Cerimonia con il ministro Patrizio Bianchi. Il Direttore Luigi Ambrosio rinnova per il 2022 i tanti impegni della propria istituzione a favore dell’universo scolastico italiano. Tra gli altri temi toccati nella prolusione: il progetto di rete delle 6 Scuole Universitarie italiane, l’hub permanente regionale sui temi della libertà accademica che avrà sede a Firenze, l’equilibrio di genere.

PISA 15 novembre 2021. La Scuola Normale ha una vocazione naturale alle scuole, fin dalla fondazione napoleonica come pensionato accademico in cui si dovevano educare i futuri insegnanti dell’impero. All’universo scolastico si rivolge anche la Normale 2021-2022, intensificando le azioni già intraprese grazie allo sviluppo di ulteriori network. Lo ha annunciato il Direttore Luigi Ambrosio nella prolusione che ha dato inizio al nuovo anno accademico. La cerimonia si è svolta quest’oggi, a Pisa, nel Palazzo dei Cavalieri, alla presenza del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi (VIDEO CERIMONIA).

Negli ultimi anni, a 5.000 docenti sono stati garantiti corsi di aggiornamento professionale gratuiti; 20.000 studenti della quarta superiore sono stati orientati alla scelta universitaria italiana (non solo verso la Normale); 110.000 ragazze e ragazzi hanno avuto accesso a lezioni online integrative rispetto ai programmi ministeriali. Nel 2022 alcune di queste iniziative, che testimoniano «un concreto public engagement da parte della nostra comunità»,
saranno svolte in collaborazione con le altre 5 Scuole Superiori Universitarie presenti in Italia, per allargare la platea dei beneficiari.

Ambrosio ha anche presentato il percorso per la nascita della rete delle 6 Scuole Superiori Universitarie a ordinamento speciale (Normale, Sant’Anna di Pisa, Scuola IMT di Lucca, GSSI dell’Aquila, IUSS di Pavia, SISSA di Trieste), un nuovo soggetto che vada oltre l’esperienza della Federazione delle sole 3 Scuole (Normale, Sant’Anna e IUSS). «Vista la particolare natura di queste realtà accademiche le Scuole Superiori Universitarie possono facilmente porsi come soggetti apripista per sviluppare attività specifiche su temi scelti, sperimentare nuovi modelli di formazione, di organizzazione, di gestione e di funzionamento, e presentarsi in questa veste alle istituzioni, le imprese, il sistema universitario, i cittadini».

Sulle carriere universitarie degli allievi normalisti il paese investe molto, ma non ne sfrutta poi tutto il potenziale. «Sarebbe un atto lungimirante se lo Stato riconoscesse nel curriculum dei normalisti, ma non solo, la possibilità di abbreviare percorsi verso la Pubblica Amministrazione ma anche verso l’insegnamento, per offrire alla scuola italiana insegnanti di qualità e recuperare in parte la funzione originaria della Normale come “Scuola degli educatori”». Anche per questo è stato riconosciuto per la prima volta al diploma di licenza normalista un valore in termini legali. 

Sempre in termini in networking, nell’ambito della rete SaR Italia (Scholars at Risk), è stato presentato alla Regione Toscana un progetto in collaborazione con gli atenei toscani per creare un laboratorio permanente regionale sui temi della libertà accademica. Tale hub permanente sarà ospitato nella sede fiorentina della Scuola all’interno dell’Istituto Ciampi, per raccogliere studenti e studiosi interessati al tema.

Non sono state taciute nella prolusione del Direttore riflessioni riguardanti alcune critiche mosse da un gruppo di allieve e di allievi della Classe di Lettere durante l’ultima cerimonia di consegna dei diplomi, a luglio. Ambrosio è tornato su quanto avvenuto, a partire dalla critica per il coinvolgimento della Normale in un sistema di iper-competitività. «Nel contesto di una giusta denuncia degli eccessi cui può portare la retorica dell’eccellenza e le degenerazioni derivanti dall’uso di strumenti meramente quantitativi nella valutazione della ricerca, non bisogna però disconoscere certi valori, solo meglio bilanciarli».

Poi il Direttore della Normale ha parlato dello scarso equilibrio di genere alla Scuola, altra critica sollevata, che vede certi settori, per esempio la Classe di Scienze, con forte presenza maschile. Nel dettaglio, è stato individuato nel pre-ingresso il momento più critico perché già lì è presente uno sbilanciamento che poi è difficile riequilibrare. «Questa estate, per esempio, la percentuale di ragazze che si sono presentate al concorso per il corso ordinario (Scienze+Lettere+Scienze politico-sociali) è stata il 30% del totale, percentuale che si abbassa ulteriormente al 24% per le sole candidate alla nostra Classe di Scienze». In altri contesti, come i corsi di orientamento, o nella Classe di Scienze politico-sociali, si assiste invece a un totale equilibrio di genere.

Sarà quindi importante affrontare le cause prima di questo squilibrio e gli interventi programmati di Chiara Saraceno e Francesca Biagini sono stati importanti per approfondire il tema. Sul piano operativo, con la collaborazione fondamentale delle allieve, saranno programmate varie azioni, come una serie di video di ex allieve, in primis quelle della Classe di Scienze, da promuovere in occasioni pubbliche e sui canali social. Il progetto ISPIRA (Inclusività nelle Scienze, una Possibilità di Identificazione e RAppresentazione) si propone di affrontare questo tema sfruttando il potente strumento della divulgazione scientifica in modo innovativo. Si intende con esso organizzare un ciclo di seminari nelle scuole secondarie di primo grado coinvolgendo le allieve come conferenziere. Perseguire l’equilibrio di genere in tutti i contesti in cui azioni sono possibili, come la composizione dei relatori in convegni, quella delle commissioni di esame, dei docenti delle lezioni dell’orientamento o della “Normale a scuola”, può certamente contribuire a facilitare una maggiore empatia, anche se gli effetti magari non saranno immediatamente visibili. 

A questo LINK la prolusione integrale del prof. Ambrosio.
 

Andrea Pantani

 

 

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