Torino, Palazzo Brichesario, 15 ottobre 2005 – 15 gennaio 2006

La mostra propone un affascinante percorso attraverso il surrealismo, con particolare attenzione all’opera di Paul Delvaux, uno dei principali esponenti del movimento. L’esposizione presenta quaranta olii del maestro belga, oltre a venti disegni a documento del suo grande talento di disegnatore.

Il percorso artistico di Delvaux pone l’accento sul sogno e sulla mitologia, le sue opere sono spesso legate all’immagine diafana e sensuale del corpo femminile che si presenta come un essere arcano, talora rappresentato in vegetali metamorfosi. La donna è un elemento centrale nell’opera dell’artista, egli la considera una specie di faro per i temi affrontati nei suoi quadri, grazie all’armonia delle sue forme. I personaggi femminili sono spesso collocati in paesaggi dominati da templi romani e greci: l’amore dell’artista per il mondo antico è infatti fortissimo, in molte opere si ritrovano l’architettura greca e romana e i costumi dell’antichità. Il legame tra Delvaux e l’Italia, in particolare, è molto profondo, i numerosi viaggi nel nostro Paese lo hanno affascinato: le rovine di Pompei sono state per lui una rivelazione da cui ha tratto ispirazione per “Pompéi”, uno dei quadri in mostra.

Altre due sezioni, dedicate rispettivamente a Giorgio de Chirico e a Renè Magritte, evidenziano il profondo legame artistico che unisce questi grandi pittori a Delvaux. Pur con approcci stilistici diversi, essi hanno sviluppato un interesse specifico verso una pittura che trascende il reale ed entra in diretto contatto con la dimensione onirica, vero fulcro della poetica surrealista, nata in seguito all’elaborazione delle ricerche sulla psicoanalisi.

La sezione dedicata a Giorgio de Chirico, espone dieci opere scelte proprio fra quelle che possono essere considerate come modelli di riferimento per Delvaux, soprattutto nelle atmosfere sospese dove il tempo sembra scomparire, nelle scelte stilistiche che evocano silenzi, nostalgia e solitudine.

La seconda sezione propone circa tredici quadri di Renè Magritte nelle cui opere, cosí come per Delvaux, è facile scoprire un senso di illogicità, (derivato dalla tecnica dello “spaesamento”, ovvero l’accostamento di elementi totalmente estranei fra loro) e di mistero.

In questa sezione, due sale sono poi dedicate a Constant Permeke e Léon Spilliaert, pittori ancora poco noti in Italia, che con Delvaux ebbero in comune non solo la terra d’origine, la contemporaneità e la stima reciproca, ma un’attenta ricerca che, seppur con approcci e tematiche diverse, ha dato un contributo non indifferente allo sviluppo delle nuove correnti artistiche del ventesimo secolo.

Approfondimento