e laboratori che sicuramente determinerà una migliore allocazione e una ottimizzazione delle risorse umane e strumentali che abbiamo a disposizione. Al momento, alla Scuola Normale sono attivi 3 Laboratori per la Classe di Scienze (il Laboratorio di nanoscienze e nanotecnologie NEST, il Laboratorio di Biologia Bio@SNS, il laboratorio Strategie Multidisciplinari Applicate alla Ricerca e alla Tecnologia - SMART), 2 Laboratori per la Classe di Lettere (il laboratorio di documentazione storico artistica DocStar e quello di archeologia SAET), e una ventina di gruppi e centri di ricerca che operano nei settori disciplinari di interesse della tre classi accademiche.

Al secondo posto vorrei mettere una maggiore cura di tutti i processi legati alla didattica. Ho già detto di alcuni importanti accordi in materia di didattica siglati con le altre istituzioni pisane. Vorrei qui soffermarmi su altri due punti che mi stanno molto a cuore. In primo luogo, stiamo rafforzando il tutorato. Come diceva già un grande normalista, Arnaldo Momigliano, il più grande apporto alla formazione dei normalisti viene dai normalisti stessi: il metodo didattico della Scuola, consolidato da decenni, prevede un’interazione costante e diretta non solo tra docenti e allievi, ma anche tra allievi di tutte le età. La ricerca è una tecnica, talvolta un’arte, e come tale necessita anzitutto dell’acquisizione di strumenti di lavoro, di un metodo rigoroso e, perché no, di qualche trucco del mestiere. Non c’è modo migliore per formare giovani ricercatori che attraverso altri giovani ricercatori. La peer education, la formazione tra pari, è un punto di forza della Normale, e intendiamo rafforzarla, dando ai nostri allievi più giovani la possibilità di seguire le orme dei loro compagni più grandi, e ai nostri allievi più anziani la possibilità di fare prime, decisive, esperienze di insegnamento. In secondo luogo, mi piace citare l'importantissimo servizio di supporto psicologico agli allievi: di concerto con i nostri studenti, da quest’anno abbiamo deciso di affidare il servizio a figure professionali che presentino un progetto attento allo specifico contesto in cui andranno ad operare. Infine, più in generale, mi piacerebbe rendere più trasparente la nostra didattica, rimuovendo il più possibile gli ostacoli al reperimento dei materiali dei nostri corsi interni da parte di chi, dall’esterno, vorrebbe consultarli o farne uso.

Un altro dei problemi, in parte già affrontato, è quello delle carriere del personale docente e di ricerca e del dimensionamento ottimale della Scuola. Stiamo sperimentando vincoli sempre maggiori alle nostre capacità assunzionali, che certamente non sono determinate dalla disponibilità di punti organico, ma piuttosto da vincoli di bilancio. Dobbiamo puntare su una politica molto prudente di nuove assunzioni, che usi al massimo fondi premiali, come quelli dei due Dipartimenti di Eccellenza, e finanziamenti non ministeriali. Al tempo stesso la crescita della Scuola dovrà avvenire attraverso l'aumento delle collaborazioni scientifiche, nelle quali la Scuola può portare valore aggiunto, più che da un ulteriore aumento dell'organico che, alla fine, inevitabilmente, ne sconvolgerebbe la natura.

Un altro punto che mi sta molto a cuore riguarda la valorizzazione dei nostri ex-allievi. È un'idea persino banale, una strada che molti altri atenei hanno peraltro già battuto. Noi della Normale abbiamo avviato nel passato vari contatti con ex-allievi, anche con l'aiuto dell'Associazione Normalisti, ma in modo sporadico e forse senza sufficiente convinzione. La Scuola ha per troppo tempo considerato qualsiasi percorso avvenisse al di fuori del perimetro accademico come di secondaria importanza, e ha scommesso troppo poco su una formazione più ampia dei suoi allievi e sulla creazione di occasioni più numerose di confronto con il mondo del lavoro. La Scuola deve anzitutto offrire ai suoi allievi tutto il supporto possibile per concepire e avviare una carriera al di fuori del mondo dell’università e della ricerca. Investire sugli allievi è da sempre il punto qualificante della Scuola Normale: non dobbiamo avere paura di farlo. D’altro canto, una rete più vasta ed efficiente di ‘normalisti al lavoro’ ha delle ricadute positive non solo sui singoli, ma anche sull’istituzione che li ha formati. Anche in questo, forse, la Scuola ha avuto la percezione troppo ottimistica che il suo prestigio e il suo valore fossero una realtà acquisita, e che quindi non ci fosse necessità di monitorare o documentare alcunché. Ma in questi tempi molto fluidi, per così dire, non è così. Dobbiamo dunque riannodare con più decisione i fili con i nostri ex allievi, per mostrare (e per ricordare a noi stessi!) attraverso le loro carriere e le loro esperienze quale è la natura e quali sono i valori che la Scuola impartisce, e qual è il ruolo che è in grado di giocare nella formazione dei giovani di maggior talento del Paese e non solo. In questa occasione pubblica, mi pare bello raccontare qualche storia dei nostri allievi e delle nostre allieve, con la promessa, che faccio qui oggi, di avviare un lavoro più sistematico di raccolta di dati e di storie.

