Buongiorno a tutti e a tutte, un saluto particolare a tutte le autorità virtualmente presenti oggi. Voglio darvi il benvenuto a questo evento, che combina l’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola Normale con un incontro dedicato al Presidente Carlo Azeglio Ciampi, nel centenario della sua nascita. Mi è sembrato opportuno condensare in un’unica occasione, considerato anche il contesto emergenziale che stiamo vivendo, il momento della tradizionale prolusione che dà inizio alle attività accademiche e il ricordo del nostro insigne ex allievo. Di concerto con gli allievi, abbiamo invece deciso di rinviare la cerimonia di consegna dei diplomi, che avverrà in presenza, non appena ci sarà possibile.

Dirò poco dell'argomento che viene trattato oggi, Carlo Azeglio Ciampi: la formazione, la memoria, la storia, perché relatori ben più qualificati di me ne parleranno successivamente.

Accennerò solo ad alcune delle parole con cui Ciampi volle ricordare la "sua" Normale nel giugno 2016, pochi mesi prima della sua scomparsa, in occasione della donazione alla Scuola delle onorificenze ricevute durante il mandato presidenziale: 

Ecco le parole di Ciampi:

Ho sempre guardato agli anni della Normale come alla fase costitutiva dell’essere uomo: nucleo della mia formazione culturale e civile.... Nelle aule di questa Scuola, nelle sale della biblioteca, mi sono attrezzato per intraprendere un viaggio che mi ha portato verso destinazioni a quel tempo fuori dagli orizzonti del normalista dedito con passione agli studi classici, esito di una scelta convinta che tracciava anche la strada del mio futuro....

Vorrei citare anche queste altre sue parole:

Responsabilità crescenti mi ponevano sempre più spesso di fronte a decisioni cruciali, a scelte difficili: mi soccorreva l’esperienza maturata; la conoscenza dei problemi da affrontare acquisita con metodo. Giungeva poi l’atto dell’assunzione di responsabilità. È il momento in cui chi deve decidere interroga solo sé stesso; è l’ora delle norme interiori, quelle che gli insegnamenti e gli esempi ricevuti hanno sedimentato nella coscienza.

Per chiunque abbia posizioni apicali in questi giorni, è difficile non riconoscersi in queste parole e in questi sentimenti.

A proposito di generazioni, quella dei normalisti attuali è stata messa di fronte a una condizione senza precedenti, e in particolare penso agli allievi del I anno.

Come per tutte le istituzioni universitarie, la pandemia ha stravolto anche il nostro modo di lavorare, di studiare. Penso che la Scuola Normale abbia risposto e stia rispondendo bene in tutte le sue componenti, e vorrei ringraziare innanzitutto gli allievi che in questi lunghi mesi hanno affrontato un susseguirsi di progressivi restringimenti e limitazioni, soprattutto nel periodo del primo e più duro lock down in cui molti di loro, circa 60, hanno scelto di restare nei collegi, e noi abbiamo rispettato la loro scelta. È stato un momento assai critico a cui le nostre ragazze e i nostri ragazzi hanno risposto con grande senso di responsabilità. Ci saranno vari ringraziamenti oggi, e vorrei iniziare dal gruppo nato per far fronte all'emergenza sanitaria per ringraziarli per l’enorme lavoro svolto, spesso senza soluzione di continuità e nei fine settimana, compreso l’ultimo. Siamo poi enormemente grati alla Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, che ha aiutato noi e la Scuola S.Anna con velocità e competenza. Sono poi arrivati contributi costruttivi da tutti, allievi, professori, personale tecnico e amministrativo, in uno spirito di collaborazione trasversale.

Certo, non tutto è stato perfetto nella nostra risposta. D’altro canto, le sollecitazioni cui noi e tutta l’amministrazione siamo stati sottoposti in questi mesi sono state senza precedenti, per la gravità e per la rapidità con cui lo scenario mutava.  L’ho già detto il 18 ottobre, quando ho rivolto a tutta la nostra comunità un saluto in occasione dell’anniversario di fondazione della Normale, ma vorrei ripeterlo anche oggi: la forza d’animo mostrata da tutte le componenti della Scuola, la generosità nel prestare il proprio contributo, la serietà nel rispetto di norme spesso dure e magari anche discutibili sono state una grande dimostrazione della vitalità della nostra comunità. In quanto direttore ne vado fiero, e dovremmo andarne fieri tutti e tutte: la forza delle persone che studiano e lavorano alla Normale è la forza della Normale.

Mi piace condensare il carattere della nostra comunità in un’immagine e in un aneddoto, che riguardano un’altra crisi (per fortuna dagli esiti assai meno gravi) che abbiamo affrontato in quest’ultimo anno: nel mese di novembre del 2019, una piena anomala dell’Arno ha minacciato seriamente le città della Toscana, e fra l’altro anche il patrimonio della nostra Biblioteca a Pisa. È stato appena sufficiente inviare un messaggio di aiuto, e nel giro di pochi minuti decine di persone – i nostri allievi e le nostre allieve, ma anche membri del personale tecnico e amministrativo – sono accorsi in aiuto alla Biblioteca: una corsa contro il tempo, per passarsi libri di mano in mano, una vera e propria catena umana per mettere in salvo la parte del patrimonio librario che era minacciata dalla possibile esondazione dell’Arno.

