Pisa, 07 febbraio 2019. Le taupatie, come la malattia di Alzheimer, sono patologie neurodegenerative causate dal malfunzionamento della proteina Tau. Tau è espressa nei neuroni ed è coinvolta nei processi di comunicazione tra le cellule nervose. È noto infatti che la sua principale funzione sia quella di stabilizzare il citoscheletro in modo da favorire e regolare il traffico delle vescicole verso le sinapsi. Nel cervello malato Tau viene modificata, staccandosi dal citoscheletro e formando filamenti che si accumulano in grovigli, tossici per le cellule nervose.

Sebbene la ricerca sia impegnata da oltre 40 anni nel cercare i meccanismi molecolari che portano alla formazione di questi grovigli, non è ancora del tutto chiaro come questi conducano alla morte neuronale.

Presso il Laboratorio di Biologia della Scuola Normale (BIO@SNS) diretto dal Prof. Antonino Cattaneo, il gruppo di ricerca coordinato dalla Dott.ssa Cristina Di Primio ha scoperto una nuova ed inattesa funzione della proteina Tau: una piccola quantità di questa molecola è infatti indirizzata al nucleo dei neuroni, dove modula l’espressione di alcuni geni coinvolti nella malattia. Questa scoperta è stata ottenuta studiando neuroni umani in coltura e isolando la porzione nucleare che contiene il DNA ed i fattori che ne regolano il funzionamento.

In questo modo è stato possibile scoprire che, nei neuroni sani, Tau si associa al DNA e determina l’espressione di un gruppo di geni coinvolti nella trasmissione sinaptica. L’accumulo di Tau nel nucleo determina invece un aumento dell’espressione dei geni bersaglio, mimando l’alterata trasmissione sinaptica caratteristica degli stadi iniziali della malattia.

La scoperta di questa nuova funzione di Tau rivela un nuovo meccanismo molecolare alla base delle cause della malattia di Alzheimer ed indica la proteina Tau accumulata nel nucleo come un nuovo bersaglio per lo sviluppo di strategie terapeutiche mirate.

Lo studio, il cui primo autore è Giacomo Siano, allievo perfezionando del dottorato di ricerca in Neuroscienze della Scuola Normale Superiore, è pubblicato sulla rivista Journal of Molecular Biology, ed ha visto la partecipazione di allievi, assegnisti e ricercatori della Normale, oltre che di una ricercatrice della l’Unità di Istologia del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa.