Signor Presidente della Regione, Signor Prefetto

Signor Sindaco

Magnifiche Rettrici, Magnifici Rettori

Autorità civili, militari e religiose; colleghe e colleghi del personale docente e tecnico amministrativo; allieve e allievi; signore e signori,

Buongiorno a tutte e tutti e benvenuti alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico della Scuola Normale Superiore, nel 213° anniversario della fondazione, il 18 ottobre 1810.

Un saluto e un ringraziamento particolari per la sua presenza oggi al prof. Rosario Aitala, giudice della corte penale internazionale, che ci terrà una lectio su temi di straordinaria attualità e importanza, che penso interroghino quotidianamente le nostre coscienze.

Oggi la nostra istituzione festeggia il suo 213esimo anniversario di nascita ed io mi appresto a percorrere il mio penultimo anno accademico come suo Direttore, già comunque ben oltre i due terzi del mandato. Penso di poter dire che il metodo di condivisione delle scelte e di rispetto dei reciproci ruoli che ho cercato di adottare in questi anni si sia pienamente riaffermato come modus operandi e questo lo considererei già come uno dei miei contributi alla vita attiva della Scuola. Un modus operandi che condivido con il Vice-direttore Alessandro Schiesaro, con i Presidi delle tre classi accademiche della Scuola, Andrea Ferrara della Classe di Scienze, Stefano Carrai della Classe di Lettere e Filosofia e Guglielmo Meardi della classe accademica di Scienze politico-sociali, con il Segretario Generale della Scuola, Enrico Periti.

Al di là di tanti obiettivi specifici, la principale responsabilità che continuo ad avvertire è quella di continuare a prendermi cura di questa istituzione come lo si fa di una casa che ci è particolarmente cara, perché custodisce cose materiali e immateriali preziose, non solo il passato dei miei ricordi di allievo e professore, ma soprattutto il presente e il futuro dei tanti ragazzi e ragazze che vi abitano per uno scorcio importante della propria vita, riponendo in essa sogni e ambizioni. Mi piacerebbe riconsegnare le chiavi di questa casa potendo dire che tutto è stato messo in ordine, tutto è stato aggiornato ed è pienamente in grado di funzionare. Sicuramente un obiettivo irrealistico e troppo ambizioso, perché il contesto in cui ci muoviamo è rapidamente mutevole, pensiamo solo al quadro normativo e regolamentare, tuttavia è questo lo spirito che animerà le tappe conclusive del mio mandato.

Spero di riuscire in questo intento, a partire dalla conferma del
ruolo che la Normale ha nel sistema universitario italiano. Per la sua stessa natura che fa anche della ricerca scientifica il proprio metodo di insegnamento, la Scuola Normale ha la possibilità di muoversi più agilmente tra i confini disciplinari e dunque prospettare nuovi sviluppi didattici. Per questo stiamo operando nella direzione di rafforzare l’offerta dei corsi interdisciplinari. Ovviamente è necessario innestare questo sulla base di una solida iniziale base di corsi disciplinari, armonizzando sinergicamente le discipline che sono da sempre il nostro marchio di fabbrica, con quelle più innovative. Quest’anno abbiamo varato due nuovi dottorati, quello in Computational Cosmology and Astrophysics (COMPAC) che coniuga conoscenze scientifiche di astrofisica al machine learning e al trattamento e l’esplorazione dei Big Data, e il dottorato in Filologia romanza e italiana digitale (FROID), che facendo rete con altre importanti istituzioni nazionali e internazionali come l’Ecole Nationale des Chartes di Parigi e il King’s College di Londra, innesta la strumentazione digitale nello studio delle tradizioni manoscritte, nell’analisi, edizione e interpretazione dei testi letterari. Siamo arrivati così a 15 corsi di dottorato, alcuni dei quali in collaborazione con altre realtà accademiche e di ricerca. L’offerta formativa è stata arricchita anche per il corso ordinario: nella Classe di Scienze, per esempio, grazie all’arrivo alla Scuola di Fosca Giannotti abbiamo creato un corso, fruibile da tutti gli allievi, propedeutico ai temi sempre più cogenti dell’intelligenza artificiale, nelle sue tante declinazioni possibili. Muovendosi dalla formazione alla ricerca vera e propria, mi piace ricordare che la ricerca svolta alla Scuola Normale secondo l’indirizzo di Fosca Giannotti e in stretta collaborazione con l’Università di Pisa e il CNR,  è improntata all’individuazione di processi di valorizzazione dell’essere umano nel rapporto con l’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di rendere più trasparenti i processi decisionali, per quanto automatici, delle macchine e degli algoritmi che giocheranno un ruolo sempre più pervasivo nella nostra vita.