In questa immagine, per me, c’è tanto di chi siamo come comunità: c’è il senso di una solidarietà forte, trasversale rispetto alle generazioni, i ruoli e le professioni.

Sono tanti i cambiamenti che il Covid ci ha imposto, dalla didattica, alle riunioni, alle attività di ricerca.

Ho detto che “tutte le istituzioni universitarie” sono state toccate dalla crisi, ma è chiaro che una condizione come quella che viviamo incide più pesantemente sulle due Scuole Superiori Pisane, che fanno proprio della vita collegiale una delle loro ragioni d’essere. Abbiamo dovuto rivedere periodicamente tutti i nostri regolamenti, in una continua rincorsa alle metamorfosi della normativa nazionale e regionale. Temo che sarò ricordato come il Direttore che ha emesso più Decreti, certamente i più lunghi, nei 210 anni di storia della Scuola Normale.

Altre azioni si riveleranno credo decisive, quando l'emergenza sarà finita.
Mi riferisco per esempio allo sforzo compiuto per il rinnovamento tecnologico delle nostre strutture e attività: nei prossimi mesi il personale docente e di ricerca, i nostri allievi e le nostre allieve avranno a loro disposizione strumenti per la didattica in aula, in modo che sia garantita la massima interattività anche a chi non sarà fisicamente presente.

Sono state poi fornite al corpo docente e agli allievi ulteriori modalità per la consultazione dei calendari dei corsi e degli esami e per la prenotazione del posto in presenza a lezione, in biblioteca, mensa, aule studio e uffici condivisi. 

In totale, è stato stanziato oltre mezzo milione di euro per interventi vari legati all’adeguamento delle strutture.

Certamente questa crisi ha reso urgenti queste misure che, siamo sicuri, avranno ricadute positive sulla vita e sull’insegnamento alla Normale per i prossimi anni, modificando in modo permanente alcune nostre abitudini. Allo stesso tempo, però, l’emergenza covid ci ha costretti ad adattarci, obtorto collo, a diverse condizioni. Mi riferisco per esempio all'esame di ammissione.

Per la prima volta abbiamo dovuto sperimentare un diverso modo di selezionare i candidati prima dell’esame orale. La nostra scelta ha suscitato dubbi e polemiche, anche fra gli allievi e le allieve in corso, che hanno rivolto a me e alla nostra comunità una riflessione molto seria e importante. Della Normale sono stato allievo, docente e ora direttore: e quindi so molto bene che per un’istituzione che fonda tutto il suo valore sul merito e il talento, il momento della selezione è un passaggio cruciale e solenne, io ricordo sempre che è l’evento più importante della nostra vita accademica. Rivedere alla luce dell’emergenza i criteri di ammissione – tra i criteri di selezione più severi al mondo – è stata quindi una decisione dolorosa, per me in prima persona. Ma una decisione inevitabile. Nel momento più difficile, era stata ventilata persino l’ipotesi di non far svolgere il concorso, un’opzione che non ho mai minimamente preso in considerazione, sarebbe stato un tradimento della nostra missione. La Normale semplicemente non poteva, non può e non potrà rinunciare, pure in una situazione di grave incertezza, a fare il suo dovere, a cercare e selezionare gli allievi e le allieve migliori d’Italia.

Sono molto grato alle Commissioni d’esame: hanno esteso il loro impegno, triplicando il numero di esami orali, sottraendo alle loro ricerche intere giornate – solo per fare il proprio dovere. Sono grato in particolare ai presidenti delle Commissioni, Francesco Caglioti, Franco Flandoli e Guglielmo Meardi, che hanno speso moltissime energie per rendere gli esami il più possibile selettivi e sicuri. E sono molto felice, e con me lo è l’intera comunità della Normale, di dare il benvenuto ai nuovi allievi e alle nuove allieve. A loro ho potuto già rivolgere il mio saluto in presenza, poche settimane prima dell’aggravarsi dell’emergenza, e per questo mi limito solo a una piccola aggiunta: in mesi nei quali siamo soverchiati da messaggi negativi che ci raggiungono da ogni parte, vedere i vostri occhi, le vostre speranze, la vostra preparazione è stata una vera gioia. Noi abbiamo mantenuto la nostra promessa: ora tocca a voi.

Mi piace anche rivolgere un saluto alle vostre famiglie e ai vostri insegnanti: la Normale arriva al termine di una filiera lunga e complessa, e ha la fortuna di poter raccogliere i frutti di quel lavoro difficile che è la formazione. Senza lo sforzo delle vostre famiglie e dei docenti e delle docenti che vi hanno accompagnati per tanti anni, non avremmo trovato ragazzi e ragazze capaci, consapevoli ed entusiasti. Senza il lavoro enorme e troppo spesso oscuro delle scuole inferiori e superiori, la Normale non potrebbe assolvere alla propria funzione di valorizzare il talento.