HUDA ALSAHI, Scienze Politiche, ora Policy Officer alla FAO
TERESA DAVOLI, Biologia, ora alla New York school of Medicine
CAMILLO DE LELLIS, Matematica, ora Professore all'
Institute of Advanced Studies di Princeton
ROBERTO DI COSMO, Informatica, ora Professore a Paris Diderot, inventore del progetto Software Heritage, sponsorizzato da Unesco

FRANCESCO EVANGELISTA, Chimica, ora Assistant Professor alla Emory University Atlanta e Dirac Medal nel 2017
SERENA FERENTE, Storia, ora Lecturer al King's College
CLARA PASCHINI, Storia dell'Arte, ora Strategy Manager, casa d'aste Christie's
VITTORIO PELLEGRINI, Fisica, dirige ora il laboratorio Graphene Labs all'IIT di Genova
LUCIA PRAUSCELLO, Lettere Classiche, ora Senior Research Fellow Oxford
EUGENIO REFINI, Italianistica, ora Assistant Professor alla NYU
RICCARDO STROBINO, Filosofia, ora Assistant Professor alla Tufts University
MARIA ANTONIETTA TOSCHES, Neurobiologia, ora Assistant Professor alla Columbia University

Parlare delle capacità dei normalisti di incidere nel mondo di oggi è anche un modo per contrastare o almeno affiancare la monotona narrativa dell’università basata solo sui ranking, che pur non penalizzando la Scuola (ad esempio nel 2019 risultiamo primi in Italia, terzi in Europa, ottavi nel mondo nello Shanghai rating, PCP) sono spesso utili più per i trend di miglioramento e peggioramento che esprimono, che per i valori assoluti. Prova di questi limiti siano le differenze, a volte enormi, tra un ranking e un altro o le grandi oscillazioni di un ateneo, nell'ambito dello stesso ranking, tra un anno e il successivo.

Io credo che la buona salute di un ateneo, in particolar modo di uno così particolare come la Normale, si misuri anche attraverso molti altri parametri. Per esempio, la volontà e la capacità di incidere sul proprio contesto. Questa è ormai diventata, anche ufficialmente, la ‘terza missione’ dell’università: non soltanto formare le nuove generazioni e far avanzare le nostre conoscenze, ma condividere i nostri strumenti formativi con una platea più vasta di cittadini e cittadine. L’università deve arricchire il proprio contesto, non solo con applicazioni e brevetti, ma con conoscenze e valori. In tempi in cui domina la tentazione di semplificare, la nostra missione deve essere difendere la complessità, diffondere strumenti efficaci per capire al di sotto della superficie. In questo, la Normale è orgogliosamente all’avanguardia, con un programma di disseminazione scientifica molto articolato e intenso: dalla musica al teatro, dalla letteratura alle scienze, sperimentiamo costantemente nuovi linguaggi per arrivare a sempre più persone. In questa occasione mi fa piacere ricordare due esperienze che hanno entrambe a che fare con la scuola. La prima riguarda la formazione degli insegnanti di scuole primarie e secondarie: in collaborazione con l’Accademia dei Lincei, che approfitto per ringraziare, la Normale tiene per molti mesi dell’anno corsi di aggiornamento gratuiti, che sono integralmente ripresi e condivisi, sempre gratuitamente, su Internet. Si tratta di uno sforzo organizzativo e scientifico non da poco, che la Scuola si assume volentieri, fedele non solo al suo compito originario di formare i formatori, ma anche al suo compito di istituzione pubblica. E sono lieto di annunciare che quest’anno espanderà ulteriormente la sua offerta. La seconda iniziativa è invece più piccola e più giovane: seguendo l’intuizione di alcuni allievi, abbiamo voluto tentare un esperimento, e affiancare alcuni studenti a forte rischio di dispersione provenienti dall’IPSIA “Pacinotti” di Pontedera con alcuni dei nostri studenti. Non intendiamo fornire modelli positivi cui ispirarsi, ma aprire un dialogo vero tra due dimensioni che non si conoscono, a partire dalla cultura. Il dialogo tra normalisti e allievi dell’IPSIA, infatti, passa attraverso la letteratura: il gruppo misto SNS-Pacinotti si ritrova periodicamente per leggere e commentare insieme la Divina Commedia. I risultati sono sorprendenti e spettacolari: la letteratura, persino quella più alta e difficile, è diventata un ponte, un canale per parlare di sé e costruire dialogo e amicizia. La Divina Commedia letta con i normalisti è diventata così per i ragazzi e le ragazze del Pacinotti il progetto per l’esame di maturità, un progetto che li impegnerà per tutto il triennio, arrivando a compimento nel 2021, proprio nel settimo centenario della morte di Dante.

 Come vedete, le cose da fare sono molte, e alcune di queste ci pongono sfide complesse. Nello sviluppo di questi processi, ci sarà di grande aiuto il nuovo Advisory Board, recentemente costituito, la cui prima riunione è prevista entro l'anno.

Avviandomi verso la chiusura, vorrei ringraziare il vice-Direttore Andrea Giardina, che tra pochi giorni concluderà il suo servizio alla Scuola. Andrea è arrivato alla Scuola pochi anni fa, ma è stato fondamentale in questi anni: la lealtà e la grazia con cui ha svolto il suo mandato anche di Direttore facente funzioni sono stati una lezione per tutti noi. Auguri al nuovo Vice Direttore, Mario Piazza, per il compito che sta per intraprendere: sono certo che saprà portarlo a compimento nel modo migliore. Un ringraziamento particolare va alla squadra dei prorettori e delegati, Chiara Cappelli, Angelo Vistoli, Augusto Sagnotti, Mario Pianta, Francesco Benigno. Oltre al Segretario Generale vorrei infine  ringraziare tutto il personale tecnico-amministrativo della Normale, che con il suo lavoro quotidiano mette tutti noi docenti, ricercatori e allievi nella condizione di dare il meglio.

Concludo veramente, ora, con l'auspicio di poter gestire al meglio la responsabilità che abbiamo verso le speranze dei ragazzi che sono alla Scuola, qualcuno è appena arrivato, e di quelli che verranno. GRAZIE.