La Normale può fungere da riferimento e stimolo in tema di formazione universitaria, in sinergia con le altre Scuole Superiori a Ordinamento Speciale. Una direzione, questa, verso cui continuiamo a lavorare e che stiamo cercando di affermare ai tavoli del MUR e della CRUI, anche se a livello ministeriale tale contributo non è sempre ben percepito e riconosciuto, vista la non costante visione nelle politiche nazionali universitarie del ruolo delle Scuole di eccellenza. L’impegno mio, così come credo anche degli altri rettori delle altre Scuole a Ordinamento Speciale, è che questa specificità che siamo tenuti a richiamare sia sempre più riconosciuta, nel mentre siamo comunque disponibili a definire noi stessi e aggiornare il nostro ruolo, ad esempio sperimentando nuovi modelli di gestione e reclutamento.

La Scuola sta crescendo; lo dimostra anche il fatto che, grazie alle risorse erogate dal MUR, anche ma non solo grazie al PNRR, il numero di allieve e allievi di dottorato ha ormai ampiamente superato quello del corso ordinario, un fatto storico se pensiamo alla vita anche recente della Scuola: siamo adesso a 370 allieve e allievi post laurea e 302 allieve e allievi del corso ordinario, quello che si svolge in parallelo con i corsi universitari a Pisa o Firenze. Proprio pochi giorni fa abbiamo dato il benvenuto a 69 nuove allieve e nuovi allievi, provenienti da tutta Italia, vincitrici e vincitori del concorso di ammissione all’anno accademico 2023/2024, presto accoglieremo i vincitori dei concorsi di dottorato. Accogliamo sempre le nostre nuove leve, consapevoli della grande responsabilità che abbiamo nei loro confronti, ed è sempre con grande emozione che poi le salutiamo dopo il conseguimento della laurea presso l’ateneo di riferimento e il diploma di licenza, così come faremo a dicembre con chi ha varcato la soglia della Scuola 5 anni fa.

In futuro, ma questo sarà uno dei temi che dovrà affrontare il mio successore, penso vi debba essere la prospettiva di aumentare anche il numero degli studenti del corso ordinario, a seguito anche degli investimenti e delle ristrutturazioni in corso dei collegi e degli spazi della Scuola che vedranno il compimento nei prossimi mesi.

A Firenze, l’operazione di acquisizione di Palazzo Vegni si sta concludendo e a breve gli spazi saranno a disposizione della Classe di Scienze politico-sociali, in questa lunga vicenda ringrazio la piena collaborazione dell’Università di Firenze e del Comune di Firenze. A Pisa, stanno proseguendo i lavori presso il collegio Carducci; si sta completando il risanamento di edifici quali la Palazzina di Via Roma concessa in uso pressoché gratuito dalla Regione Toscana, quello di una unità immobiliare all’interno del complesso di via Della Faggiola, già quasi interamente di proprietà della Scuola. Tutto questo non esaurisce le nostre esigenze di nuovi spazi, alla luce della crescita del corpo docente e anche del personale tecnico amministrativo, stiamo attivamente cercando nuovi spazi nel centro storico, sapendo di poter contare sulla collaborazione di tutti gli enti territoriali.