La collegialità era un mio punto di metodo al momento dell’elezione a Direttore, e in questi mesi difficili ho fatto del mio meglio per attenermici, pur nel rispetto dei ruoli. La condivisione di problemi e decisioni, però, non è stata per me una gabbia, quanto piuttosto un sollievo. Sono grato alle altre cariche istituzionali che hanno condiviso con me molte delle difficili decisioni di questo anno. Il Vice Direttore Mario Piazza, la preside della Classe di Scienze politico-sociali Donatella Della Porta, il preside della Classe di Scienze Andrea Ferrara, il Preside della Classe di Lettere e Filosofia Gianpiero Rosati e il segretario generale Aldo Tommasin. Grazie anche ai prorettori e delegati Francesco Benigno, Chiara Cappelli, Ilaria Pavan, Augusto Sagnotti, Angelo Vistoli per il loro costante supporto.  Nella strada della condivisione di metodi e decisioni c’è sicuramente ancora molto cammino da fare, per coinvolgere fino in fondo tutta la comunità della Normale, e in modo particolare quelle aree che più hanno sofferto e più soffrono le mutate circostanze in cui ci troviamo. Su questo non voglio essere retorico, anche perché preferisco fatti e comportamenti concreti ai proclami. Le risorse – della Scuola Normale e del sistema Paese – sono limitate, e occorre trovare dei punti d’incontro. Nei prossimi mesi continueremo proprio a lavorare in quello spirito di comunità che ho visto in questi mesi.

Un grande ringraziamento va anche al personale tecnico amministrativo, che ha continuato a supportare tutte le attività, ancorché spesso in modalità di smart working, lavoro agile. Un ringraziamento anche alla RSU, per il clima costruttivo che ha caratterizzato tutti gli incontri con la delegazione di parte pubblica, e che ci ha consentito di sottoscrivere importanti accordi. So che per molti il passaggio al lavoro agile ha comportato alcune difficoltà, tecniche e personali, anche perché niente può sostituire l’empatia e il clima che nascono dalla condivisione dei luoghi di lavoro. Nell’anno che si apre, mi auguro che potremo continuare ancora nel percorso già positivamente intrapreso, per garantire a tutti e a tutte di lavorare nelle migliori condizioni possibili. In questi mesi, però, non tutti hanno potuto lavorare da casa. Voglio rivolgere un ringraziamento anche al personale che ha curato i servizi indifferibili e a tutti i dipendenti della cooperativa, che nei periodi più difficili hanno consentito alla Scuola Normale di rimanere aperta, e garantito lo svolgimento di tanti servizi anche per chi non si trovava fisicamente in sede.

Per studenti e docenti, il lavoro agile è significato, e ancora significa, il modello della didattica a distanza, che abbiamo introdotto fin da inizio marzo e che abbiamo affiancato finché è stato possibile al modello misto, a distanza e in presenza.

Sono ben consapevole del fatto che le dinamiche che si instaurano in aula tra allievo e docente, e tra gli allievi stessi, fatte anche di sguardi e di mimica, sono difficili da replicare a distanza. Tuttavia l’adeguamento tecnologico delle aule di cui vi parlavo, con la ripresa in diretta del docente e modalità avanzate di interazione, ci consentirà di replicare il più possibile questo modello. E va detto anche che pure da questa situazione siamo riusciti a trarre qualche beneficio: quello di ampliare a dismisura gli utenti della nostra offerta formativa, cosa che pur possibile era impensabile anche solo un anno fa.

Mi riferisco all'iniziativa La Normale a scuola.

Avviata a partire dalla fine di aprile, fino a giugno. Si è trattato di un momento di mobilitazione collettiva a favore delle scuole italiane. 33 tra professori, ricercatori e assegnisti si sono messi a disposizione per garantire quasi 350 ore di didattica integrativa per le scuole italiane. Vorrei ringraziare tutti coloro che si sono impegnati in questo sforzo anche organizzativo. Quasi tremilacinquecento insegnanti di tutta Italia hanno prenotato le nostre lezioni, per un totale di oltre 47000 fra docenti e studenti raggiunti in oltre 200 lezioni in diretta. Proprio la settimana scorsa, il nostro professore emerito Andrea Giardina ha inaugurato il nuovo ciclo de La Normale a Scuola, che si protrarrà fino a maggio. Anche quest’anno, l’offerta iniziale sfiora le 200 lezioni, in 12 discipline, e molte altre lezioni si aggiungeranno nei prossimi mesi, comprese – spero – le mie!

La grande disponibilità del nostro personale non mi sorprende: questa istituzione cercherà sempre di non abbandonare le scuole inferiori e superiori d’Italia: anzi, se possibile, alzeremo la posta, rendendo tutto questo parte strutturale della nostra missione e, per certi versi, un ritorno alle origini della Normale, strada per altro già intrapresa con i corsi di aggiornamento e integrazione agli insegnanti toscani, attività che svolgiamo  insieme all’Accademia Nazionale dei Lincei. Del resto, la nostra presenza ha senso soltanto se giova alla nostra comunità, anche a quella più estesa del Paese: noi abbiamo il dovere di affiancare alla ricerca e alla didattica un impegno almeno altrettanto valido nella diffusione della cultura. La crisi dovuta al covid ci ha rivelato con sconvolgente forza le sfide di questa nuova cittadinanza del futuro: pensiamo alla difficoltà, per chi non ha un background scientifico, nel comprendere appieno il significato dei dati numerici sulla diffusione dell’epidemia, e all’uso strumentale che ne è stato fatto. Dietro l’angolo ci aspettano altre questioni decisive, in cui conoscenze scientifiche, cittadinanza e azione politica si allacceranno a doppio filo. Viene in mente un solo modo per prepararci a queste sfide: la formazione. Non dobbiamo investire tanto in sofisticati sistemi di debunking, ma investire di più su scuola, università e ricerca: e tutte queste istituzioni, a partire da quelle universitarie, devono accettare il loro compito nella formazione continua dei cittadini e delle cittadine, cercando nuove forme di comunicazione, più efficaci e più inclusive.

