La ricerca è coordinata dall’Università di Cambridge e vi collabora la Scuola Normale Superiore con Stefano Carniani. Il Servizio del TG Leonardo.
 

PISA, 14 dicembre 2023.  È stato individuato il buco nero più antico finora mai rilevato. Ha circa 13,4 miliardi di anni ed è nato quindi appena 440 milioni di anni dopo il Big Bang. Situato nella giovane galassia GN-z11, ha una massa equivalente a un 1 milione e seicentomila volte quella del Sole, un buco nero dunque “supermassiccio” che desta nella comunità scientifica interrogativi sulla sua costituzione così abnorme, formatasi in così “poco” tempo dall’origine dell’Universo.

«Ci sono due possibili spiegazione a riguardo – spiega Stefano Carniani, ricercatore della Scuola Normale e coautore del paper che ha portato all’attenzione pubblica questo sorprendente oggetto cosmico -. Potrebbe essere nato già grande oppure essere cresciuto molto rapidamente in tempi precoci.  Esiste anche un altro possibile scenario che si aspetta che il buco nero si sia  formato prima della galassia che lo ospita, il che capovolgerebbe il presunto ordine logico secondo cui le galassie si originerebbero prima dei buchi neri, che solo inizierebbero a crescere al loro interno. Il nostro obiettivo adesso e’ di rispondere a questo dilemma con nuove osservazioni e modelli teorici».

La scoperta è avvenuta grazie alle osservazioni del telescopio James Webb, ed è stata coordinata dall’Università di Cambridge e dal professor Roberto Maiolino, primo autore del paper. Tra gli altri interrogativi, anche quello su come sia possibile che una galassia così piccola GN-z11 ospiti un buco nero così abnorme.

L’articolo è stato pubblicato finora sulla piattaforma di studi di fisica e astronomia ArXiv. Il TG Leonardo della RAI ha dedicato un servizio con intervista a Carniani.