La Scuola deve sposare con forza, come solo in parte ora sta facendo, un progetto credibile di sostenibilità economica e ambientale. Dobbiamo perseguire una politica chiara e determinata che affianchi la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare ad una strategia sistematica di comunicazione ed educazione, che miri a minimizzare gli sprechi ed a ridurre l’impatto ambientale e il consumo energetico. Per questo daremo continuità al Progetto CAMPUS–SNSostenibile che, oltre ad accreditare l’Ateneo presso il MUR, darà modo di intercettare i fondi di finanziamento necessari alla concretizzazione del programma di sostenibilità intrapreso. Entro l’anno 2023 tutti gli edifici saranno sottoposti ad uno studio di fattibilità e analisi energetica. Entro l’anno 2026, quando sarà disponibile uno storico triennale dei consumi degli edifici, saranno aggiornate le diagnosi energetiche e potranno essere identificate ulteriori opere di riqualificazione. L’obiettivo nei prossimi anni sarà quello di raggiungere il massimo efficientamento possibile di tutto il patrimonio immobiliare, compatibilmente con le caratteristiche storiche di alcuni dei nostri immobili e dei tempi di ritorno degli investimenti ipotizzati.

Per questo stiamo cercando di cogliere tutte le opportunità per crescere anche economicamente. Anche se lo scenario inflattivo desta qualche preoccupazione, ci siamo riusciti grazie alla VQR, la Valutazione della qualità della ricerca. Una parte del nostro Fondo di finanziamento ordinario è aumentata in questi anni grazie a una positiva valutazione condotta dall’ANVUR, Agenzia Nazionale di valutazione del sistema universitario. Nel periodo che va dal 2021, ultimo anno della vecchia VQR, al 2023, secondo anno della VQR attualmente in vigore, la quota premiale del nostro Fondo per il finanziamento ordinario ha avuto un incremento del 20,7%, essendo passati da 4.390.330 a 5.301.494 di euro. Venendo ai Dipartimenti di Eccellenza, il progetto della Classe di Scienze, incentrato su varie ricerche di tipo fondamentale legate al calcolo scientifico e alla teoria dell’informazione quantistiche, sta muovendo i primi passi. Valorizzeremo con risorse interne, come riconoscimento dello sforzo progettuale collettivamente fatto da tutti i colleghi, anche il progetto presentato dalla Classe di Lettere, cui partecipa anche la Classe di Firenze, incentrato su un’area tematica nuova nella storia della Scuola, la Storia delle Religioni, nell’ottica di ampliare lo studio del dialogo tra la cultura dell’Europa occidentale, storicamente al centro degli interessi di ricerca della Classe di Lettere, e le culture di altre civiltà. Per questo abbiamo già formalizzato una chiamata diretta, che spero possa essere approvata presto dal MUR, della professoressa Corinne Bonnet dell’università di Toulouse.

Nelle linee guida della nuova VQR per il periodo 2020-2024 troviamo nuovi e più sfidanti criteri per la quantificazione della quota premiale, con una maggiore attenzione al trasferimento tecnologico e alla capacità di attrarre risorse internazionali. E’ una direzione importante e una sfida alla quale la Scuola non vuole sottrarsi, anche nella prospettiva e nell’auspicio che questi criteri vengano mantenuti negli esercizi di valutazione successivi.

L’
offerta formativa deve essere mantenuta ricca, nell’ottica che ha caratterizzato il mio mandato di una crescita bilanciata del corpo docente. Uno dei fattori di bilanciamento è certamente costituito dal numero delle allieve e degli allievi, anche se, in particolare grazie agli accordi di collaborazione di piena trasparenza e permeabilità in materia didattica con la Scuola S. Anna e con l’Università di Pisa, mi piace sottolineare che il numero effettivo di frequentanti i nostri corsi non corrisponde a quello degli allievi interni.  Dopo un periodo di forte ricambio, la Classe di Lettere e Filosofia ad oggi può dirsi stabilizzata, grazie alla recente nomina di Lino Leonardi, ordinario di Filologia e Linguistica romanza, l’imminente arrivo di Alfredo Ferrarin, ordinario di Storia della Filosofia e quello della professoressa Corinne Bonnet. La Classe di Scienze presenta invece la necessità di rafforzare i settori di Chimica e Fisica, temi sui quali stiamo riflettendo proprio in questi giorni. A Firenze, la Classe di scienze politico-sociali ha registrato il nuovo ingresso di Luigi Pellizzoni, ordinario di Sociologia dell’ambiente e del territorio, di Mario Pianta, ordinario di Politica Economica e di Lorenzo Zamponi, professore associato di Sociologia generale. A tutti questi nuovi colleghi, il mio augurio di un lungo e proficuo servizio presso la Scuola. 