In questo bilancio rivolto al futuro, lasciatemi menzionare ancora un’altra occasione di forte solidarietà della nostra comunità: sono felice di ricordare le DONAZIONI di allievi e allieve PhD, personale tecnico e amministrativo e personale docente e di ricerca raccolte a favore dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi.

Si è trattato di un piccolo, ma tempestivo e simbolico gesto – la cifra donata è stata di qualche decina di migliaia di euro – per contribuire al superamento delle difficoltà immediate che gli ospedali delle due città in cui ha sede la Normale si trovavano ad affrontare nei primissimi mesi della pandemia.

L’iniziativa, come molti sanno, è nata alla fine di marzo del tutto spontaneamente, da un messaggio di posta elettronica del dottorando di origine indiana Akash Deep Biswas rivolto a tutte le componenti interne: ne erano seguiti altri da parte di dottorandi, impiegati, professori, tutti che annunciavano la propria decisione di donare. Lo ricordo come un momento di grande testimonianza di coesione della nostra comunità e personalmente di grande orgoglio nel rappresentarla e nel trasformare questo movimento spontaneo in un’azione concreta.

È stato un anno che ci ha messo tutti a dura prova, e non è ancora finita. Ma dopo aver guardato indietro alla risposta che insieme abbiamo saputo dare, possiamo guardare con più fiducia al futuro. E proprio di futuro vorrei parlare ora, per fare il punto sullo stato più generale della nostra istituzione, su cosa essa rappresenti all'interno del contesto italiano e internazionale e dove desideriamo che si trovi anche in avvenire.

Toccherò quindi 3 capitoli, Allievi, Ricerca e Collaborazioni Istituzionali, Formazione.

La missione della Normale è quella di accompagnare il processo di crescita degli allievi e delle allieve con una predisposizione allo studio e alla ricerca, di sviluppare il loro talento ponendoli sempre di fronte a nuove sfide, sfide alla loro altezza. Devo dire che ci sono tantissimi indicatori che ci confortano rispetto alla bontà del metodo con cui selezioniamo i nostri talenti. I dati di Alma Laurea ci dicono che il voto medio dei nostri laureati è persino superiore a 110 (a causa dell’algoritmo che attribuisce un peso anche alla lode), ma naturalmente per le Scuole universitarie Superiori non può essere Alma Laurea lo strumento più appropriato per misurare la performance degli allievi, quanto i dati sulle loro carriere in ambito accademico e non.

Proprio per l’importanza che anche la carriera successiva ha nella nostra missione, stiamo ampliando i servizi agli allievi, prestando sempre più attenzione alle carriere in uscita. Una delle funzionalità del network Alumni che stiamo cercando di strutturare e costruire è mirata proprio a questo obiettivo. Inoltre, stiamo facendo rete: gli incontri e le attività organizzati congiuntamente con le altre 5 Scuole Superiori a ordinamento speciale aumentano, e altri, come JobFair, si consolidano.

L’ufficio placement è sempre più attivo, in contatto con molte aziende, a cui si rivolgono i ragazzi e le ragazze che intendono almeno esplorare percorsi alternativi rispetto a quello accademico. C’è ancora molto da fare, ma siamo consapevoli che questo aspetto è cruciale, in relazione alla missione della Normale, alla valorizzazione del grande investimento che il Paese fa sui nostri allievi, in particolare per le maggiori criticità che incontrano gli allievi e le allieve della Classe di Lettere nel mondo delle professioni non accademiche. Stiamo anche prestando più attenzione alla qualità della loro vita in un ambiente come quello interno che, non ce lo nascondiamo, nella molteplicità delle sfide e degli stimoli può essere molto competitivo e stressante. Abbiamo istituito quest’anno un nuovo servizio di consulenza psicologica, affidato a una équipe di professionisti, in grado di interagire in più lingue, a disposizione per i 600 ragazzi e ragazze del corso ordinario e PhD. 

Tornando al placement, al momento abbiamo all’attivo 54 collaborazioni con aziende partner nazionali e internazionali. Nell’ultimo anno sono stati fissati 80 appuntamenti per veicolare opportunità di lavoro e 113 allievi del percorso dottorale sono iscritti a Job Teaser, piattaforma per il reclutamento da parte delle aziende.

Lavoriamo anche con più attenzione al trasferimento tecnologico, strumento fondamentale con cui la Normale racconta se stessa al mondo delle aziende.

Poiché parliamo di carriere di normalisti e normaliste, consentitemi di condividere con voi alcune storie di successo:

Mi riferisco a Maria Colombo, nostra allieva dal 2007 al 2015, che ha ottenuto la direzione del Laboratorio di Analisi Matematica, Calcolo delle Variazioni ed Equazioni Differenziali alle Derivate Parziali alla École Polytechnique Fédérale de Lausanne….

E a Chiara Trebaiocchi che ha svolto il corso ordinario di Letteratura italiana e linguistica dal 2008 al 2013, e svolgerà insegnamento e coordinerà il programma di lingua italiana del dipartimento Romance Languages & Literatures della Harvard University. Questi sono solo due degli esempi che potremmo pescare nelle varie generazioni di normalisti che popolano i dipartimenti di ricerca in tutto il mondo e ultimamente, lasciatemelo dire, non abbastanza in Italia. Cito ancora un paio di esempi in ambito non accademico.

Bruna Marini e Rudy Ippodrino sono due biologi ex allievi della Classe di Scienze che hanno fondato, presso l’Area Science Park di Trieste, una Startup attiva nel settore biomedicale, Ulisse BioMed, che ha creato un innovativo per il test precoce del Papilloma virus.  Allegra Iafrate e Tommaso Mari sono due ex allievi della Classe di Lettere, tra i 44 neo assunti dal Ministero degli Affari Esteri, Iafrate addirittura classificata al primo posto. Avranno incarichi negli uffici della Farnesina o negli Istituti italiani di cultura, 84 in tutto il mondo. 

Perché il placement funzioni – e parlo qui soprattutto di quello verso realtà esterne al mondo accademico – occorre però non soltanto assistere i nostri studenti con strumenti all’altezza, ma anche aiutarli, dove necessario, a integrare i loro curricula, a fare esperienze. Ci servono molti specialisti, certo, ma ci servono anche persone di talento dotate di una visione più ampia, che possano trovare nella loro formazione – proprio come dice il presidente Ciampi nella sua lettera che ho citato all’inizio – il conforto per scelte e decisioni complesse. In questa direzione va la formazione, quest’anno, di un gruppo di lavoro di allievi e allieve per le attività di terza missione, un’attività che il nostro ateneo ha inconsapevolmente praticato prima ancora che le si desse un nome e la si valorizzasse nei meccanismi ministeriali di valutazione. Da sempre gli allievi e le allieve hanno collaborato con l’amministrazione della Normale alla diffusione della cultura; da adesso potranno farlo con maggiore autonomia e maggiore responsabilità. A loro affidiamo un compito: avere il coraggio di sperimentare, immaginare forme nuove di comunicazione, coniare linguaggi inediti. Siamo certi che questa iniziativa sarà foriera di idee e intuizioni originali, e che potrà essere la base per quell’arricchimento del curriculum degli allievi di cui parlavo poco fa: siamo pronti a sostenere i nostri studenti con nuove opportunità di formazione trasversale, in settori anche molto distanti da quelli più strettamente accademici.

Ci sono certo alcune criticità, che questa Direzione ha ben presenti e ha evidenziato nel piano quinquennale di mandato, e che vorrei condividere. Per esempio il gender gap, che tocca in particolare la Classe di Scienze, ma non esclusivamente quella, o il fenomeno crescente della sempre più alta estrazione sociale dei nostri allievi. 

Nel passato la Normale funzionava molto meglio come ascensore sociale. Dato che il percorso di studi è completamente gratuito e gli allievi ricevono una retta come alla ENS da cui discendiamo, tanti ragazzi e ragazze di famiglie meno abbienti avevano possibilità di fare carriera. Cito per esempio uno dei nostri ex allievi più illustri, ora professore emerito, Adriano Prosperi,
che ricorda spesso la propria provenienza da una famiglia contadina: per lui la Normale fu veramente un trampolino per allargare i propri orizzonti e le proprie possibilità. Pensiamo alla giovane protagonista Elena de L’amica geniale, una produzione della quale abbiamo ospitato con grande piacere ed entusiasmo le riprese lo scorso autunno: anche per lei la Normale è uno strumento straordinario di emancipazione e di libertà.

Vorrei che non venisse sottovalutata questa funzione. E le problematiche di gender gap e di mobilità sociale toccano un ambito assai più ampio di quello accademico: come dicevo prima, le università arrivano al termine di una lunga filiera, in cui evidentemente qualcosa si è spezzato. Nessuno ha ricette miracolistiche, tuttavia la Normale, pur con le sue limitate dimensioni, può fare la sua parte: l’iniziativa “La Normale a scuola” già va parzialmente in questa direzione, insieme all’orientamento universitario, ma dovremo certamente fare di più, con monitoraggio e atteggiamenti proattivi.

In questo anno ho ancora una volta avuto modo di apprezzare l’importanza e la qualità delle collaborazioni con le autorità e le istituzioni locali. Ringrazio quindi la Regione, il Prefetto, il Questore, il Sindaco che in vari modi e in varie circostanze ci hanno fornito un decisivo supporto, ancor più necessario e utile a causa dell’emergenza sanitaria.

La Scuola Normale, anche per le sue dimensioni contenute, deve valorizzare le sue ricerche avvalendosi al massimo di collaborazioni istituzionali, apportandovi il suo grande valore aggiunto. Stiamo quindi allargando la rete delle nostre collaborazioni e nello stesso tempo sviluppando più in profondità alcune di quelle già in essere.

Un saluto e un ringraziamento particolari vanno ai rettori della Federazione, Sabina Nuti e Riccardo Pietrabissa. Insieme  a loro e ai membri del CDA e in particolare con il Presidente Salvatore Rossi e l’Avvocato Giuseppe Toscano, abbiamo condiviso percorsi di grande collaborazione, esperienze e momenti di difficoltà. Nel corso di quest’anno questa sinergia si è ulteriormente estesa, in tanti ambiti, ai rettori delle altre 3 Scuole Superiori a Ordinamento Speciale, la SISSA di Trieste, l’IMT di Lucca e il GSSI de L’Aquila, con i quali sentiamo sempre più l’esigenza di rappresentarci insieme presso il Ministero, perché la nostra missione sia meglio riconosciuta e l’investimento del sistema paese su di noi maggiormente valorizzato.