Se da un lato la Scuola Normale svolge come da tradizione il compito di fertilizzazione del sistema universitario, dall’altro ritengo doveroso in questa sede evidenziare alcune, peraltro ben note,
criticità del Paese. Nel tavolo tecnico del precedente governo dedicato alla ricerca di base in Italia, il gruppo di lavoro da me coordinato aveva prospettato per l’Italia un piano quinquennale di risorse aggiuntive per Ricerca e Sviluppo nel settore pubblico, necessarie per stabilizzare l’investimento almeno a una quota dello 0,70% del Prodotto Interno Lordo. Sulla base degli ultimi dati disponibili, andando ad esaminare ogni singolo Paese dell’Unione, vediamo che l’Italia occupa una posizione mediana, con circa lo 0,60% del PIL allocato in Ricerca e Sviluppo pubblico, sotto la media europea, ben lontana da nazioni come la Germania (1,1%), o da altre come per esempio l’Islanda che arriva ad allocare l’1,2%, o fuori dai nostri confini, la Corea del sud che sfiora l’1,4. L’Italia per la sua grande tradizione scientifica e letteraria, merita certamente di più, non serve qui ricordare i tanti che hanno contribuito al progresso della cultura e della conoscenza, alcuni passati proprio da queste aule. L’investimento in ricerca e sviluppo crea un circolo virtuoso di cui beneficia anche l’economia, ed è un argine immediato per contrastare il fenomeno della fuga - e spesso non ritorno - dei nostri migliori talenti. Riprendendo i dati presentati il 4 luglio da Luigi Marengo in un incontro all’Accademia dei Lincei, sappiamo che nel periodo 2008-2019 circa 14 mila ricercatori residenti in Italia prima dell’inizio del dottorato si sono trasferiti all’estero; pochi sono, invece, gli stranieri con un dottorato che si sono trasferiti in Italia operando nel settore della ricerca. Pochi gli italiani che hanno fatto ritorno. La percentuale dei PhD italiani che risiede e lavora all’estero è passata in questi anni dal 6% della coorte del 2010 al 13% della coorte del 2018. I dati OCSE sugli autori di pubblicazioni scientifiche mostrano che tra il 2002 e il 2016 gli autori che avevano un’affiliazione italiana e sono passati a un’istituzione all’estero, al netto degli spostamenti in senso opposto, sono stati 11 mila. Tra questi, molti sono ex allievi della Scuola Normale. Se non invertiamo la politica di investimenti assisteremo inermi al fenomeno già in atto di uno svuotamento delle migliori risorse umane, in cui tra l’altro, e lo sappiamo bene qui alla Scuola Normale, lo Stato ha investito - molto e bene - per una preparazione di eccellenza.

Anche per controbilanciare queste letture pessimistiche vorrei però ricordare che qualche positivo intervento sul piano normativo c’è stato, pensiamo alle chiamate dirette, ai meccanismi di accelerazione delle carriere per i vincitori di grant competitivi in ambito nazionale e internazionale, pensiamo agli incentivi fiscali, comunque al circolo di idee creato da questi nostri brillanti ricercatori all’estero, virtuoso anche per chi resta in Italia. Questi interventi normativi tuttavia operano su numeri troppo piccoli di ricercatori, sia pure eccellenti, mentre passi ulteriori vanno sicuramente intrapresi.
Infatti, quando opportunità concrete si danno, vediamo concretizzarsi fenomeni di rientro, come accaduto per esempio quest’anno a due ex allievi biologi della Scuola Normale,
Elisa Araldi e Federico Rossi, professoressa  alla Gutenberg University a Magonza in Germania la prima, ricercatore al Wolfson Institute for Biomedical Research presso lo University College di Londra il secondo: hanno ricevuto importanti finanziamenti dallo Human Technopole (HT) di Milano, per svolgere ricerche innovative su colesterolo e circuiti cerebrali, che svilupperanno rispettivamente presso l’Università di Parma e presso il Centro di Neuroscienze e sistemi cognitivi dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Rovereto il secondo.

Per continuare a crescere abbiamo bisogno di farci conoscere, e il miglior modo per farlo è presentarci non solo con i nostri docenti e ricercatori, ma con i nostri studenti e le nostre studentesse. In questo senso nel 2023 è stato dato un forte impulso alle attività di orientamento. È stata infatti ampliata la partecipazione delle allieve e degli allievi, mirando soprattutto alle iniziative volte a colmare il gap di genere. Abbiamo investito molte energie per rafforzare il legame con le scuole secondarie superiori italiane, realizzando una serie di incontri su tutto il territorio nazionale, dalla Lombardia alla Sardegna fino al Piemonte. In questi incontri sono direttamente le nostre allieve e i nostri allievi a parlare della Normale e della propria esperienza a classi delle scuole superiori. Tale iniziativa si affianca alla già consolidata attività dei Corsi di Orientamento, dedicata a fornire gli strumenti necessari per individuare e valorizzare le proprie potenzialità e passioni per scegliere consapevolmente gli studi universitari. La presentazione tra peer sembra essere vincente sia per gli studenti partecipanti che per gli allievi che dirigono gli interventi e ringrazio la prorettrice Giulia Ammannati per aver dato un nuovo impulso e stimolato nuove riflessioni sul nostro modello di orientamento, che continueranno nel corso dell’anno e che vedranno anche un incremento delle nostre attività a San Miniato. 


L’orizzonte internazionale, nazionale e locale è ben delineato. Numerose collaborazioni sono in essere con i centri di ricerca per agevolare periodi di studio e ricerca dei nostri studenti e dottorandi. Recentemente la Scuola Normale è stata selezionata dalla Commissione europea come campione dell’Erasmus Without Papers (EWP), ovvero tra le migliori istituzioni universitarie nel far progredire la gestione digitale della mobilità degli studenti Erasmus+, invitando una nostra dipendente nel board che avrà lo scopo di diffondere le buone prassi in questo campo, aiutando altri istituti di istruzione superiore a progredire ulteriormente nella gestione dei flussi di mobilità internazionale degli studenti. Mi felicito per questo prestigioso riconoscimento con tutto l’ufficio Internazionalizzazione. E in questa circostanza vorrei salutare in particolare la responsabile dell’ufficio, Elisabetta Terzuoli, che presto dovrà lasciarci dopo 38 anni di servizio, ringraziandola per i tanti anni dedicati a questo fondamentale servizio per le nostre allieve e i nostri allievi.

Ricordo che circa il 20% dei nostri allievi del corso di dottorato ha scelto l’Italia e la Scuola Normale, e proviene da paesi quali Francia, Germania, Spagna, Giappone. Una percentuale che sale al 33% per la Classe di Scienze politico-sociali.

Se da un lato il respiro internazionale della Scuola risulta crescere, dall'altro stiamo purtroppo assistendo a un forte aumento delle tempistiche necessarie al rilascio dei permessi di soggiorno a studenti e ricercatori non comunitari, criticità che complica moltissimo, a volte di fatto impedisce, il regolare svolgimento delle attività. Vorrei in questa occasione ringraziare il Questore e il personale della Questura di Pisa per la disponibilità e la sensibilità mostrate verso la risoluzione di questo problema, auspicando che possa essere presto operativo uno sportello dedicato, previsto presso la Scuola Sant’Anna.

Tra le partnership internazionali ricordo il network EELISA, che raduna alcune università europee e in Italia la Scuola Normale e la Scuola Sant’Anna, finalizzato all’ampliamento del bagaglio formativo e delle esperienze di allieve e allievi, nell’ottica di formare la figura di un nuovo tipo di ingegnere e scienziato che abbia competenze interdisciplinari e trasversali. La prima fase del progetto sta per chiudersi, ma un nuovo progetto più ambizioso, con un più cospicuo finanziamento, che mira in particolare alla creazione di percorsi congiunti e al rilascio di titoli comuni, è stato finanziato dal bando “Erasmus+ Università Europee 2023”.

In relazione a questo, il mio auspicio è che possa esservi maggiore sostegno da parte del MUR, sia per il cofinanziamento di queste attività che valicano i confini nazionali, sia per il superamento delle tante, decisamente troppe, barriere al riconoscimento legale dei titoli di studio in ambito europeo.