Naturalmente, per il fatto di insistere sullo stesso territorio, direi lo stesso quartiere, il rapporto con la Scuola S.Anna riveste un’importanza particolare, che vorrei dire ha anche travalicato l’ambito istituzionale. Saluto quindi la rettrice Sabina Nuti e vorrei ringraziarla per la continua disponibilità nel confrontarci su molte questioni strategiche e gestionali, cosa che avviene pressoché quotidianamente e, in genere, di prima mattina. Abbiamo di recente rinnovato il dottorato congiunto tra Scuola Normale e Scuola Sant’Anna in “Transnational Governance”, oltre al corso ordinario congiunto per la laurea specialistica in Scienze politico-sociali. Sono sempre di più gli ambiti che ci uniscono.

I rapporti con gli atenei sono poi fondamentali, perché la qualità della formazione che eroghiamo non può prescindere dalla loro, è un rapporto che io amo definire di simbiosi. Quello con l’Università di Pisa esiste da sempre, ed è ben consolidato, e contiamo su un ulteriore rafforzamento con l’Università di Firenze, di cui dirò anche più avanti.

Lo scorso ottobre nella Sala Azzurra abbiamo festeggiato il primo Dottore di ricerca in DATA SCIENCE, corso dottorale congiunto tra Scuola Normale, Università di Pisa, Scuola Sant'Anna, CNR, IMT di Lucca. Si tratta di un esempio molto virtuoso, perché tutte queste realtà sono riuscite a garantire un percorso di ricerca genuinamente interdisciplinare, ciascuna mettendo in campo le proprie competenze. Il Rettore Paolo Mancarella e il Presidente del CNR Massimo Inguscio hanno con grande lungimiranza progettato il Dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale, che è la naturale evoluzione del dottorato in Data Science e vede la partecipazione di vari atenei, compreso il nostro. Pisa sta quindi andando nella direzione che le compete: diventare un polo di attrazione per queste nuove specializzazioni, che si innestano bene anche nella forte tradizione degli studi matematici e fisici in città.

Sempre nell’ambito del nostro rapporto con il CNR, e ringrazio il Presidente Inguscio per la preziosa e continua attenzione verso la Scuola Normale e le possibilità di collaborazione: abbiamo rinnovato le convenzioni al Laboratorio NEST per CNR NANO e impostato su nuove basi la nostra presenza presso l’area di San Cataldo, per il Laboratorio di Biologia.

Si è inoltre costituita quest’anno una unità di ricerca dell’Istituto Opera del Vocabolario Italiano (OVI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche alla Scuola Normale. La nuova unità pisana è coordinata dal prof. Lino Leonardi, nell’ambito del progetto nazionale finanziato dal MUR, “Renovo”, proprio per aggiornare il corpus testuale e creare attorno ad esso nuovi strumenti di filologia digitale.

Sempre quest’anno è stata approvata la convenzione per la nascita di un Centro di Fisica gravitazionale congiunto tra la Scuola Normale e l’Istituto Nazionale di Astrofisica, denominato “Adalberto Giazotto” Gravitational Physics Joint Center (GRÀPhJC). Il Centro, dedicato al noto fisico italiano tra i fondatori di VIRGO, si occuperà della Fisica gravitazionale nelle sue molteplici manifestazioni, come la struttura a larga scala dell’universo, la cosmologia e la rilevazione di onde gravitazionali.

Sono anche importanti le collaborazioni con l’Università di Napoli e la Scuola Superiore Meridionale. Continueremo a collaborare nel dottorato di Astrochimica, che passerà alla SSM, e stiamo programmando varie attività comuni. Tra queste, vorrei menzionare il nuovo “Centro di ricerca interuniversitario Scritture e Civiltà. Libri e testi nell’Italia medioevale” nasce con una partnership consolidata, in questo caso l’Università Federico II di Napoli.

Il nuovo istituto avrà sede a Pisa e a Napoli, presso il Complesso Oratoriano dei Girolamini e l’ambito di ricerca riguarderà i settori della paleografia, della storia del libro, della filologia italiana e romanza, della storia e della filosofia medievale, della storia della lingua e della letteratura italiana.

Abbiamo di recente intrapreso con più determinazione la strada verso il trasferimento tecnologico di alcune linee di ricerca, spesso nate da ricerche di tipo fondamentale. Penso per esempio, in ambito medico e tecnologico, al dispositivo Braiker per determinare la presenza di traumi cerebrali sviluppato all'interno del Laboratorio NEST in collaborazione con il CNR, che ha già ricevuto significativi premi in varie manifestazioni dedicate all'innovazione ed è stata una delle tre spin off nate quest’anno.  

Le altre due neonate spin-off, VIS e DREAMSLAB, coprono l’alta divulgazione scientifica e la realtà aumentata o virtuale. Siamo consapevoli che i successi di una istituzione si misurano anche con le ricadute immediate delle attività di ricerca sul mondo della produzione, anche se la nostra ambizione rimane quella di restare un riferimento per la ricerca di base.

E’ poi decisivo il supporto a tante iniziative dell’Associazione Amici della Scuola Normale Superiore, e qui vorrei ringraziare e salutare il Presidente Giuliano Amato, che chiuderà i lavori di questa giornata. Qui ricordo solo due iniziative.