La Scuola Normale è anche parte della rete internazionale Scholars At Risk (SAR), grazie alla quale ha attivato quest’anno due assegni di ricerca molto significativi: a un ricercatore russo (in sociologia) e a un ricercatore ucraino (in economia politica), che collaborano fianco a fianco nella nostra Classe accademica fiorentina. L’Associazione Amici della Scuola Normale Superiore di Pisa ci affianca in queste attività e saluto e ringrazio il suo presidente Salvatore Rossi e il segretario generale dell’Associazione Daniele Altamore, dirigente della Scuola.

La nostra istituzione mantiene un profilo internazionale ben riconoscibile, testimoniato anche dalle classifiche più accreditate, come il World University Ranking di Times Higher Education, che giusto poche settimane fa ha posto la Scuola Normale al secondo posto, a livello nazionale, dopo l’Università di Bologna, e alla 168ma posizione, con un balzo in avanti nella classifica generale di 15 posizioni rispetto alla precedente edizione, avanzamento tanto più significativo se consideriamo l’aumento del numero delle università valutate: da 1799 a 1904. Naturalmente il nostro posizionamento è persino migliore se si guarda a indicatori più specifici, intensivi e non estensivi, che quindi tengono conto delle dimensioni dell’ateneo, come ad esempio la performance pro-capite dello Shanghai rating: risultiamo primi in Italia e sedicesimi nel mondo.

Ci sono anche fatti e indicatori non proprio scientifici, ma per noi rilevanti, occasione d’orgoglio e di conforto del fatto che siamo sulla strada giusta, fatti che mi piace evidenziare e condividere con voi in questa occasione. L’Italia ha prevalso su altre 28 nazioni nella finale di Plancks 2023, evento organizzato dall’Associazione Internazionale di Studenti di Fisica, piazzandosi sia al primo che al secondo posto grazie a due squadre con nostri allievi che hanno prevalso su team di giovani fisici provenienti da paesi quali Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, globalmente oltre 200 studenti provenienti da tutto il mondo. In queste immagini vedete la loro gioia, che è la nostra e quella dell’Università di Pisa, perché la qualità della loro formazione è il frutto dei nostri sforzi congiunti. Ma anche la Classe di Lettere e Filosofia non manca di riconoscimenti, come quello alla nostra allieva Giulietta Guerini che è risultata vincitrice della Stavros Niarchos Fellowship in Classical Art presso il dipartimento Art of Ancient Greece and Rome del prestigioso Museum of Fine Arts di Boston per collaborare al riallestimento delle sale dedicate alla collezione etrusca e italica.

Non posso non citare anche qualche riconoscimento che riguarda la mia disciplina. A settembre, 4 ex allievi e ricrercatori della Scuola, Guido De Philippis, Lorenzo Mazzieri, Emanuele Nunzio Spadaro e Maria Colombo, su 14 vincitori in totale, sono stati premiati al XXII congresso nazionale dell’Unione Matematica Italiana, tenutosi per la prima volta a Pisa e organizzato dalla Normale e dal Dipartimento di matematica dell’Università, come riconoscimento dell’alta tradizione pisana in questa disciplina. Il congresso ha avuto un affascinante intermezzo, uno spettacolo teatrale su un uomo geniale, Ennio De Giorgi, mio maestro e figura internazionale della matematica italiana.

A livello nazionale la rete delle Scuole superiori universitarie a ordinamento speciale, che comprende Normale e S.Anna qui a Pisa, IMT a Lucca, GSSI a L’Aquila, IUSS a Pavia, SISSA a Trieste, ma che presto comprenderà anche la Scuola Superiore Meridionale a Napoli, deve continuare a rivendicare il ruolo precipuo di queste istituzioni, come ho già ricordato. Abbiamo la fortuna di avere con la Scuola Sant’Anna e la rettrice Sabina Nuti un rapporto di collaborazione stretto e consolidato, e il privilegio di poter contare sull’Università di Pisa e il suo rettore Riccardo Zucchi e sull’Università di Firenze e la rettrice Alessandra Petrucci per offrire ai nostri studenti un’offerta formativa ricca e di alto livello.