La rete Scholars at risk (SAR), un network di oltre 500 istituzioni universitarie da 38 nazioni che ha l’obiettivo di proteggere studiosi minacciati nei paesi in cui svolgono la propria attività di ricerca, oltreché promuovere la libertà accademica. Grazie a un finanziamento della Regione Toscana e dell’Associazione Amici abbiamo conferito un incarico di studio e ricerca alla ricercatrice Delal Aydin, impegnata a favore dei diritti del popolo curdo. Vorrei ringraziare anche il nostro dirigente Daniele Altamore e il prof. Lorenzo Bosi della Classe di Scienze Politico-Sociali, che si sono molto spesi per questa importante iniziativa.

Insieme all’Università di Pisa, la Scuola S.Anna, il Comune e la Fondazione Galilei abbiamo poi avviato un impegnativo percorso per la risoluzione dell’annoso problema della Domus Galileana, percorso il cui obiettivo finale è di rendere di nuovo pienamente fruibile al pubblico e agli studiosi il patrimonio documentale della Domus. Ringrazio in particolare il Prefetto Giuseppe Castaldo e il commissario straordinario Massimo Asaro per avere istruito questo percorso.

La Scuola Normale ha sempre dimostrato di saper adeguare la proposta formativa al presente. La struttura didattica è stata arricchita anche quest’anno con professori di prima e seconda fascia, ricercatori, e con la creazione di nuove cattedre. A tutti e tutte loro va il mio più caloroso benvenuto, e il mio augurio di buon lavoro. Per i professori di prima fascia sono già in ruolo presso la Classe di Lettere e Filosofia i professori Luigi Battezzato per la cattedra di Lingua e letteratura greca, la professoressa Simona Forti per la cattedra di Filosofia politica. Per la Classe di Scienze sono in fase avanzata le procedure di concorso per la selezione di professori di prima fascia in FisiologiaInformatica. Una parola in più su quest’ultima cattedra: è la prima volta nella storia della Scuola Normale che viene istituita una cattedra di Informatica. Questa esigenza è nata all’interno del Dipartimento di Eccellenza di Scienze, coordinato da Stefano Marmi, ma riflette anche gli interessi sempre più trasversali dei nostri allievi, anche non di Informatica. Ricordo che i nostri allievi partecipano da anni a competizioni di informatica, come l’International Collegiate Programming Contest, la più importante gara di programmazione riservata a studenti universitari che prevede una forte selezione a livello mondiale. Ad esempio nel 2017 la squadra della SNS si è classificata terza a livello europeo.

Per la prima volta una squadra italiana veniva invitata alle finali.

Due studenti della Scuola Normale (Riccardo Zanotto e Fabio Zoratti) sono tra i 6 componenti della squadra UniPi, vincitrice della CyberChallenge.IT 2020 - la competizione nazionale che ha visto la partecipazione di 28 atenei e oltre 4.400 studenti.

Con questa cattedra, oltre a venire incontro ai nostri allievi colmando alcune lacune didattiche, contiamo di rafforzare il nostro dottorato in Scienze Computazionali, la nostra partecipazione al nascente dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale, dare il nostro contributo alla grande tradizione pisana in questo campo.

Quest’anno il nostro corpo docente si è anche grandemente arricchito con la promozione a professore associato di Giulia Ammannati, Lorenzo Bartalesi, Lorenzo Bosi, Simona Gallerani, Andrei Mesinger, Nicola Tasinato e la chiamata nello stesso ruolo di Lucia Simonato.

La nuova cattedra nella nostra sede di Firenze si integra perfettamente con le attività dell'Istituto Ciampi, che svolge programmi di ricerca post dottorale all'insegna dell'interdisciplinarità, ed è diretto da Mario Pianta. Il ruolo che abbiamo dato all'Istituto Ciampi come centro di ricerca interclasse ci permette di definirne meglio gli orizzonti di intervento. Le attività ruotano intorno a temi interdisciplinari definiti dal Consiglio scientifico che, per il 2019-2020 hanno riguardato l’ambito di più scottante attualità, “Knowledge, Research, Society after the covid-19 pandemic” con l’aggiudicazione di alcuni assegni di ricerca a giovani studiosi di varie discipline. Sempre presso l’Istituto Ciampi abbiamo potuto attivare la cattedra di Finanza Matematica di Fabrizio Lillo, finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e in convenzione con l’Università di Bologna. 

A Firenze, grazie alla preziosa collaborazione di Comune e Soprintendenza, stiamo per acquisire una sede aggiuntiva per le attività della Classe di Scienze politico-sociali, in Palazzo Vegni, in coabitazione con l’Università di Firenze.

Per quel che riguarda Pisa, la Scuola Normale ha appena ricevuto, nell’ambito di un apposito bando ministeriale per l’edilizia universitaria, un finanziamento di quasi un milione e mezzo di Euro finalizzato a due lotti di intervento nel palazzo della Canonica qui in Piazza dei Cavalieri. Mi congratulo con lo staff del Servizio Gestione Patrimonio per questo importante successo. Sempre a Pisa, contiamo sull’aiuto della Regione perchè la concessione dell’edificio di Via Roma diventi finalmente operativa.