Nella sinergia di didattica e ricerca che ci contraddistingue, la nostra offerta si avvale di centri di ricerca scientifica come - il Laboratorio NEST diretto da Fabio Beltram, che in collaborazione con altri attori quali IIT e CNR è punto di riferimento nazionale e internazionale su nanoscienza e nanotecnologie, anche nell’ambito del PNRR -
 il Laboratorio di Biologia diretto da Antonino Cattaneo, da anni indirizzato all’ambito riguardante le malattie degenerative del sistema nervoso. Negli studi umanistici: la ricerca archeologia nelle aree della Sicilia e della Calabria con il Laboratorio SAET, diretto da Anna Magnetto, la ricerca su documentazioni storico-artistiche con il Laboratorio DocStar diretto da Flavio Fergonzi. Nelle scienze politico-sociali: gli studi sui movimenti di protesta, le economie neoliberiste, gli autoritarismi, tematiche sviluppate dal neonato laboratorio Cosmos diretto da Donatella Della Porta e anche dall’Istituto Carlo Azeglio Ciampi di cui è presidente Mario Pianta, realtà di ricerca che stanno crescendo sempre di più in termini di borse erogate a giovani ricercatori, inviti a studiosi internazionali, iniziative convegnistiche, come già avvenuto per il Centro di ricerca Matematica Ennio De Giorgi, diretto da Andrea Malchiodi.

La preparazione delle nostre studentesse e dei nostri studenti è infatti il punto di forza della Normale, lo è stata nel passato e deve continuare ad esserlo nel futuro.  Alla Scuola si impara ad adottare un approccio alla ricerca e allo studio multidisciplinare e trasversale orientato al conseguimento di risultati, alla inevitabile gestione dello stress e alla programmazione di impegni e scadenze, capacità che sono utilizzabili in qualsiasi tipo di ambito lavorativo, nazionale e internazionale, pubblico e privato. Per questo motivo, come la storia passata e recente dimostra, un allievo normalista non solo può ricoprire posizioni apicali a livello accademico, ma anche fuori da questo contesto può dare luogo ad un prezioso e fertile scambio di conoscenze, grazie alla trasferibilità delle competenze acquisite. Per questo, insieme alle già consolidate iniziative rivolte a tutti gli studenti, quali “JobFair”, “JoTTO Fair” - seminari dedicati al trasferimento tecnologico e incontri con aziende ed ex alumni per acquisire informazioni su realtà diverse dall’Accademia - abbiamo avviato ulteriori attività mirate all’inserimento nel mondo del lavoro, in particolare per gli studenti della Classe di Lettere e Filosofia, e stiamo investendo molto su nuovo ambiti, legati al progetto PNRR, come ad esempio ricerca e formazione dedicati alla filologia digitale.

Sul tema del trasferimento tecnologico, mi piace ricordare la nostra nuova spin off “Planckian” (in collaborazione con UNIPI), che ha di recente ricevuto un importante finanziamento privato per l’uso di tecnologie quantistiche nei processi di immagazzinamento dell’energia. Più in generale, oltre ai già citati Dipartimenti di Eccellenza, tutte le azioni del PNRR sono occasione di impatto verso la società e nuovi stimoli di ricerca, formazione e didattica per i nostri allievi e per tutta la comunità di ricerca. Vorrei ricordare in particolare: il Centro Nazionale su HPC, Big Data e Quantum Computing;  i Partenariati Estesi FAIR - Future Artificial Intelligence Research, NQSTI - National Quantum Science and Technology Institute, CHANGES - Cultural Heritage Active Innovation for Next-Gen Sustainable Society;  l’Ecosistema di Innovazione THE - Tuscany Health Ecosystem, oltre ai tanti progetti infrastrutturali di ricerca che ci vedono coinvolti a livello nazionale. Per tutto il lavoro di coordinamento svolto sui temi della ricerca ringrazio la prorettrice Chiara Cappelli e il prorettore Tommaso Pizzorusso.

Intendiamo consolidare la propensione della Scuola Normale a contribuire alla crescita culturale del territorio, concretizzando la missione di public engagement che ogni università deve avere: lo facciamo da sempre con la nostra Biblioteca, che è a disposizione di tutta la comunità di studiosi, non solo pisani. Si è appena concluso un importante intervento di restauro e messa a norma che ha coinvolto il Palazzo dell’Orologio in Piazza dei Cavalieri, una delle principali sedi e di grande valore architettonico e storico, che vede inglobata la Torre del Conte Ugolino. Un intervento lungo e complesso, iniziato nel 2015, che ha reso più bello e accessibile un luogo simbolico per noi e per i tantissimi studiosi che affollano, è il caso di dirlo, queste sale ogni anno: 62mila visitatori con oltre 20mila prestiti. 

Lo facciamo con la stagione concertistica, che quest’anno è giunta alla 57esima edizione e che sotto la direzione del maestro Carlo Boccadoro sta riscuotendo sempre più consensi in termini di presenze, con altre iniziative culturali come il Cinema della Normale e le conferenze pubbliche, con più recenti ma già consolidate attività come la formazione degli insegnanti in collaborazione con l’Accademia dei Lincei, la didattica nelle scolaresche di tutta Italia grazie all’iniziativa La Normale a scuola.

Ma ora vorrei soffermarmi su un progetto che ritengo sia di grande valore, incentrato sulla Piazza dei Cavalieri, uno dei luoghi più simbolici della città: grazie a un finanziamento della Fondazione Pisa, con il coordinamento scientifico e organizzativo della nostra docente Lucia Simonato, è stato realizzato un portale dedicato alla storia e all’arte degli edifici che si affacciano su questa prestigiosa area urbana. Il progetto ha potuto contare sulla collaborazione virtuosa con diverse istituzioni, quali la Soprintendenza di Pisa e Livorno, il Demanio, l’Archivio di Stato di Pisa e di Firenze, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, e convenzione in corso di definizione rafforzerà a presto il dialogo con gli altri enti della piazza. Grazie a questo sito, finalmente online e che oggi possiamo mostrare qui per la prima volta, sarà anche possibile accedere all’interno di alcuni dei palazzi della piazza, in piccoli gruppi accompagnati dai nostri allievi. A questo progetto sarà presto dedicato un evento di presentazione al quale stiamo lavorando.

Nell’avviarmi verso la conclusione, sempre in relazione alla Piazza dei Cavalieri, vorrei sensibilizzare tutti i nostri interlocutori sul grave stato attuale della Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri, che ne impedisce la fruibilità. Si tratta, anche per la sua collocazione, di uno degli edifici di maggiore impatto artistico e architettonico della città, il cui progetto si deve a Giorgio Vasari su committenza di Cosimo I dei Medici nella seconda metà del 1500. La Scuola Normale è naturalmente molto sensibile al destino di questa chiesa e offre tutta la sua collaborazione, scientifica e non, perché questa difficile situazione possa essere risolta.

Spero che la Scuola confermi anche in questo anno accademico la propria tradizione di centralità nella vita culturale e scientifica del Paese, una tradizione rinnovata di anno in anno in tante personalità che si sono alternate nelle sue aule e succedute alla sua guida. Oggi vorrei ricordare in particolare Enrico Betti, matematico e direttore dalla Normale per un lungo periodo, dal 1865 al 1874, e dal 1876 al 1892, nato a Pistoia il 21 ottobre 1823. Ricorre tra pochi giorni il bicentenario dalla nascita, che celebreremo a Pisa e a Pistoia. A Pisa avremo il 20 un convegno e una bella mostra che inaugureremo il 21 nei locali della Biblioteca presso il Palazzo della Canonica: Enrico Betti, l’uomo, il matematico, il politico, convegno e mostra cui siete tutti invitati a partecipare.

Un altro grande professore della Normale, stavolta umanista, Delio Cantimori, in un discorso pubblico in cui mi sono imbattuto recentemente ebbe a dire: «La gloria di una Scuola come questa non sta tanto nella fama degli uomini che l’hanno resa variamente illustre, quanto nell’aver reso possibile la loro libera attività e la loro stessa opera». Parole che ho sperimentato per tanti anni della mia vita qui alla Scuola ed è con la gratitudine e la responsabilità di far parte di una comunità e di una istituzione veramente speciale che dichiaro ora aperto l’anno accademico.

 

Luigi Ambrosio, 18/10/2023

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