Un altro tema strategico, strettamente legato a quello dell’offerta formativa, è quello dell’internazionalizzazione. Vogliamo che la nostra Scuola sia sempre più internazionale, a partire dalla comunicazione interna che deve essere sempre più bilingue per una migliore integrazione degli allievi, ricercatori e professori internazionali. Nel Senato Accademico di novembre abbiamo approvato un testo sul bilinguismo che ci impegna ad attuare una serie di azioni, che verranno costantemente monitorate.

Da sempre la Normale gode di una fitta rete di accordi di scambio con i più prestigiosi centri di ricerca internazionali e investe molto sulla mobilità dei propri allievi, ma se pensiamo ai processi in corso di integrazione europea, certamente abbiamo ancora molto da fare. Tra i successi recenti in questo campo vorrei ricordare il network EELISA (“European Engineering Learning Innovation and Science Alliance) che coinvolge Normale e Sant’Anna e altri 7 istituti universitari tra Francia, Germania, Spagna, Turchia, Romania, Ungheria, finanziato nell’ambito del piano di azione “European University” dell’Unione Europea. Abbiamo recentemente nominato Fabio Beltram e Andrea Ferrara quali rappresentanti della Scuola nel network, rispettivamente nel comitato Esecutivo e in quello scientifico.

Mi avvio verso la conclusione ricordando alcune personalità di primo piano della Normale, scomparse in quest’ultimo anno accademico, tutte lasciando un segno profondo alla Scuola e nella comunità scientifica con le loro opere e i loro tanti allievi. Mantengo l’impegno che ho già assunto, di collaborare all’organizzazione di eventi in presenza, quando questo sarà possibile, per ricordarli meglio.

Vorrei quindi ricordare

REMO BODEI

Filosofo, allievo dal 1957 al 1961 del corso ordinario e dal 1962 al 1964 del corso di perfezionamento. Alla Normale è stato anche professore di Storia della filosofia ed Estetica dal 1969 al 1982. Il 9 dicembre, giusto un anno fa, in questa sala, ha avuto luogo un evento dedicato a lui.

ANTONIO AMBROSETTI

Matematico, ha insegnato Analisi Matematica alla Scuola Normale e alla Sissa di Trieste, qui alla Scuola insegna Andrea Malchiodi, uno dei suoi ultimi allievi.

PAOLO CRISTOFOLINI

A lungo professore di Storia della filosofia del Rinascimento alla Scuola Normale Superiore, di cui era stato anche allievo dal 1956 al 1960 del corso ordinario e poi del corso di Perfezionamento.

Ho deliberatamente lasciato in fondo 

EDOARDO VESENTINI, direttore dal 1978 al 1987. A Vesentini sono particolarmente legato, non solo perché matematico come me, ma perché è stato il “mio” Direttore. La direzione di Vesentini è stata fondamentale per tutta la visione strategica della Scuola: inserendosi nel solco di un altro grande direttore, Gilberto Bernardini, Vesentini comprese meglio di altri l’importanza decisiva della funzione civile della Normale, ed ebbe il coraggio di investire in un settore che soltanto di recente sta ricevendo la valorizzazione che merita, la cosiddetta terza missione, ovvero l’interazione dell’università con il suo contesto, locale e nazionale. Vesentini rilanciò una iniziativa sperimentata dalla Scuola negli anni Sessanta, quella dei corsi di orientamento, e la fece diventare una attività fondamentale, quasi identitaria, della Normale. Proprio quest’anno i nostri corsi hanno festeggiato un importante compleanno, i loro 40 anni. Vorrei cogliere allora l’opportunità di questa giornata per ricordare l’impegno di tante persone, nell’organizzazione logistica e scientifica, che in questi anni hanno fatto dei nostri corsi l’iniziativa di orientamento universitario più bella e più originale in Italia. Insieme a Vesentini, penso a Piero Cudini, Chiara Lefons e Giancarlo Felici, e ai tanti ragazzi e alle tante ragazze che in questi quarant’anni hanno fatto dei corsi la frontiera più avanzata della speranza di molte generazioni.

Una iniziativa che tanto successo ha avuto e che quest’anno, di necessità, abbiamo traslato sul web, insieme ai corsi di orientamento della Federazione. Con Vesentini si avvia inoltre l’istituzione dei primi LABORATORI DELLA CLASSE DI LETTERE (il Laboratorio di Linguistica, il Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico, il Centro di Ricerche Informatiche sui Beni Culturali CriBeCu), molti dei quali esistono ancora adesso, pur in forme diverse ed adeguati ai tempi.

Ed è Vesentini a inaugurare il ciclo di conferenze pubbliche “I Venerdì del Direttore”, un’importante iniziativa di public engagement che speriamo di poter riprendere appena possibile.

Vorrei concludere con l’auspicio di avervi ben mostrato che la Scuola Normale ha fatto e farà la sua parte, nella missione che le è stata affidata. Certo, deve essere messa nelle migliori condizioni per farlo, e per questo chiediamo più attenzione, insieme alla Scuola S.Anna e alle altre Scuole Superiori, al Ministero, questo sia sul piano normativo che finanziario. Non si tratta comunque solo di quantità di finanziamenti ma anche della loro natura, in modo che si tenga maggiormente conto di storia, missione e governance, che hanno una natura specifica.

Vi ringrazio per l’attenzione e do ora la parola al Preside della Classe di Lettere e Filosofia Gianpiero Rosati, che coordinerà i lavori del convegno.